50 ANNI DI MIDO

 

50 ANNI DI STORIA ED EVOLUZIONE DEL SETTORE OCCHIALERIA INTERNAZIONALE

Era il 14 maggio 1970 e MIDO apriva le porte ai suoi visitatori per la prima volta. All’ingresso del padiglione 30, sotto la scritta “MI-DO – MOSTRA DI OTTICA E OFTALMOLOGIA”, sventolavano otto bandiere, tra cui quelle dei fondatori della Cee, Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Alla mostra espongono 95 aziende distribuite su 3mila metri quadrati di spazio. 67 sono imprese italiane e 28 le rappresentanze straniere in nome di 39 case estere. I paesi fuori dall’Italia presenti al primo MIDO sono 34, provenienti da tutti i continenti.
Già due anni dopo, nel 1972, le aziende espositrici sono 230 e 7mila i visitatori, non solo italiani ma provenienti da ben 50 paesi del mondo, un vero successo se si considerano gli anni e le possibilità di spostamento certamente non paragonabili a quelle di oggi.
Il 1978 è per MIDO l’anno dei primi record: lo spazio espositivo raggiunge i 24mila metri quadrati e gli espositori sono saliti a 400. Il ’78 è anche un anno fondamentale per l’occhialeria italiana: si celebrano infatti i 100 anni dalla nascita della prima fabbrica di occhiali italiani fondata da Angelo Frescura e Giovanni Lozza nel 1878. Non si tratta di una semplice ricorrenza storica ma della celebrazione di una vera e propria “scuola”, che pone la tradizione dell’occhialeria italiana ai massimi livelli internazionali.

Ed eccoci arrivati agli opulenti anni ’80: è il decennio in cui la moda entra prepotentemente nel mondo dell’occhialeria e tra i saloni della fiera si possono incontrare gli stilisti più in voga del momento, che propongono le loro creazioni. Dal 1985 MIDO conosce una nuova crescita, che lo porterà nell’89 a battere nuovi record: quasi 740 espositori e 28.600 visitatori, di cui quasi la metà stranieri. Negli anni ’90 MIDO conferma la sua leadership mondiale tra gli eventi del settore, diventando il punto di incontro tra gli operatori che è ancora oggi, dove gli addetti ai lavori hanno la possibilità di esaminare l’intera gamma delle proposte, dove si entra in contatto con l’offerta mondiale e si conoscono le tendenze di domani. Una pletora di aziende, in tutto il mondo, produce occhiali e il Mido ne offre uno spaccato ineguagliabile. La crescente offerta apre anche una nuova esigenza: quella di dotarsi di un servizio anti-contraffazione. È il 1995 e MIDO è in assoluto tra le prime fiere ad averlo introdotto. In questi anni il settore si è infatti trasformato da attività familiare e artigianale in un’industria autonoma e solida, in cui la concorrenza è più marcata e sono cambiate le dinamiche e le necessità di presenza sul mercato da tutti i punti di vista, dalla distribuzione al marketing alle relazioni con la stampa.
Con l’arrivo del nuovo millennio, MIDO cambia claim e sceglie “The future is here”: la fiera è l’occasione per cogliere le espressioni più azzardate di un fashion system eclettico e in continua sperimentazione, e per confrontarsi con la globalità delle proposte dell’industria internazionale. Anche negli ultimi anni, quelli della globalizzazione e dell’internazionalizzazione, MIDO ha saputo rinnovarsi, esplodendo la propria carica innovativa e propulsiva, sia negli anni “buoni” sia in quelli meno facili per l’economia del mondo. Da quel tragico 11 settembre 2001, la crisi ha investito l’intero settore fieristico e il comparto dell’occhialeria ne ha subito il contraccolpo. Il “sistema” ha però saputo reagire e si è ripreso, mostrando a MIDO segnali positivi: nell’edizione del 2001 sono stati 1.300 gli espositori distribuiti su una superficie di oltre 48mila metri quadrati e 40mila i visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

Le edizioni del nuovo millennio sono segnate dalla presenza delle celebrities, coinvolte dalle grandi imprese per incrementare le loro vendite. Nel 2015 MIDO registra il suo record di presenze, sfiorando i 50mila visitatori con un 56% di persone provenienti dall’estero e con un aumento del 10% tra gli italiani. Da quel momento in poi è una continua crescita di espositori, visibilità sui media e presenze. Si trasforma anche l’estetica della fiera, che da evento di settore diventa sempre più appuntamento cool e di “moda”, attento agli allestimenti e all’impatto emotivo sul proprio pubblico. In linea con questa trasformazione cambia anche il claim, che diventa “Live the wonder”, puntando sulla capacità di MIDO di stupire e coinvolgere lo spettatore.

E arriviamo così al futuro e all’edizione 2020, anno delle celebrazioni del 50° compleanno. In un momento storico in cui Corporate Social Responsibility e sostenibilità sono diventati temi di estrema importanza e l’impegno verso la sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale un segno di responsabilità imprescindibile, MIDO ha intrapreso un duplice percorso che si articola in diversi momenti. Tra questi il lavoro che si svilupperà nei prossimi 3 anni e che mira a ottenere la certificazione ISO 20121, che stabilisce i requisiti per l’organizzazione di eventi sostenibili in grado di contenere l’impatto sull’ambiente e sulla comunità, contribuendo a rafforzare le relazioni con gli stakeholder. A MIDO 2020 sarà anche consegnato il premio Stand up for green all’allestimento più sostenibile. Assunto fondamentale l’importanza della sostenibilità, asset strategico dello sviluppo futuro e driver del business contemporaneo.

Per celebrare il compleanno, MIDO ha anche affidato al giornalista e scrittore Adriano Moraglio e agli ottici optometristi Silvio Maffioletti e Sergio Cappa due volumi che ripercorrono le storie della fiera e dell’ottica. Il primo libro, scritto da Moraglio ed edito da Giunti, è il romanzo Una storia da vedere che racconta le 50 edizioni di MIDO attraverso le vicende personali e professionali di una famiglia di ottici, intrecciando finzione e realtà. Il secondo, scritto a quattro mani da Maffioletti e Cappa, edito da Medical Books, s’intitola Storia dell’ottica: opera di fondamentale importanza per il settore e mai realizzata prima, racconta la storia dell’ottica dal 1300 a oggi.

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