IRSOO guarda all’Europa

irsoo-guarda-alleuropa_Platform_OpticUn orientamento sempre più stretto verso la ricerca in un’ottica di adeguare l’istituto di Vinci (Fi) agli standard europei, ha caratterizzato l’anno scolastico conclusosi lo scorso giugno.

Ad esattamente 12 mesi dal nostro incontro, abbiamo voluto fare nuovamente una chiacchierata con Alessandro Fossetti, Direttore di IRSOO, per vedere da vicino l’impatto delle novità portate all’istituto durante quest’anno. Proprio in quel periodo, IRSOO, pur mantenendo l’acronimo, si era trasformato da “Istituto Regionale di Studi Ottici e Optometrici” in “Istituto di Ricerca e di Studi in Ottica e Optometria” per sottolineare l’orientamento sempre più forte verso la ricerca e verso un’attività formativa in linea con gli standard internazionali. In questo processo evolutivo si inseriva anche l’ampliamento della sede che sarà pronta il prossimo ottobre.

È soddisfatto dell’anno scolastico 2014/15?
Molto, e non mi riferisco ai numeri: negli ultimi anni abbiamo avuto quantità abbastanza costanti quanto a numero globale di allievi. Mi riferisco invece alla qualità: noi siamo sempre stati lodati per gli elevati livelli di preparazione dei nostri allievi, e quest’anno ci siamo anche migliorati. Grazie alle modifiche apportate alle modalità della didattica e all’apertura alla sperimentazione, gli allievi dei nostri corsi di optometria raggiungono oggi livelli di preparazione di vera eccellenza e sono in grado di emergere nel panorama italiano e di competere con i loro colleghi stranieri. E grazie naturalmente anche ai nostri docenti che li hanno così ben preparati.

Che impatto ha avuto l’affiancamento un anno fa dell’attività di ricerca a quella formativa?
Mi preme dire intanto che l’attività di ricerca era già iniziata nel 2011; il cambio di nome è stato solo la presa d’atto di una condizione nuova, profondamente cambiata rispetto agli anni precedenti, che ha visto alcuni dei nostri allievi del corso di optometria dedicarsi a progetti di ricerca e, appena diplomati, partecipare come relatori o presentatori di poster a congressi nazionali e internazionali. Quest’anno si è tenuta a Vinci la terza edizione del convegno A. Madesani, dove i ragazzi del terzo anno del corso, guidati dai loro docenti, hanno presentato le loro attività sperimentali, soprattutto nel campo delle lenti a contatto, su temi di grande interesse scientifico e clinico. Ne cito solo alcuni: la misura della refrazione periferica, le aberrazioni indotte e la qualità della visione nell’ortocheratologia, l’ipossia indotta da lac morbide e il warpage corneale indotto da lac. Sono temi studiati nei più importanti laboratori del mondo, e anche noi cerchiamo di portare il nostro modesto contributo. Questa attività sarà ancor più ampliata con l’apertura del Centro di Ricerca in Scienze della Visione (CdRSV).

Quanto manca ancora all’apertura del centro?
I lavori sono finiti finalmente, dopo ben due anni e mezzo. L’intervento è stato indirizzato al restauro dei locali dell’edificio e all’ampliamento del complesso, per un incremento di circa 400 metri quadrati, con una riqualificazione funzionale degli spazi esistenti. Una struttura molto bella, adeguata agli standard e alle normative più recenti in tema di sicurezza, accessibilità e risparmio energetico, finanziata anche dalla Regione Toscana, nel quadro del sostegno alle strutture di ricerca e al sistema regionale di trasferimento tecnologico alle imprese. Il Centro aprirà ufficialmente i primi giorni di ottobre e sarà gestito da noi, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR. I laboratori saranno utilizzati anche dal Corso di Laurea in Ottica e Optometria, con il quale lavoriamo in grande sinergia. Gli studenti avranno forti stimoli ed enormi possibilità di crescita culturale e professionale.

Per i corsi di optometria c’è un rapporto stretto con il Centro di Ricerca, ma per i corsi di ottica? Quali vantaggi avranno gli studenti?
Voglio farle notare intanto come quella che si è venuta a creare a Vinci sia una condizione assolutamente unica nel panorama italiano dell’Ottica: la presenza del corso di ottica e di optometria, per così dire “tradizionale”, del corso di laurea in ottica e optometria e di un centro di ricerca al quale gli studenti possono accedere per entrare meglio in contatto e confrontarsi con il mondo scientifico, con l’attività sperimentale, con l’innovazione tecnologica e con la ricerca clinica.
Insomma si tratta di una situazione in tutto simile ad un College, dove anche gli studenti dei primi due anni di corso, quelli per acquisire l’abilitazione di Ottica per intenderci, godranno di molti dei benefici di questa condizione straordinaria. Vengono a trovarsi in un ambiente stimolante, partecipano fin dal primo anno alle attività di indagine optometrica che vengono fatte su tutti gli allievi, entrano in contatto ed hanno scambi con i ricercatori e con i loro colleghi del terzo anno del nostro corso e di quello di laurea che fanno sperimentazione, hanno tra i loro docenti professionisti che si aggiornano continuamente sullo stato dell’arte della ricerca scientifica e di quella clinica, nel secondo anno iniziano ad utilizzare le attrezzature del Centro di Ricerca.

Abbiamo letto sul sito la notizia dell’apertura di un corso di optometria a Roma. Tre anni fa avete aperto a Milano. Si tratta di uno spostamento di interesse o l’inizio di un allargamento a nuove sedi?
Sì, Roma è uno dei prossimi obiettivi, abbiamo previsto di partire entro la primavera prossima, ma avremo modo di riparlarne. E non c’è nessuno spostamento di interesse: il corso di Milano ci sta dando grandi soddisfazioni. I partecipanti attuali sono molto motivati, i loro questionari anonimi di gradimento sono positivi, e io sono certo che faremo sempre meglio. La prossima edizione partirà a novembre e gli iscritti troveranno un corso ancor più competitivo e stimolante.
Il primo corso invece è arrivato a conclusione, si cominciano a presentare le prime tesi, con lavori davvero egregi. Tenga conto che questi sono lavoratori, eppure alcuni di loro riescono a “scavarsi” il tempo per studiare e per fare anche attività di ricerca clinica o per analizzare articoli su lavori sperimentali, per arrivare a presentare una tesi dignitosa. E il merito di questi risultati va naturalmente anche al pool di docenti che siamo riusciti a mettere insieme per il corso di Milano, una formazione fatta di professionisti con competenze di primo piano, che mostrano entusiasmo, soddisfazione e attaccamento al corso. È lo stesso spirito che anima gli insegnanti per così dire “storici”, e che contamina anche gli studenti che vengono all’IRSOO. E anche il direttore.