Equilibrio imperfetto

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GIULIA GEROSA – Politecnico di Milano

In Giappone, nella prefettura di Nagasaki, Yusuke Saki dà vita ad uno spazio che racconta, attraverso il riuso di prodotti ceramici imperfetti la storia di una regione che ha legato il suo nome ad un know-how artigianale riconosciuto a livello mondiale.

Maruhiro è il principale produttore di ceramiche Hasami, una tipologia di prodotti che comprende sia ceramiche che porcellane, il cui nome deriva dalla regione di provenienza, nella Prefettura di Nagasaki, la cui tradizione artigianale del luogo risale ai primi anni del XVII secolo vantando più di 400 anni di storia. La ristrutturazione del flagship store Maruhiro è del designer nipponico Yusuke Seki, sempre attento nel suo approccio progettuale al contesto in cui si inserisce il progetto, alla storia ed alle tradizioni, che vengono reinterpretati attraverso una chiave di lettura contemporanea. Qui il progettista coniuga la conoscenza architettonica al know-how artigianale della regione creando uno spazio composto da elementi di estrema semplicità che raccontano la storia del luogo. Dal punto di vista distributivo l’intervento prevede la creazione di una piattaforma sopraelevata che permette all’utente di fruire lo spazio da un nuovo punto di vista, alterando la prospettiva e l’esperienza dell’ambiente preesistente dando vita ad un nuovo percorso fruitivo.
La piattaforma è realizzata con 25.000 pezzi imperfetti di vasellame forniti da diverse fabbriche di ceramica della zona di Hasami, riempiti di cemento ed impilati, diventando un vero e proprio materiale da costruzione. Ciascun pezzo è risultato essere imperfetto dopo l’iniziale cottura del biscotto prendendo, in giapponese, il nome di “Shinikiji”.
L’accumulo ordinato di singoli elementi ceramici vuole essere un duplice rimando: da un lato, infatti, è una chiara rappresentazione del “Monohara”, le aree specifiche, esistenti solo a Nagasaki, dove i pezzi rotti durante il processo di cottura vengono smaltiti da circa 400 anni, una sorta di raccolta archeologica “millefoglie” della lunga tradizione industriale della regione, d’altro canto vuole suscitare un senso di rispetto per la storia, trasmettendo la fragilità di ogni singolo elemento che assume solidità e resistenza solo legandosi agli altri.
La piattaforma è visibile già dall’esterno del negozio attraverso la porta scorrevole dalle caratteristiche partiture quadrangolari ed è accessibile grazie ad alcuni scalini realizzati con mattoni tipici del luogo.
L’uniformità del colore del vasellame crea una continuità visiva scandita dalle molteplici forme dei singoli pezzi che, presentando altezze differenti, suscitano una sensazione di fragilità anche a livello tattile, quando il piede poggia su elementi disallineati. Il pavimento grigio, posato a 45 gradi rispetto alla pedana, sottolinea la natura estranea dell’istallazione rispetto all’involucro architettonico che, nelle pareti e nel soffitto, trova una forte neutralità data del colore bianco.
Completano lo spazio dei parallelepipedi in legno chiaro che accolgono, da un solo lato, scaffalature orizzontali e, in una stanza limitrofa parzialmente separata da una grande apertura vetrata, scaffalature a tutt’altezza e due grandi tavoli realizzati con semplici cavalletti in legno grezzo e piano blu cobalto, unico elemento colorato ad eccezione dei prodotti esposti che punteggiano sapientemente lo spazio espositivo come fossero elementi dotati di una propria vitalità.