Comunicazione nell’attività professionale: bambini e adolescenti

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Porre ai giovani le domande giuste, ascoltare e imparare dalle loro risposte può aiutare a renderli dei portatori di lenti a contatto soddisfatti.
Stephanie Campbell e Amanda Davidson offrono alcuni ottimi suggerimenti per una conversazione a misura di bambino.

Una buona comunicazione con giovani clienti nasce dalla comprensione chiara di ciò di cui hanno bisogno per il benessere dei loro occhi e dall’entusiasmo mostrato nel servizio che si presta. Si tratta di ascoltare e imparare ma anche di divertirsi.
I giovani spesso richiedono molto impegno, ma lavorare con loro può rivelarsi molto gratificante: fatelo bene e diverrete i loro professionisti della visione per tutta la vita.
La ricerca suggerisce che anche i bambini evidenziano una buona esperienza in termini di lenti a contatto.
Tra gli utilizzatori di lenti a contatto intervistati, di età compresa tra i 10 e i 17 anni, piace portarle al 93% e si sentono più a loro agio quando praticano sport con le lenti a contatto (88%)1.
Una percentuale simile dice di sentirsi più sicura di sé quando indossa le lenti a contatto, invece degli occhiali2. La maggior parte dei professionisti della visione dice di prescrivere le lenti a contatto a ragazzi di età inferiore ai 18 anni, ma solo pochi le propongono ai bambini. A coloro che hanno meno di 10 anni, tendenzialmente, consigliano di solito soltanto gli occhiali.
Nella realtà, sono spesso i genitori a sollevare l’argomento delle lenti a contatto per i bambini in questa fascia d’età. Quindi, come possiamo usare le nostre capacità comunicative per creare un’esperienza positiva anche per un gruppo più ampio di giovani portatori?

Opportunità e benefici per i giovani ametropi
È ormai ampiamente dimostrato che i giovani traggono grandi benefici utilizzando le lenti a contatto e i ricercatori ne consigliano un uso più regolare anche nel periodo pre-adolescenziale3,4.
Essi possono ottenere anche una migliore qualità della vita utilizzando le lenti a contatto rispetto agli occhiali, acquisendo maggiore fiducia in se stessi quando praticano sport o nel corso di altri eventi sociali5. In molti sport, gli occhiali sono poco pratici o addirittura vietati; viceversa, le lenti a contatto sono considerate molto più sicure e c’è un rischio inferiore di traumi oculari6.
Si pensi al bambino di 10 anni con una forte ipermetropia, che adora il rugby, ma non gli è consentito di indossare gli occhiali quando gioca una partita, oppure alla bambina di 9 anni, che adora la danza, ma non può portare gli occhiali mentre si esibisce. Questi sono soltanto un paio di esempi in cui le lenti a contatto potrebbero trasformare le vite dei giovani ametropi.
La compliance alle lenti a contatto e la facilità di utilizzo7,8 è maggiore di quanto si percepisca, con una percentuale di 9 ragazzi su 10 perfettamente in grado di applicare/rimuovere e prendersi cura delle loro lenti9.
Anche i bambini traggono ottimi benefici dall’utilizzo delle lenti a contatto.
In realtà, giovani con anisometropie oppure con elevate ametropie migliorano la qualità della visione con le lenti a contatto che con gli occhiali10. Sono state compiute varie ricerche anche sull’utilizzo delle lenti a contatto morbide per il controllo della progressione miopica nei bambini11.
L’ortocheratologia è un altro metodo considerato per il controllo della progressione miopica e i primi studi sull’efficacia sono positivi12,13.
In futuro, con la prevalenza crescente della miopia e l’interesse nei confronti di questi approcci, i professionisti della visione prescriveranno le lenti a contatto a un numero maggiore di bambini ametropi anche per il controllo della miopia.
Può essere un enorme vantaggio per il vostro studio cominciare a fornire lenti a contatto ai giovani, soprattutto se queste offrono una migliore visione rispetto agli occhiali. Aumentare l’attenzione sui giovani ametropi può migliorare la creatività e il morale tra il personale poiché la soddisfazione dei nuovi giovani portatori è molto elevata e di solito è anche un’esperienza divertente e dinamica!

Che cosa osservare e cosa ascoltare (a cosa fare attenzione)
Costruire un rapporto con un bambino o l’adolescente, fare la sua conoscenza e scoprire come ama trascorrere il suo tempo fuori dal vostro studio è il modo migliore per stabilire se i soggetti sono interessati e idonei alle lenti a contatto.
Pensate alle necessità e agli interessi dei bambini, soprattutto se non siete voi stessi genitori. Chiedete ai giovani ametropi se indossano gli occhiali quando praticano sport o danza, perché i loro genitori potrebbero non esserne a conoscenza che tolgono gli occhiali. Magari hanno paura di romperli, di perderli o di farsi male durante una partita. Se è così, è utile simulare davanti ai genitori la visione del bambino senza occhiali, cosicché possano avere un quadro completo. Cercate di capire quali sono le inclinazioni dei piccoli ametropi dentro e fuori la scuola, che cosa amano fare e perché.
La domanda cruciale da porre è: “c’è qualcosa che ti piacerebbe davvero provare se non dovessi portare gli occhiali”, poi “c’è qualcosa che stai facendo in questo momento e che pensi che faresti meglio, se non dovessi indossare gli occhiali?” Chiedere al bambino “Cosa ne pensi delle lenti a contatto?” è un ottimo modo per farli sentire importanti, coinvolgerli e misurare la loro risposta. Se il bambino risponde in maniera positiva, è possibile, da quel momento, coinvolgere i genitori nella conversazione. Non c’è motivo di pressare il bambino, se non è interessato e attenzione a quei genitori invadenti che vogliono decidere al posto suo!

Instaurare la fiducia
A causa di tanti preconcetti, l’approvazione delle lenti a contatto da parte dell’optometrista è fondamentale per instaurare la fiducia – non aspettate che i genitori ve lo chiedano.
È importante quando si provano le lenti a contatto che tutte le parti in causa ritengano che il giovane sia abbastanza responsabile da prendersi cura delle lenti e dei propri occhi. Nella pratica può essere difficile da stabilire ma una maniera adatta può essere quella di chiedere al bambino: “È necessario che qualcuno ti ricordi di lavarti i denti?” e paragonare a questo la responsabilità legata alle lenti a contatto, spiegando che non è compito dei genitori prendersi cura delle sue lenti! Questo può essere utile anche per stabilire il tipo di lenti più appropriate per il bambino.
È anche importante dare ai giovani ametropi e ai genitori il tempo di pensarci. Una scarsa percezione del valore dei prodotti e del servizio da parte dei portatori e delle famiglie che non hanno scelto in modo proattivo le lenti a contatto non è segno di un servizio di qualità e non è il presupposto per un reddito costante. Per di più, insistere sull’utilizzo delle lenti e sugli obblighi che esse comportano può generare la contrarietà nei genitori, anche quando le lenti sarebbero state, in realtà, l’opzione da loro preferita.
Va anche comunicato, fin dal principio, che le lenti a contatto non sostituiscono completamente gli occhiali e va spiegato il motivo. Spiegate i benefici che si possono trarre dalla combinazione di vari mezzi di correzione della vista, inclusi gli occhiali da sole e che di tanto in tanto sarà comunque necessario comprare un nuovo paio di occhiali.

Ricordate le tre M: Motivazione, Maturità e il ruolo della Madre (o del padre!).
Nel consigliare le lenti a contatto: l’interesse e la motivazione, la maturità e la capacità di prendersi cura delle lenti giocano un ruolo più determinante dell’età; viene preso in considerazione anche il ruolo del genitore, soprattutto se quest’ultimo utilizza lenti a contatto1.
Alcuni colleghi consigliano ai genitori di seguire una lezione introduttiva separatamente dal giovane portatore per introdurli alle lenti. Di tanto in tanto, si verificano casi di bambini con esigenze particolari che potrebbero beneficiare immensamente dell’uso delle lenti a contatto.
In questi casi, può essere opportuno insegnare ai genitori come maneggiare le lenti e prendersi cura del benessere oculare del figlio. Dopo aver applicato le lenti a contatto, saranno i benefici visivi e sociali a motivare bambini e adolescenti a continuare ad utilizzarle.
Guardate i traguardi raggiunti, come nel caso del bambino di 10 anni e giocatore di rugby premiato come “Migliore Giocatore della stagione”. Per coloro che si esibiscono può trattarsi di un provino andato bene oppure di una nuova attività o un nuovo traguardo scolastico.

Cosa dire e fare
È fondamentale essere sicuri di noi quando comunichiamo che le lenti a contatto sono sicure per i giovani, perché sarà un concetto nuovo per molti genitori, poi perché potrebbero essere male informati da ciò che hanno letto online oppure gli è stato detto da altri. Le informazioni sui benefici delle lenti a contatto e sulle responsabilità degli utilizzatori delle lenti dovrebbero essere chiare e disponibili nelle sale d’attesa dello studio, allo scopo di illustrare alle famiglie il concetto delle lenti a contatto per i giovani e cosa esse comportano.
Indicare le lenti a contatto come opzione di correzione visiva durante la prima visita del bambino e quando diventa una necessità effettiva, fornire qualche indicazione sui costi. Mentre le lenti a contatto sono considerate essenziali da molti portatori, di rado sono prescritte per il Sistema Sanitario Nazionale, a parte nel caso di indicazioni mediche specifiche, come per il cheratocono.
È utile comparare i costi con quelli delle lezioni musicali o sportive, per esempio: nella maggior parte dei casi i genitori vogliono il meglio per i figli e sono ben felici di pagare per ottenerlo.
Ricordate di bilanciare i benefici sulla qualità della vita con una stima realistica dei rischi relativi in qualsiasi discussione con i genitori.
Non limitate i consigli alla semplice scelta tra le lenti a contatto e gli occhiali; è opportuno anche fornire informazioni sull’effetto protettivo durante le attività all’aperto, sulla progressione della miopia14 e sui benefici della protezione contro i raggi UV per i bambini15.
Oltre alle indicazioni fornite verbalmente, è importante avere anche opuscoli specifici per i giovani quando si tratta di manipolare le lenti, con diagrammi, foto e video.
Possono essere utili anche le app digitali. Prestate particolare attenzione all’igiene delle mani. Come nel caso di portatori adulti, le informazioni riguardanti la cura dell’occhio, in casi di emergenza, dovrebbero essere fornite per iscritto.
Benché le lenti monouso giornaliere siano le lenti più prescritte ai bambini, anche le lenti riutilizzabili sono un’altra opzione preferita dai professionisti della visione.
Chiare istruzioni scritte per la disinfezione delle lenti riutilizzabili, sono utili sia per i bambini portatori che per i loro genitori.
Dobbiamo ricordare che a volte vanno via con un fracco di flaconi: la procedura dovrebbe essere scritta passo per passo e ciascun flaconcino numerato 1, 2, 3, etc. Frasi come “Non puoi pulire un’auto senza strofinarla” e “Useresti la stessa acqua del tuo bagno per un’intera settimana?”
sono analogie utili per tutti i portatori quando si discute dell’importanza della pulizia delle lenti e i giovani spesso si rapportano meglio a situazioni di vita vissuta.

Allegato:
Focus_comunicazione-nellattivita-professionale-bambini-e-adolescenti_Platform_Optic_novembre_2015.pdf