Grande successo per lo special event MEDD By DaTE

Il design, il futuro dell’occhiale di ricerca e l’importanza della creatività nei processi produttivi. Questi alcuni dei temi al centro dell’incontro organizzato nell’ambito di MEDD by DaTE, ovvero Milano Eyewear Design Day, che si è svolto questa mattina all’ADI Design Museum di Milano.

Siamo soddisfatti del successo di questo primo evento milanese marcato DaTE – ha commentato il Presidente Giovanni Vitaloni. Abbiamo scommesso su un evento che fosse completamente diverso dal salone che ogni anno organizziamo a Firenze. Avevamo bisogno di tornare a parlare dei valori che nel 2012 ci spinsero a organizzare il salone di occhialeria d’avanguardia: creatività, innovazione, originalità, ricerca, energia, contaminazione, sperimentazione, audacia, vitalità, estro. Volevamo farlo insieme ad esperti anche in altri campi di applicazione perché il design pervade tantissimi ambiti della nostra vita e confrontarci ci aiuta a far nascere nuove idee, progetti e sperimentazioni che sono alla base del processo creativo di qualunque oggetto e quindi anche di un accessorio così importante come l’occhiale”.

Non è un caso che sia stato scelto l’ADI, e la città di Milano, come location dell’evento: qui sono custoditi tutti i prodotti industriali che dal 1954 a oggi sono stati insigniti del prestigioso riconoscimento del Compasso d’Oro, conferito dall’Associazione per il Disegno Industriale con l’obiettivo di premiare e valorizzare la qualità del design italiano.

La giornata si è aperta questa mattina con l’inaugurazione della mostra Design, occhiali e visione: un connubio tutto da vedere! realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Museo dell’Occhiale onlus. L’esposizione, che sarà visitabile fino a sabato 22 ottobre, raccoglie oltre 90 pezzi iconici che raccontano la storia dell’occhialeria: dai fassamano italiani del XIX secolo, occhiali da lettura da portare al collo come un gioiello, agli occhiali giapponesi in corno del 1700, passando dai modelli da sole degli anni ’60 e ’70 e gli storici occhiali dei brand più celebri. Tra i pezzi più curiosi e interessanti un “Lunette de la jalousie”, modello di fassamano francese del XIX secolo proveniente dalla collezione Bodart in cui, al posto di una lente, in uno dei due cerchi, è inserito un piccolo specchio che permette di guardare a lato o alle proprie spalle. E ancora un prezioso occhiale da vista italiano in metallo laminato oro, oro massiccio e brillanti degli anni ’80, il primo occhiale al mondo in titanio senza viti né cerniere datato 1999 e occhiali progettati e disegnati da grandi nomi di fama mondiale come Cleto Munari, Patrick Hoet, Alain Miklitarian e Philip Stark.

Alle 11, il workshop Design e Eyewear Design ha riunito professionisti del settore ma anche centri ottici, buyer, studenti, giornalisti e appassionati. Guidati dal sociologo Francesco Morace, si sono avvicendati sul palco Luciano Galimberti, Presidente ADI Associazione per il Design Industriale, Daniele Mazzon, Head of Transportation and Yacht Design di Pininfarina, Alain Miklitarian, lunetier che ha rivoluzionato il concetto di occhiale e al cui genio creativo si deve gran parte delle novità dell’occhiale contemporaneo,     Silvia Fresco, giovane designer dell’occhialeria indipendente, fondatrice di In Sana e Domenico Concato di Puntoottico Humaneyes, che ha parlato di come raccontare l’occhiale di avanguardia a seconda dei diversi target. “Per me gli occhiali sono come per Olivetti la macchina da scrivere: devono unire l’utile al bello, la tecnica al piacere – ha detto Alain Miklitarian. La creatività implica la responsabilità di donare l’oggetto che si progetta ed è un processo di condivisione e complicità tra tutti gli anelli che compongono la catena. Per creare un prodotto è necessario diventare l’oggetto stesso e sapere a chi è destinato, la sua personalità e la sua anima. Solo così non si corre il rischio di perdere l’attenzione sul dettaglio che rende unico l’occhiale”.

Il programma della mattinata si è chiuso con due importanti premiazioni nate nell’ambito di DaTE 2022. Sono stati infatti premiati l’occhiale più innovativo esposto all’ultima edizione di DaTE e il centro ottico più visionario. Il primo riconoscimento, conferito dalla co-fondatrice di DaTE Cristina Frasca, è stato selezionato da una giuria di esperti di design e lifestyle composta da Luciano Galimberti, Presidente ADI-Associazione per il Design Industriale, Livia Peraldo, Direttrice di Elle Decor e Antonio Cristaudo, Direttore commerciale e sviluppo di Pitti Immagine. Il riconoscimento è stato assegnato al modello S1 Black Hero di Aether Eyewear. Gli occhiali Aether uniscono tecnologia e design e sono all’avanguardia dell’audio eyewear grazie ad auricolari collocati nelle aste che permettono al suono di arrivare direttamente all’orecchio senza disturbare gli altri e senza isolare dal mondo chi li indossa. A ritirare il premio, ovvero la candidatura al Compasso d’Oro 2023 e la partecipazione a Pitti 2023, Azhar Gatto del marketing and communication team di Aether.

Il secondo riconoscimento, conferito al centro ottico più visionario valutato dagli espositori di DaTE 2022 e consegnato dal co-fondatore di DaTE Dante Caretti, è andato a pari merito a Frank Lo di Roma e a I Visionari di Firenze per la scelta dei prodotti, la tipologia di servizi offerti ai client, gli allestimenti e la comunicazione. A ritirare il riconoscimento i fondatori Massimiliano Savo per Frank Lo ed Elena Lenzi ed Emiliano Lenzi per I Visionari.

Ph.: da sinistra Francesco Morace e Alain Miklitarian