La passione secondo Maurizio
Apriamo il nostro nuovo ciclo di interviste dedicate agli ottici indipendenti con Maurizio Spada, titolare di Ottica Gallery di Forlì.
Dopo una fortunata esperienza di racconto delle migliori visioni imprenditoriali nel mondo dell’ottica durata dal 2010 al 2015, che ha permesso alla nostra rivista di conoscere personalmente molti professionisti della visione in tutta Italia, a partire da questo mese torniamo a dedicare la storia di copertina agli ottici-optometristi indipendenti. Abbiamo sentito il bisogno di raccontare queste avventure meravigliose, così incredibili perché riteniamo che il settore dell’ottica non sia così conosciuto ma meriti di esserlo. Le interviste e le video interviste verranno realizzate a Casa Platform, la sede della nostra redazione nel cuore di Brera a Milano, un luogo d’incontro, dove si raccontano storie e nascono relazioni virtuose. Il ciclo di interviste parte con Maurizio Spada, titolare di Ottica Gallery a Forlì.
COM’È INIZIATA LA TUA CARRIERA DI OTTICO?
Dobbiamo per forza andare indietro nel tempo… Ho iniziato 30 anni fa sotto consiglio della mia fidanzata di allora. Aprimmo un’attività a Faenza (Ravenna), la mia citt. d’origine. Successivamente, approdai a Forlì dove entrai in Ottica Gallery affiancandomi al socio fondatore che la gestiva. Credo che il mio apporto sia stato utile perch. insieme abbiamo sviluppato ulteriormente la clientela e approfondito alcuni aspetti professionali… Dal 2013 ho rilevato il 100% dell’attività e quindi, oggi, sto navigando in solitaria affiancato dal mio staff. In totale siamo in cinque; c’è una bella energia: sono ragazzi giovani e cerchiamo di lavorare al meglio insieme.
QUINDI LA TUA STORIA, CONTRARIAMENTE ALLA MAGGIOR PARTE DELLE ALTRE REALTÀ CHE SONO RACCONTI DI FAMIGLIA, È UN PO’ DIFFERENTE. NON SEMBRA, DA QUANTO DICI, CHE AVESSI UNA VOCAZIONE, MA SIA STATA UNA CASUALITÀ: COSA TI HA PORTATO OGGI A ESSERE UNO DEI PUNTI DI RIFERIMENTO DELL’OTTICA PER COME GESTISCI LA TUA ATTIVITÀ, PER LA PROPOSTA CHE FAI, PER COME TI PONI CON IL PUBBLICO. COSA HAI SCOPERTO STRADA FACENDO DI QUESTO MESTIERE?
Intanto grazie se vengo ritenuto un punto di riferimento! Innanzitutto, credo che, se fai un mestiere, si deve in primis conoscerlo e quindi, possedere sia il know-how di ottico optometrista sia sapere gestire la parte commerciale. Credo che, oltre a conoscere il mestiere, come tutte le cose, se non le facessi con passione, non potremmo avere gli attuali risultati. La passione è quindi alla base di tutto. Nella nostra attività la passione è determinata anche da alcuni fattori quali l’eleganza, la sobrietà, la tenacia e il sogno. Insieme al mio staff cerco di trasmettere alle persone che ci vengono a trovare questi valori. Quindi, mi ripeto, oltre alla parte tecnica quale la contattologia, la ortocheratologia… c’è il lato commerciale che sfocia nella ricerca (che per altro trovo molto divertente) di marchi d’avanguardia, collezioni che devi sapere raccontare con passione. Credo che in tutti questi passaggi la nostra passione venga percepita dall’utente finale.
DA RAGAZZO SEI STATO ALLENATORE DI BASKET… DAL MOMENTO CHE DALLO SPORT SI PUÒ PRENDERE ISPIRAZIONE NON SOLTANTO PER LA PERFORMANCE MA PER TUTTO IL CODICE COMPORTAMENTALE, MI CHIEDO QUANTO NEL TUO LAVORO SIA IMPORTANTE ‘FARE SQUADRA’?
Sì, ho fatto l’allenatore di pallacanestro nel settore femminile del Faenza in serie A; ho lavorato tanto con i giovani. Sono d’accordo con quello che hai affermato e credo sia fondamentale il ‘team building’. Giocavo a basket da ragazzino ma mi sono reso conto che non ero in grado di ottenere i risultati sperati; quindi, ho deciso di fare l’allenatore ponendomi anche come istruttore: educavo e insegnavo l’attività sportiva e cercavo di trasmettere a tutti quanti passione, competizione e voglia di fare, di arrivare… lo stesso entusiasmo che mettevo a fare l’allenatore lo ripongo nel mio mestiere e cerco di trasmetterlo ai miei ragazzi in negozio. Lo staff . giovane – va dai 22 ai 25 anni – e mi dà molte soddisfazioni: vengono e lavorare sereni e a volte li sento anche cantare!
DIREI CHE È IMPORTANTISSIMO CIÒ CHE MI STAI DICENDO. I RAGAZZI SONO LE NOSTRE ‘ANTENNE SUL MONDO’ E SONO UN MODO PER MANTENERE NOI STESSI SEMPRE LEGATI ALLA CONTEMPORANEITÀ. C’È UN’ALTRA COSA CHE VORREI CHIEDERTI: IL MESTIERE DELL’OTTICO È DIFFICILE: RICHIEDE TANTA PREPARAZIONE CHE NON È SEMPRE RICONOSCIUTA, NON TANTO A LIVELLO NORMATIVO (SU CUI SI DISCUTE GIÀ TANTO), MA AVENDO UNA VETRINA E UNA PORTA D’INGRESSO SEMBRA CHE QUESTO ASPETTO VADA A OSCURARE L’IMPORTANZA DELLA VISIONE. INDUBBIAMENTE È COMPLICATO RAPPRESENTARE UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA VISIONE IN SÉ (MENTRE PER LE PATOLOGIE C’È OVVIAMENTE L’OFTALMOLOGO). COME SI FA A DIVENTARE UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER I PROPRI CLIENTI?
In merito all’aspetto professionale la competenza, come dicevo prima, è fondamentale. Il cliente ha un reale percepito di quello che stai facendo quando ad esempio, misuriamo la vista, quando gli facciamo i test e gli spieghiamo i vantaggi. Questa parte professionale può non conquistare ma fa sì che il cliente “si affidi”. La parte commerciale è invece divertente perché offriamo un vasto range di occhiali – da quelli più economici a quelli più onerosi – e cerchiamo di far percepire l’occhiale non come semplice ausilio visivo ma come accessorio: l’occhiale veste tutti i giorni e non se ne può fare a meno! Guidiamo il cliente e, se gli piace un occhiale che noi non riteniamo adatto a lui, non glielo diamo! Ovviamente motiviamo il perché non gli sta bene: ci sono caratteristiche, ad esempio, dal punto di vista fisiognomico che non lo rendono adatto, il colore può non essere in linea con il suo incarnato… indubbiamente ci vuole il metodo giusto e le parole adatte per motivare le nostre affermazioni. Successivamente, indichiamo anche la montatura più consona che, magari, è più adatta perché segue l’arcata ciliare… infine, spieghiamo il tipo di prodotto che stanno indossando, la storicità. dell’occhiale, l’origine del prodotto stesso…
OLTRE ALLA MODA, A CIÒ CHE CI PROPONGONO I SOCIAL, C’È UN FATTORE INVALICABILE: L’OCCHIALE QUANDO È INDOSSATO INTERAGISCE CON TE, CON LA TUA FISIOGNOMICA, CON I TUOI COLORI. C’È QUINDI ANCHE UN DISCORSO DI CONSULENZA SOTTO QUESTO ASPETTO, CHE PER ALTRO HAI ACCENNATO.
Devo dire che siamo molto attenti sotto questo punto di vista. È logico che ci sono occhiali che stanno meglio magari d’estate perché hanno colori più freschi, ma è sempre possibile averne più di un paio e cambiarli anche durante la giornata!
SO CHE HAI ANCHE UN IMPORTANTE IMPEGNO A LIVELLO ASSOCIATIVO CON FEDEROTTICA: CI RACCONTERESTI QUESTA TUA ATTIVITÀ?
Mi fa piacere raccontare questo aspetto essendo Presidente di Federottica per l’Emilia-Romagna. Sono felice che tu me lo abbia chiesto perché arrivo da una terra alluvionata e grazie all’impegno del Presidente Andrea Afragoli, del Segretario Stefano Bertani, dell’Avvocato Paolo Noli e del Commercialista dell’associazione, siamo riusciti a costituire un fondo per aiutare gli ottici alluvionati e abbiamo avuto un discreto riscontro da parte di tutti i colleghi. Il ricavato è stato devoluto loro in toto a fine anno. È per me un onore essere parte del Direttivo di Federottica perché l’associazione sta facendo tanto per gli ottici indipendenti.
UN’ULTIMA DOMANDA: CI SONO TANTISSIMI GIOVANI CHE STUDIANO OTTICA E C’È ANCHE UN CORSO DI LAUREA CHE RAPPRESENTA UN PERCORSO SERIO. OVVIAMENTE NON TUTTI HANNO LA POSSIBILITÀ DI FARE GLI IMPRENDITORI. COSA CONSIGLIERESTI AI GIOVANI CHE SI AFFACCIANO A QUESTO SETTORE? POSSONO PRENDERE SPUNTO DALLA TUA STORIA PER PROPORSI?
Per chiudere il cerchio, torno alla parola con cui ho iniziato prima: passione. Ho iniziato questo lavoro senza neanche conoscerlo ma poi mi ha appassionato. È vero che per quanto riguarda l’imprenditoria, come dicevi, il settore dell’ottica sta cambiando con lo sviluppo delle catene, delle multinazionali che entrano nel retail e l’ottico indipendente rappresenta sempre più una nicchia, anche con molto più spazio nel nostro Paese rispetto a Francia o Germania o Inghilterra… le mutazioni in atto e le difficoltà riguardano tutti i settori, non solo il nostro. Però l’attività imprenditoriale è quasi un atto eroico: non ti è permesso sbagliare! Quindi, magari, prima di aprire un’attività, consiglierei di vivere l’esperienza pratica del lavoro che si va a svolgere, sia all’interno del gabinetto optometrico sia quella empatica della vendita. Non so se ho elementi per fornire consigli a chi si vuole approcciare all’ottica, ma posso dire di sicuro che è un mondo affascinante, molto bello.
VORREI RINGRAZIARTI PER ESSERE VENUTO IN CASA PLATFORM A RACCONTARE LA TUA STORIA.
Sono io che devo ringraziare voi perché ho veramente sentito accoglienza! Lo dico a cuore aperto!
Ph. Guido Stazzoni
Simona Finessi