Centro ottico Rocchetti Franco – Franco Rocchetti. I luoghi del cuore

Un negozio verde Tiffany, un’infinità di viaggi immortalati con la sua Nikon, la contattologia come passione. Franco Rocchetti si svela a PLATFORM Optic.

In questo numero ci trasferiamo nella città che fa parte del nostro DNA: Savona.
Qui abbiamo incontrato Franco Rocchetti, titolare del centro ottico Rocchetti Franco, persona molto curiosa, sempre alla ricerca di nuovi prodotti innovativi e di design, fortemente apprezzati dalla sua clientela.
Al suo fianco da ben 25 anni Monica, preziosa collaboratrice e valida sostituta durante i suoi viaggi in tutto il globo. Sono infatti numerosi i posti “toccati” da Franco e immortalati dalla sua inseparabile Nikon. Tra questi i luoghi che definisce “del cuore”. Scopriamoli attraverso le sue parole.

centro-ottico-rocchetti-franco-franco-rocchetti-i-luoghi-del-cuore_platform_opticCome molti dei nostri protagonisti di copertina, anche lei proviene da una famiglia di ottici. Ci racconterebbe la storia professionale dei suoi genitori?
Mio padre ha iniziato a muovere i primi passi nel 1945 come fotografo specializzandosi in foto industriali e ha aperto il suo primo negozio circa 10 anni dopo, per l’esattezza nel 1956 a Vado Ligure, in provincia di Savona, insieme a mia mamma Ileana. Nel 1964, quando sono nato, ha ottenuto il Diploma di Ottico presso la clinica Oculistica dell’Università di Genova.
Era un grande lavoratore e ha proseguito la sua attività fino a quando è mancato, nel 2012. Anche sua sorella fa parte del nostro mondo.

Qual è la sua storia?
Vilma è anche lei ottica e ha avuto per anni un negozio a Noli; poi, quando mio papà ha lasciato quello di Vado, si è trasferita per gestirlo.

Quali erano le peculiarità del loro punto vendita?
Vado Ligure è una zona dal forte carattere industriale e, di conseguenza, anche il negozio si è sviluppato dedicandosi a foto industriali. Parallelamente, come tutti i negozi di quel genere, scattava servizi durante le cerimonie.

Quale era il ruolo di sua madre all’interno del negozio di Vado Ligure?
Mia mamma si occupava dello sviluppo, della stampa e delle foto in studio. Le sviluppava di notte per poterle consegnare il giorno dopo.
Dalle sue parole deduco che sia cresciuto tra foto e rullini… Esatto, sono cresciuto in negozio e sono sempre stato appassionato di fotografia.

Di che genere?
Ai tempi ero appassionato di motocross, quindi ho iniziato con la fotografia sportiva e la macrofotografia, immortalando gli insetti.

Quanti anni aveva?
Circa dieci.

Qual è il ricordo più vivo del punto vendita dei suoi genitori?
Mi ricordo l’odore dei liquidi che si usavano per sviluppare le foto.

Quindi il suo hobby è rimasto la fotografia?
Sì, i viaggi e la fotografia.

Con quale macchina scatta?
Con una Nikon F2 d’epoca dotata di negativo. Anche se ora ho anche una Nikon digitale.

Bianco e nero o colore?
Mi piacciono tutti e due.

Ha mai unito queste due passioni?
Sì, faccio tanti viaggi e quindi scatto anche tante immagini.

Quali sono i luoghi del cuore che ha fotografato?
Nel 1998 la Birmania era da poco aperta al turismo ed è stata una scoperta bellissima. Le cascate Vittoria nello Zimbabwe. Ho girato tutto l’Oriente che amo molto, dal Borneo alla Malesia, all’Indonesia…

La foto del cuore?
Una scattata in Birmania la cui protagonista è una donna molto anziana che fumava una sigaretta artigianale particolare, molto grande.

Perché?
Perché simboleggia l’immagine di questo popolo così diverso da noi, era tutto così “lontano” che sembrava fossi arretrato nel tempo di 100 anni. Gli uomini, ad esempio, non indossavano i pantaloni ma il sarong.

Qual è stato il primo viaggio che ha fatto?
La prima traversata oceanica è stata a New York, ma fu un viaggio-studio perché frequentai un corso di visual training presso la State University of New York.

L’ultimo viaggio in ordine temporale?
Il più recente è stato New York a novembre per il Thanks Giving Day.

Quali altri viaggi ha fatto quest’anno?
A marzo sono stato in Sud Africa. Ho fatto un bellissimo safari, mi sono innamorato della zona centrale dove ci sono dei vigneti molto curati, sembrava di essere nelle Langhe, e dei pinguini a Cape Town.

Ha già in mente quale sarà la prossima meta?
Mi piacerebbe andare nelle Filippine in primavera.

Che tipo di viaggiatore è?
Organizzo i voli e gli alberghi dall’Italia, poi quando sono sul posto decido cosa fare. Ad esempio in Vietnam sono arrivato a Ho Chi Min City e poi ho deciso dove andare e ho optato per la Baia di Ha Long, nel Nord al confine con la Cina, e per la spiaggia di Nha Tran nel Sud.

Passiamo alla sua vita professionale. Quando ha deciso che la sua vita sarebbe stata legata in qualche modo all’attività dei suoi genitori?
Finito le medie ho deciso di iscrivermi al Corso di Ottica alla scuola di Pieve di Cadore dove ho anche conseguito il diploma di Optometria.

Quindi è rimasto cinque anni in Cadore da solo?
Sì, all’inizio vivevo in una pensione vicino alla scuola, poi in appartamento con altri studenti.

Sono stati anni difficili?
No, tutt’altro, sono stati bellissimi. È stata una magnifica esperienza: la scuola era dura ma ho avuto la possibilità di crescere con alcuni miei coetanei.

Ha qualche rimorso o rimpianto relativo al suo periodo da studente?
Non essermi fatto bocciare per poter stare qualche anno in più!

Quando è tornato cosa è successo?
Dopo il servizio di leva i miei genitori hanno deciso di aprirmi un negozio in centro a Savona e sono partito con una dipendente. Successivamente è arrivata la mia attuale collaboratrice, Monica, che sopperisce la mia assenza anche quando sono in viaggio.

Qual è il tema professionale che più la appassiona?
L’optometria e la contattologia progressiva. Infatti continuo a frequentare corsi di aggiornamento.

Com’è la clientela di Savona?
Si lascia molto consigliare. Cerca meno la griffe rispetto agli inizi e chiede occhiali di qualità e design come Lindberg, Blackfin, Porsche Design Light Tech…

Anche per il sole?
In realtà vendo più vista che sole.

Qual è livello di conoscenza delle lenti?
Ho una clientela abbastanza consolidata e mi chiedono anche lenti specifiche, come le progressive.

Ci descriverebbe il lay-out del suo punto vendita?
Il negozio è stato aperto nel 1985 ed è stato completamente rinnovato recentemente – nel 2012 – perché desideravo un centro ottico più luminoso e più funzionale.

Quali colori ha scelto?
Il nero, il bianco e il verde Tiffany.

Perché proprio il verde Tiffany?
Perché credo non ci siano negozi di quel colore!

Quale sarà la sua prossima fiera?
Monaco a gennaio.

Perché sceglie l’Opti?
Perché è più piccola, ci sono prodotti di avanguardia. Ha una dimensione umana, è ordinata e facile da visitare.

Quale fiere visita oltre a Opti?
Mido.

Allora la aspettiamo al nostro stand!
Certamente, grazie per l’invito.