Dai banchi di scuola all’apertura dei primi centri ottici, fino all’innovazione del visual training: attraverso le parole di Marco Barajon. vi raccontiamo la storia di un gruppo di amici che ha trasformato la passione per l’ottica in una realtà di riferimento tra Milano e Turate.
Fondata nel 1991, Ottica Il Punto di Vista ha mosso i suoi primi passi a Turate (CO), per poi approdare a Milano con l’apertura del secondo centro nel 1994. Nel corso degli anni, attraverso ampliamenti, ristrutturazioni e una visione condivisa, l’azienda si è affermata come un punto di riferimento nella zona per i servizi di ottica, optometria, contattologia, visual training, igiene visiva e
correzione nell’ambito sportivo. Tra i protagonisti di questo percorso c’è Marco Barajon, ottico optometrista e tra i soci fondatori, che insieme ai suoi compagni di scuola e futuri soci ha trasformato un legame di amicizia in un’avventura imprenditoriale di successo. La sua storia intreccia formazione, passione professionale e impegno sociale, restituendo l’immagine di un lavoro che va oltre la semplice vendita di occhiali per abbracciare un’idea più ampia di benessere visivo. Nell’intervista che segue, Barajon ripercorre le tappe fondamentali del suo cammino: dagli esordi ai primi punti vendita, fino allo sviluppo del visual training, alle collaborazioni
multidisciplinari e all’impegno nel volontariato con progetti di grande valore umano. Un racconto che svela la filosofia e la forza di un gruppo capace di trasformare differenze e passioni in un progetto duraturo e riconosciuto. Marco Barajon ha iniziato il suo racconto partendo dagli esordi, ricordando gli anni di formazione e il momento in cui ha mosso i primi passi nell’ottica, fino a trasformarsi in imprenditore.

“Ho studiato all’Istituto Tecnico Galileo Galilei di Milano, dove mi sono diplomato in Ottica nel 1985. All’epoca, per poter aprire un’attività, era necessario conseguire il famoso “patentino” biennale, e così feci. Nel 2002 ho ottenuto anche l’attestato regionale triennale in optometria, che ho conseguito a Milano. Il mio percorso si è intrecciato fin da subito con quello di tre compagni di scuola: eravamo molto legati e ci promettemmo che un giorno avremmo aperto un negozio insieme. La prima occasione arrivò proprio con Fabrizio Rampoldi, uno di noi, che ebbe la possibilità di avviare un centro ottico nella sua zona. Io, in realtà, iniziai facendo un altro lavoro, ma dopo tre o quattro anni mi sono unito al progetto. Era il 1994: da lì abbiamo iniziato a sviluppare l’attività e poco dopo abbiamo aperto un secondo negozio a Milano, in viale San Gimignano, dove mi trasferii con il mio socio Paolo Patuzzi. Da allora Turate e Milano sono diventati i nostri due punti di riferimento, nei quali abbiamo messo tutte le nostre energie”.
Raccontando l’attuale assetto societario, Barajon ha spiegato come il gruppo, nato da un’amicizia, si sia trasformato in una realtà solida, organizzata su più punti vendita e con ruoli ben definiti:
“L’attuale compagine societaria è composta da quattro soci; al mio fianco ci sono Paolo Patuzzi, Fabrizio Rampoldi, come accennavo, e Roberto Salvi. Quest’ultimo è stato anche lui nostro compagno di scuola e possiede ilpatentino da ottico, ma si è sempre dedicato soprattutto alla gestione contabile e organizzativa. Oggi Paolo e io seguiamo il negozio di Milano, Fabrizio quello di Turate. Inoltre, abbiamo aperto altri tre centri ottici sotto il marchio VisionOttica il Punto di Vista”…
La forza del gruppo, spiega, non risiede soltanto nell’amicizia originaria, ma anche nella capacità di valorizzare le differenze, rispettando spazi e attitudini di ciascuno. Una formula che negli anni ha garantito equilibrio e continuità:
“Tutto è nato da una forte amicizia: da lì è stato naturale unirci e aprire queste attività. Fin dall’inizio ognuno ha seguito un proprio spazio o un centro ottico, senza mai sovrapporsi agli altri. Credo che proprio questa sia stata la nostra forza e anche la nostra fortuna: ciascuno ha portato le proprie caratteristiche, i punti di forza e persino le debolezze, contribuendo in modo diverso ma complementare. Non abbiamo quasi mai lavorato tutti e quattro insieme – situazione che in altri contesti avrebbe potuto creare disguidi – ma ci siamo organizzati dividendoci i vari punti vendita e i diversi ambiti. In questo modo ognuno ha potuto sviluppare la propria visione, valorizzando le proprie competenze e i propri valori. Ed è proprio questa diversità ben armonizzata che, a mio avviso, rappresenta la nostra vera forza”.naturale unirci e aprire queste attività. Fin dall’inizio ognuno ha seguito un proprio spazio o un centro ottico, senza mai sovrapporsi agli altri. Credo che proprio questa sia stata la nostra forza e anche la nostra fortuna: ciascuno ha portato le proprie caratteristiche, i punti di forza e persino le debolezze, contribuendo in modo diverso ma complementare. Non abbiamo quasi mai lavorato tutti e quattro insieme – situazione che in altri contesti avrebbe potuto creare disguidi – ma ci siamo organizzati dividendoci i vari punti vendita e i diversi ambiti. In questo modo ognuno ha potuto sviluppare la propria visione, valorizzando le proprie competenze e i propri valori. Ed è proprio questa diversità ben armonizzata che, a mio avviso, rappresenta la nostra vera forza”.
La peculiarità del gruppo è stata quella di riuscire a creare ciascuno una propria nicchia: le differenze, invece di dividere il gruppo, hanno creato un’unione. A questo proposito, emergono differenze tra il centro ottico di Turate e quello di Milano, sia a livello di clientela sia di richieste, mentre ciò che unisce e caratterizza i due negozi è l’approccio verso i clienti:
“L’approccio professionale è molto simile, perché abbiamo seguito percorsi formativi affini e condividiamo la stessa idea di lavoro, che portiamo avanti in entrambi i centri. Per quanto riguarda la clientela, a Milano, pur non essendo in zone centrali, il nostro resta un tipico negozio di quartiere, in un contesto tranquillo. Turate, invece, è il classico punto vendita di paese. In entrambe le realtà c’è una forte fidelizzazione: lavoriamo su appuntamento, seguiamo le persone da vicino e questo crea un legame solido. Forse a Turate la clientela è ancora più fedele, mentre a Milano la concorrenza è enorme e, di conseguenza, i clienti sono più esigenti e spesso di corsa, desiderano soluzioni immediate. A Turate, le persone mostrano un po’ più di disponibilità e meno fretta. Ecco, questa è la differenza principale”.
La differenza tra i due centri ottici, sottolinea il nostro ottico, risiede soprattutto nella dimensione del territorio, una distinzione del tutto fisiologica. Uno dei punti di forza dell’attività è la gestione del visual training, di cui Barajon spiega l’approccio adottato e la filosofia alla base di questo servizio:
“Il visual training – o esercizi visivi, come vengono chiamati in modi diversi – è un ambito che negli ultimi anni abbiamo strutturato grazie al mio socio Paolo, che ha sviluppato un programma chiamato ‘Give Program’. Si tratta di un protocollo che prevede una batteria di test: dai risultati emerge il percorso più adatto e il tipo di training necessario per ogni persona. Per noi il visual training non significa solo esercizi per chi ha mal di testa, bruciore agli occhi o altri disturbi, ma anche un metodo per migliorare le abilità visive in generale. Può servire, ad esempio, a chi pratica sport o a chi vuole potenziare concentrazione e memoria. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che non si tratta di uno strumento “solo per chi ha problemi”, ma di un percorso utile anche a chi desidera migliorare le proprie performance. Dal programma abbiamo selezionato cinque kit, che utilizziamo nelle sedute: durante l’incontro spieghiamo esercizi e modalità, poi la persona può proseguire in autonomia a casa. Credo che il segreto stia proprio nell’autonomia: se costringi il cliente a venire in studio ogni settimana, diventa troppo impegnativo. Con questo sistema, invece, basta qualche richiamo periodico per verificare i progressi. È l’evoluzione di tanti anni di esperienza: oggi abbiamo trovato una formula più organizzata ed efficace”.
L’approccio al visual training così innovativo non poteva non avere un riscontro positivo sulla clientela:
“In passato avevamo un centro con ambulatorio oculistico e visual training, ma soprattutto a Milano molti clienti si stancavano: si aspettavano risultati immediati, come se fosse una “pillola”. Con questo nuovo approccio, più semplice e accessibile anche nei costi, l’adesione è molto maggiore e le persone lo apprezzano”.
Tra le passioni di Barajon c’è lo sport ed è stato fisiologico per lui concentrarsi a livello professionale sulla correzione visiva per gli atleti che si rivolgono ai suoi centri ottici:
“Da appassionato di sport mi è sempre piaciuto seguire questo aspetto. Abbiamo lavorato su correzioni specifiche per chi pratica corsa, sci, nuoto, ecc. Con il Give Program abbiamo sviluppato anche kit dedicati agli sportivi. Paolo, il mio socio, ha seguito diversi atleti, soprattutto sciatori, ottenendo ottimi risultati, ma anche giocatori di ping-pong e sportivi di altre discipline. In realtà, ogni sport può trarre beneficio dal visual training”.
Sicuramente si inserisce come peculiarità della sua attività la collaborazione con oculisti, ortottisti e altre figure mediche, aspetto sviluppato anche con la creazione di modelli di lavoro specifici:
“Già 25 anni fa avevamo aperto un centro dove lavoravamo insieme agli oculisti. Poi abbiamo ampliato le collaborazioni, coinvolgendo anche osteopati, fisioterapisti, dentisti e psicoterapisti: sappiamo quanto siano connessi sistema visivo, postura e abilità cognitive. In particolare, con i bambini questo aspetto è fondamentale: difficoltà visive possono ostacolare il percorso scolastico. Collaboriamo quindi con centri che ci inviano piccoli pazienti da valutare, sia in caso di fragilità da supportare sia per potenziare abilità in bambini particolarmente dotati”.
Il mese di settembre dà il via alle fiere della seconda parte dell’anno, tra cui il DaTE, la manifestazione dedicata all’occhialeria d’avanguardia. L’approccio dei suoi centri ottici si focalizza su un’offerta che parte dalla qualità del prodotto:
“Abbiamo diverse modalità di gestione per gli acquisti di occhiali e di lenti. Una parte dei magazzini funziona con forniture pianificate da aziende partner: è un metodo che mi piace perché consente di far girare velocemente la merce. Parallelamente, in ogni negozio riserviamo spazio a linee più particolari. A Turate, ad esempio, c’è maggiore richiesta di montature originali, d’avanguardia. In generale, cerchiamo sempre il giusto equilibrio qualità-prezzo. Se devo consigliare, preferisco che il cliente investa un po’ di più sulle lenti, anche se l’ideale è poter offrire prodotti di altissimo livello in entrambe le componenti. Partecipiamo regolarmente alle fiere: ci teniamo ad aggiornare l’offerta e ad avere sempre qualche novità esclusiva”.
Oltre al ruolo di imprenditore, emerge anche l’impegno nell’associazionismo del settore ottico:
“Da 25 anni sono nel Consiglio di Federottica Milano Acofis e nella giunta esecutiva di Federottica nazionale; Il mio focus è sempre stato il sociale, più che l’aspetto sindacale. Mi sono occupato di numerosi progetti: dagli screening visivi agli Special Olympics, dove grazie agli sponsor doniamo montature e lenti agli atleti, fino ad attività di solidarietà in situazioni di emergenza, come il terremoto dell’Aquila o missioni all’estero con la Marina Militare. Negli anni ho seguito anche progetti in collaborazione con carceri e associazioni del territorio”.
La dedizione e l’attenzione verso le persone più fragili nasce da un percorso personale preciso:
“Fin da ragazzo ho fatto parte di associazioni che seguivano persone con disabilità. Quando ho iniziato a lavorare e si è presentata l’opportunità di unire questa esperienza con il mio ambito professionale, l’ho colta con entusiasmo. Il progetto degli Special Olympics, ad esempio, mi ha coinvolto fin dal 1999, quando partecipammo in Nord Carolina. Da lì è nato un impegno che continua ancora oggi e che sento profondamente mio”.
Il tema porta a riflettere se questa sensibilità sia stata integrata anche all’interno dei centri ottici:
“Ho sempre preferito tenere separate le due sfere. Si tratta di una mia scelta personale, che non volevo imporre ai soci né mescolare con l’attività imprenditoriale. Già il volontariato richiede molto tempo ed energie: per questo ho voluto mantenerle due attività distinte”.
Infine, abbiamo invitato Barajon a condividere il progetto rimasto più nel cuore:
“Sicuramente quello legato agli Special Olympics. È un programma che mi ha permesso di conoscere colleghi straordinari e vivere esperienze indimenticabili, in Italia e all’estero. È il progetto che custodisco con più affetto”.
Non c’è un solo episodio che ha confermato di essere sulla strada giusta ma molteplici, specifica il nostro ottico:
“Penso alle premiazioni durante i giochi, quando sei chiamato a consegnare le medaglie agli atleti: momenti emozionanti, pieni di abbracci, sorrisi, condivisione. O alle cerimonie di apertura, con la torcia olimpica che accende il braciere nello stadio. Sono ricordi che non si dimenticano e che confermano ogni volta la bellezza di questo percorso”.
In chiusura, riflette sul suo percorso personale e sull’eredità più preziosa lasciata da questa esperienza imprenditoriale condivisa:
“Quello che mi porto dietro di questi anni è la soddisfazione di avere creato insieme ai miei soci un’attività che resiste, che cresce e che ci rappresenta. Non è stato sempre facile, ma la passione per questo lavoro e l’amicizia che ci lega ci hanno permesso di arrivare fin qui”.

Paola Ferrario