Una storia di visione familiare

Intervista a Antonio e Andrea Rapino di Rapino Vision Care

ph. Roberto De Riccardis

Passaggio generazionale, innovazione e attenzione alla salute visiva: un dialogo con la famiglia Rapino che ha trasformato un’attività storica in un progetto proiettato al futuro. 

 

Da oltre quarant’anni Rapino Vision Care è un punto di riferimento per la provincia di Chieti con i suoi due centri ottici: uno a Lanciano e uno a Perano. Al comando fin dalla sua fondazione il capostipite della famiglia Rapino, Antonio. Da qualche anno sono al suo fianco i figli Andrea e Alberto, ambedue ottici optometristi. Il centro ottico ha operato fino a settembre 2024 sotto l’insegna Stilottica Rapino per poi diventare Rapino Vision Care. Una scelta determinata dalla necessità di segnare da un lato il passaggio generazionale, enfatizzando così il nuovo corso, dall’altro per sottolineare il progetto che coinvolge anche la classe medica. Scopriamo la loro storia professionale della famiglia Rapino attraverso le voci di Antonio e Andrea partendo dalla nascita di questa florida realtà:

 

Virgolette sinistra

 

“Svolgo questa attività da oltre quarant’anni e, con il tempo, i miei figli hanno intrapreso la mia stessa professione, occupandosi di ottica e optometria. Era giusto che anche loro entrassero a far parte di questo percorso e così abbiamo creato la nuova società con l’insegna Rapino Vision Care, che ha preso ufficialmente il via da poco. Per realizzare questo progetto abbiamo anche modificato il nome della società, trasformandolo in Rapino Vision Care lo scorso settembre, segnando ufficialmente l’ingresso di Andrea e Alberto”,

ha dichiarato Antonio Rapino,

“Abbiamo anche acquistato un nuovo locale, che diventerà una struttura commerciale con un’area dedicata alla salute visiva. Oltre alla nostra attività di optometristi e ortottisti, ospiteremo anche oculisti, perché purtroppo la sanità nella nostra zona ha molte difficoltà e la carenza di specialisti ci spinge a trovare soluzioni per aiutare i nostri pazienti”.

A spiegare il nuovo progetto che unisce ottici e oftalmologi e i suoi futuri potenziali sviluppi è il fautore di questa iniziativa, Andrea:

“L’iniziativa nasce dalle esigenze dei nostri clienti, che spesso non riescono a ottenere visite oculistiche in tempi brevi sul nostro territorio. Stiamo cercando di unire l’attività di refrazione dell’optometrista con la parte medica dell’oculista. Sappiamo bene che ci sono limiti tecnici e normativi, ma la nostra nuova struttura sarà divisa in due aree, permettendoci di lavorare meglio e collaborare con gli specialisti. Al momento si ricorre spesso alla telemedicina o all’intelligenza artificiale, ma questi strumenti, per quanto utili, non sempre offrono risultati sufficientemente precisi. Con il nostro centro, vogliamo offrire un servizio più completo e affidabile”.

Per la realizzazione e l’implementazione del progetto, gli imprenditori, hanno scelto il centro ottico di Lanciano, come ci spiega Andrea:

“Partiremo con il punto vendita di Lanciano, che è il nostro negozio storico. Non escludiamo, però, di estenderlo successivamente anche al secondo centro ottico o, chissà, in futuro persino ad altri negozi in Abruzzo o in Italia. È un progetto con una visione ampia”.

Lo stato dell’arte del progetto vede già il coinvolgimento concreto della classe medica:

“Attualmente fanno parte del progetto due oculisti, che da tempo collaborano con noi. Tra l’altro vorrei sottolineare che uno dei due rappresenta la colonna portante del progetto e vorrei ringraziarlo per l’aperta visione e la continua collaborazione giornaliera. Ci sono anche molti giovani specialisti con cui sono entrato in contatto nel corso degli anni di studio e che vorrebbero far parte del progetto, ognuno con le proprie competenze specialistiche”,

ha proseguito Andrea Rapino. Sempre secondo Andrea, il progetto porta con sé molte potenzialità e potrebbe diventare tranquillamente un modello replicabile anche in altri centri ottici:

“Credo che il nostro progetto sia ad ampio respiro. Purtroppo, l’Italia è un po’ in ritardo rispetto ad altri paesi come la Spagna, l’Inghilterra o gli Stati Uniti, dove questo modello è già realtà. Nei centri più piccoli, dove spesso mancano strumenti avanzati e personale specializzato, questa struttura può rappresentare un grande vantaggio per i pazienti. Le aziende che producono lenti stanno già spingendo in questa direzione, sviluppando software digitali per migliorare il servizio ottico, e molte di loro stanno supportando attivamente progetti come il nostro”.

I partner dell’industria con cui Rapino Vision Care collabora hanno accolto il progetto in maniera molto positiva, come specifica Andrea:

“Dai loro dati di mercato risulta che i professionisti qualificati offrono servizi più accurati e generano una maggiore mole di lavoro. Per questo motivo, le aziende ci hanno fornito strumentazioni avanzate e anche alcune partnership commerciali per ottimizzare ulteriormente la struttura”.

Il progetto con gli oculisti è stato – come accennavamo – l’occasione per un’importante svolta imprenditoriale, come ha spiegato Antonio:

“Prima di costituire la nuova società, i miei figli erano già da molti anni al mio fianco. Sono ben conosciuti sia dalla clientela sia dalle aziende con cui collaboriamo. Io e Andrea ci occupiamo principalmente della parte optometrica. Andrea è particolarmente attento alla miopia nei bambini, un problema sempre più diffuso, purtroppo, per via dell’uso eccessivo di dispositivi digitali. Lui si è specializzato nella gestione della progressione miopica, mentre io seguo maggiormente le visite tradizionali. Alberto, invece, gestisce il laboratorio: montaggio occhiali e tutte le attività tecniche correlate. Inoltre, è spesso in contatto con il pubblico, occupandosi anche della parte commerciale. Una volta ero io a fare un po’ tutto, ma oggi ci siamo suddivisi i compiti: non potremmo gestire tutto da soli. Poi, ovviamente, in futuro le cose potranno evolvere ancora”.

Negli ultimi tempi, diversi studi scientifici hanno infatti confermato l’efficacia delle lenti per il controllo della progressione miopica. Andrea, che segue in prima persona questo ambito, sottolinea quanto i risultati siano promettenti:

“I risultati sono davvero incoraggianti: in molti casi, la progressione miopica si è addirittura arrestata. Non sempre funziona, ovviamente, ma grazie a test specifici – dalla visione binoculare alla biometria ottica e alla topografia – riusciamo a selezionare i candidati più adatti. Questo ci permette di applicare le lenti con maggiori probabilità di successo. Il passaparola delle mamme è enorme, ogni giorno aumentano le richieste di consulenze. Aggiungo che nell’organizzazione del nostro team, mio fratello è il volto pubblico dell’azienda: si occupa anche della comunicazione online. Lo ringrazio – anche se a volte mi fa arrabbiare – perché senza di lui non esisterebbe la parte commerciale! E poi abbiamo uno staff fantastico: Cesare è il nostro tecnico di laboratorio, e nell’area vendita o assistenza ci sono Pina, Donatella, Alessandra, Antonia e Nicole. In amministrazione ci supportano Simone e Ivan: l’azienda sta crescendo molto anche sul piano gestionale. Senza mio fratello e i nostri bravissimi collaboratori la nuova struttura non avrebbe modo di esistere”.

Andrea ha recentemente partecipato all’Academy di Transitions® a Orlando – dove è avvenuto il nostro primo incontro – durante la quale si è discusso a lungo del rapporto tra luce e benessere visivo. Secondo lui, questo è un tema sempre più centrale:

“Sicuramente è un tema importante, anche da un punto di vista scientifico. Io ho un background universitario più orientato alla fisica, quindi mi interessa molto l’interazione tra luce e corpo umano. Sebbene ci sia ancora tanto da scoprire, sappiamo che la luce influisce sul nostro organismo. Le lenti Transitions® hanno il potenziale per diventare un mezzo di controllo attivo degli effetti della luce, non solo sulle strutture oculari ma anche sulle funzioni visive. Sono comode, riducono l’abbagliamento, anche se – secondo me – non sono ancora al livello di un vero occhiale da sole. Però la direzione è interessante: ci hanno mostrato alcune innovazioni in anteprima, durante la presentazione in Florida, e non vediamo l’ora di poterle provare. Sembrano promettenti, soprattutto per chi cerca soluzioni visive evolute”.

Nei centri ottici della famiglia non manca l’attenzione allo stile:

“Cerchiamo sempre di selezionare montature che uniscano qualità e design, mantenendo un buon rapporto qualità-prezzo. Alcuni modelli sono anche realizzati su nostra specifica richiesta e sono tutti realizzati in Cadore. Un immenso grazie va a Luciano Castagna, il nostro maestro designer di occhiali, che ci aiuta a proporre montature uniche, con una qualità davvero alta”.

A metà aprile si celebra la Giornata Mondiale delle Lenti a Contatto, in coincidenza con la nascita di Leonardo da Vinci. Per Andrea, gli eventi di questo tipo sono importanti:

“Ogni iniziativa che promuove la cultura tecnica – in questo caso quella delle lenti a contatto – è positiva. Aiuta a sensibilizzare, a far conoscere meglio questi strumenti, anche a chi non li ha mai provati. È anche una buona occasione di comunicazione per tutta la categoria”.

Antonio, che ha attraversato decenni di cambiamenti nel mondo delle lenti a contatto, ci racconta come sia mutato il mercato:

“All’inizio, quando ho cominciato c’erano solo le lenti rigide, poi sono arrivate le gas-permeabili – più comode – ma non per tutti. L’evoluzione vera è arrivata con le lenti morbide mensili. Da lì il mercato è cresciuto molto. Oggi le lenti a contatto sono diffusissime. Ma è un settore con ancora molto margine di crescita. Certo, bisogna tener conto di problemi come la scarsa lacrimazione: per questo servono lenti sempre più evolute. E poi ci sono anche le operazioni chirurgiche, che in parte hanno rallentato la crescita del mercato, ma le lenti a contatto sono un presidio fondamentale”.

L’esperienza in negozio rivela che molti clienti arrivano già informati, ma è solo attraverso la consulenza dell’ottico che si trovano le soluzioni migliori, soprattutto quando bisogna bilanciare tecnica e moda:

“Di sicuro internet, ormai, o comunque il web, l’online, influenzano pesantemente questa scelta”,

spiega Andrea.

“È chiaro che abbiamo ancora la ‘fortuna’ di dover montare le lenti su questo ausilio e, molto spesso, la moda non coincide con la parte tecnica, con gli spessori delle lenti… Molto spesso cercano comunque anche un consiglio prezioso non solo da un punto di vista tecnico ma anche da un punto di vista moda perché chiaramente seguendo tutte le fiere di moda, di design riusciamo comunque a dare anche un consiglio più avanguardista da questo punto di vista”.

La famiglia ha partecipato infatti anche all’ultima edizione del MIDO:

“MIDO riunisce in un solo luogo tantissime aziende da tutto il mondo: è un’occasione unica per toccare con mano prodotti, strumentazioni… Certo, non basta: per scoprire realtà artigianali, che magari producono poco, serve anche un’attività di ricerca più mirata. Ma come punto di partenza, soprattutto per contatti con aziende estere, è fondamentale”.

Un altro aspetto fondamentale dello scouting di prodotti è il contatto diretto con i produttori, afferma Andrea:

“Ad esempio, le visite in fabbrica sono uno strumento altrettanto prezioso: permettono di approfondire la conoscenza tecnica e valorizzare il lavoro artigianale. Capire come nasce un occhiale, quali sono i limiti e i vantaggi tecnici, permette poi di spiegare meglio il prodotto al cliente. Sono esperienze molto utili, non solo per l’imprenditore ma anche per il team. Una persona più preparata è una risorsa preziosa”.

Oltre all’impegno in azienda, Andrea insegna all’università: tiene corsi all’Università degli Studi di Milano Bicocca e, da poco, anche all’Università del Salento:

“Un’opportunità che arricchisce non solo lui, ma anche il valore dell’impresa di famiglia. Sono molto orgoglioso del suo percorso”,

afferma Antonio.

“A causa della sua attività didattica, il negozio a volte passa in secondo piano, ma quando torna si dedica completamente al lavoro. Se riesce a conciliare le due cose avremo riscontri positivi sia per l’azienda sia per la sua crescita professionale. Le materie che insegna sono tecniche fisiche per l’optometria (esercitazione di parte clinica nei laboratori optometrici) e optometria avanzata (teoria delle tecniche optmetriche più avanzate)”.

Secondo Andrea, tra i giovani c’è ancora interesse per l’optometria, nonostante l’incertezza del contesto lavorativo. L’aspetto umano della professione – come la refrazione soggettiva – è ancora difficilmente replicabile da strumenti digitali, e l’optometrista continua a essere una figura chiave di riferimento:

“Nei congressi internazionali si parla spesso del ruolo dell’optometrista come figura di primo riferimento. E spero davvero che in Italia si facciano presto passi avanti anche a livello legislativo, per riconoscere e valorizzare questa professione”.

Andrea conclude sottolineando come la professionalità sia stata, fin dall’inizio, il tratto distintivo dell’attività di famiglia. Dal primo studio aperto da suo padre, con mezzi semplici ma tanta dedizione, fino a oggi: è questo spirito che continua a guidare l’azienda nel suo cammino.

Virgolette destra


 

Ph. Roberto De Riccardis

Paola Ferrario