Design coraggioso.

“Cosa c’è di meglio che combinare il vecchio con il nuovo? La tradizione con il futuro? E così ho applicato coerentemente questo concetto in tutti gli aspetti della materia, della forma e della produzione”. 

Beate Leinz

Ti presenteresti ai nostri lettori?

Il mio approccio al design si basa su una grande esperienza. Dopo un apprendistato come orologiaio e un percorso formativo presso un orafo, ho conseguito la laurea in design e arte.

Ciò mi ha permesso di lavorare come designer per diversi marchi internazionali di occhiali. Il mio primo mentore è stato Hans Laursen di Inface, il quale mi ha insegnato che è importante creare occhiali con una buona calzata abbinata a una bella sagoma.

Nel 2001 ho iniziato a collaborare con la Charmant a Monaco di Baviera, dove ho avuto l’opportunità di lavorare per la linea di occhiali Hugo Hugo Boss. Anche la collaborazione con Christian Roth mi ha fornito impulsi interessanti.

Nel 2003 ho deciso di lavorare per Marcolin. Questa opportunità ha soddisfatto un mio grande desiderio: poter partecipare allo sviluppo delle ultime tendenze della moda partendo dalla fonte. I due anni previsti in Italia sono diventati alla fine quasi 10!

I miei modelli e le mie collezioni di maggior successo sono stati creati a Milano da Prada e Miu Miu. Per il marchio Yohji Yamamoto Eyewear ho sviluppato un linguaggio di design indipendente e distintivo a partire dal 2014. Attualmente sto lavorando a stretto contatto con Pedro Silva e la collega designer Laura Rattaro per la collezione Vava. 

Come hai adattato la tua visione ai singoli brand?

Lavorare per un marchio di moda significa entrare nel DNA del brand e coglierlo appieno. Un processo in cui si impara il suo “linguaggio” per poi iniziare a sviluppare visioni all’interno di questo “vocabolario”. 

Un “buon design” può essere riconosciuto dal fatto che è ben pensato e l’idea di base è stata elaborata fino alla fine, che le proporzioni e i volumi sono coerenti o, al contrario, addirittura che le leggi del design sono deliberatamente infrante. In questo modo sono riuscita a creare sempre nuove visioni e quindi a fare tendenza nel settore.

Qual è il tuo segno distintivo come designer?

Mi piace progettare prodotti con un carattere forte, coraggioso, ma avvolti da un’aura particolare. Devono però essere resi accessibili a un pubblico ampio attraverso la produzione industriale.

Quali materiali preferisci lavorare?

Scelgo un materiale in modo da poter ottenere un determinato risultato estetico. Ultimamente ho scelto di utilizzare la stampa 3D, tecnologia in grado di sviluppare forme scultoree relativamente libere; il materiale ottenuto, PA, è costruito tridimensionalmente con la tecnica di fabbricazione additiva. Le superfici stampate in 3D sono levigate in modo elaborato, ma rimangono però opache.

Se però combino queste superfici con l’acetato traslucido, riesco a conferire al prodotto un’incredibile energia ed espressività. I singoli componenti si animano a vicenda. In questa combinazione ho trovato esattamente quello che cercavo.

Stai per lanciare la tua collezione. Ci racconteresti questo progetto?

I modelli di occhiali Leinz sono un ibrido di materiali diversi, vale a dire poliammide, acetato o metallo. Qui l’artigianato tradizionale italiano si combina con la moderna tecnologia 3D tedesca. Approfitto delle rispettive proprietà dei materiali e le utilizzo come componente funzionale e di design. 

Con la mia collezione vorrei rivolgermi in particolare a chi ama le forme ricche di espressività e la scelta dei colori finemente sintonizzati, in modo che possano far risplendere la propria personalità e la propria espressività.