Do ut Des
Da sempre uno dei principali obiettivi della italo-francese Thélios è crescere insieme al territorio. Vediamo come attraverso le parole del suo CEO, Alessandro Zanardo.
Realizzare l’eccellenza attraverso prodotti in linea con il DNA delle Maison è la mission di Thélios fin dalla nascita, risalente ormai al 2017. Per poter mettere in atto questo processo, è stato realizzato un modello produttivo sviluppato intorno a cardini precisi, che vedono come punto di partenza il territorio Bellunese e la sua expertise. Non è un caso che la Manifattura Thélios sia situata a Longarone. Tra gli elementi di questo modello, il capitale umano e la sua valorizzazione sono tasselli imprescindibili nell’ottica di creare un passaggio di consegne tra le figure professionali senior, nate e cresciute nell’occhialeria, e le giovani generazioni. La visione produttiva realizzata si è dimostrata vincente ed è stata potenziata con l’acquisizione di due marchi indipendenti: la californiana Barton Perreira e la francese Vuarnet. Una mossa indubbiamente strategica che da un lato va a completare il portfolio dell’eyewear expert di LVMH, dall’altro dà il via a una nuova strategia che allarga i confini al di là dei marchi della moda del Gruppo e approda a quelli appartenenti in senso stretto all’universo occhiale.
CI CONOSCIAMO DA ANNI E ABBIAMO SPESSO PARLATO DELLA SOCIETÀ E DELLE SUE COLLEZIONI SULLE NOSTRE PAGINE MA NON ABBIAMO MAI PUBBLICATO UNA SUA INTERVISTA! CI TRACCEREBBE UNA SORTA DI LINEA DEL TEMPO DI THÉLIOS FINO A QUEST’ANNO?
La fase iniziale, sette anni fa ormai, è stata la parte manifatturiera con la creazione dello stabilimento produttivo, la nostra Manifattura, a Longarone e il lancio dei primi marchi, dove Celine rappresentava il brand di punta. Un altro passo importante è stato l’avvio della partnership con Dior nel 2021. A livello societario, all’inizio del 2022 Thélios è entrato in toto in LVMH. Questo passaggio ci ha permesso di proseguire nel nostro percorso con un obiettivo preciso: elevare la qualità delle collezioni di occhiali delle sue Maison, allineando le collezioni alla loro idea di lusso. Il mio ingresso è avvenuto nel 2022 e durante il mio percorso ci siamo concentrati su diversi asset, quali lo sviluppo industriale (continuando il sourcing di processi di know-how e di tecnologie) e lo sviluppo commerciale con l’apertura di mercati diretti. I brand con cui lavoriamo sono i principali del Gruppo LVMH: Dior, Fendi, Celine, Loewe, Givenchy, Stella McCartney, Bulgari, Tag Heuer, Kenzo, Berluti e Fred. Tornando alla parte industriale, nel 2022 abbiamo acquisito Metallart nell’ottica, appunto, di integrare ma anche sviluppare ulteriore know-how, conferendogli un futuro. Da quando questa eccellenza è entrata in Thélios abbiamo più che raddoppiato gli addetti alla produzione, che originariamente erano 20. Nel corso del 2023 abbiamo acquisito lo stabilimento di Safilo a Longarone, che è diventato il nostro sito produttivo del metallo incentrato sulla galvanica. Grazie a questa operazione abbiamo portato nel nostro team circa 250 persone con grandi skill; per noi ha ovviamente rappresentato una mossa strategica, ma abbiamo dato anche respiro al futuro del Distretto. Nel 2023, per la prima volta, abbiamo accolto nel nostro portfolio due marchi indipendenti espandendoci fuori dall’universo fashion di LVMH: Vuarnet e Barton Perreira. Il primo è un brand con una storia magnifica, il cui fondatore era simbolo di eleganza, sport e sostenibilità. L’azienda è nota per la qualità delle sue lenti minerali e negli ultimi tempi era un po’ scomparsa dalla scena. Anche in questo caso, vogliamo investire e sviluppare la loro tecnologia nella produzione di queste lenti ampliandone la conoscenza, a oggi in mano a solo un paio di persone. Il brand californiano Barton Perreira è relativamente nuovo (è nato nel 2007) e si basa su principi di altissima qualità (gli occhiali sono Made in Japan) e un design timeless con un grande focus sull’ottica. Per loro rappresentiamo una piattaforma di sviluppo e i suoi due founder rimangono onboard. Il marchio è molto forte negli USA e noi gli daremo una grande cassa di risonanza in Europa e in Asia.
A LIVELLO DI DIMENSIONI DEL CAPITALE UMANO A CHE PUNTO SIETE?
Nel 2022 eravamo in 700, ora circa 1500.
SI DEDUCE DALLE SUE PAROLE CHE È IN ATTO UNA ‘RECIPROCITÀ’ TRA VOI E IL TERRITORIO, INSOMMA, UNA SORTA DI “DO UT DES”… È D’ACCORDO?
Sì, assolutamente. Thélios è nata proprio partendo dalla parte produttiva e dalle competenze che fanno parte del territorio della valle bellunese. Credo che questo fenomeno sia insito e ben evidente nelle acquisizioni realizzate: è vero che noi stiamo dando qualcosa al territorio, ma è vero che è anche il territorio stesso a darci molto. Ad esempio, la realtà che abbiamo recentemente acquisito, il profilo dei lavoratori è diverso dalla forza lavoro che abbiamo assunto all’inizio direttamente dalle scuole formandola nel nostro interno; qui abbiamo trovato delle esperienze molto consolidate e si sta creando un connubio interessantissimo tra loro e i nostri profili più junior, che si trovano a lavorare a fianco a fianco. È nata una collaborazione veramente interessante: uno mette l’esperienza e l’altro l’entusiasmo. Lo stesso progetto è in atto sul territorio francese con Vuarnet; qui gli investimenti sono mancati negli ultimi anni e credo che per loro sia un messaggio molto importante perché andremo a espandere questa realtà. Queste fabbriche rappresentano indubbiamente dei poli di eccellenza che puntiamo a sviluppare.
QUINDI IL CAPITALE UMANO RAPPRESENTA UNO DEI CARDINI DEL VOSTRO SVILUPPO. A PARTE QUESTI ‘SCAMBI DI ESPERIENZE’, COME LO VALORIZZATE?
Nel settore del lusso, e in particolare nel nostro business, non ci troviamo di fronte a una produzione totalmente automatizzabile; la componente umana è fondamentale e realizziamo programmi di training, iniziative interne, collaborazioni con enti esterni per certificare il lavoro dei nostri collaboratori. Anche la narrativa che diamo alle persone è la valorizzazione di quello che sanno fare. Comunichiamo sia internamente che esternamente il loro valore.
SE DA UN LATO C’È IL ‘CAPITALE UMANO’, DALL’ALTRO C’È UNA TEMATICA MOLTO ATTUALE: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. COME VI PONETE NEI SUOI CONFRONTI? LA IMPIEGATE, LA USERETE IN FUTURO?
In questo momento la guardiamo e non è strategica per noi. Stiamo osservando i vari scenari in essere che sono comunque tutti a supporto parallelo a quello che già esiste. Sicuramente ci può aiutare, ad esempio a determinare possibili conseguenze dei materiali e del processo produttivo. Abbiamo fatto degli esperimenti da cui è emerso che l’AI non batte quella umana! Sicuramente in futuro svolgerà un ruolo più ampio ma siamo solo agli inizi.
UN ALTRO TEMA, CHE PARE NON ESSERE PIÙ UNA TEMATICA MA UN ELEMENTO CHE FARÀ PARTE NATURALE DELL’INDUSTRIA, È LA SOSTENIBILITÀ. CI DESCRIVEREBBE IL RAPPORTO DI THÉLIOS NEI SUOI CONFRONTI?
La ritengo molto importante ed è un progetto su cui stiamo lavorando ma non è ancora un piano organico. Ormai è diventato un argomento di moda e se ne parla per parlare e lo comunicheremo quando il nostro progetto sarà perfezionato.
PRIMA ACCENNAVA AI DUE BRAND ACQUISITI, QUALI STRATEGIE DI SVILUPPO SEGUIRETE? LE STESSE DEI MARCHI DELLE MAISON LVMH?
Si tratta di due unità di business diverse e le guardiamo come tali. Siamo arrivati in una fase che definirei di maturità e guardandoci intorno ci siamo accorti che ci sono marchi dalle caratteristiche eccezionali, per storia, per prodotto e noi rappresentiamo una piattaforma per svilupparli.
PER IL FUTURO POTENZIERETE QUESTA UNITÀ DI BUSINESS?
Non abbiamo necessità di correre e comunque dipenderà molto anche dai brand che troveremo che devono avere caratteristiche di eccezionalità ed essere complementari al nostro portfolio e noi per loro.
C’È ANCORA UNA PARTE DI PORTFOLIO SCOPERTA?
Per natura delle Maison che rappresentiamo abbiamo sviluppato molto il segmento sole. Oggi abbiamo la possibilità di essere più presentati nella parte ottica e tecnica, sia per Barton Perreira che per Tag Heuer.