Essere Coach attraverso l’ascolto.

Essere Coach significa prevedere una relazione con i collaboratori basata sulla fiducia, sull’ascolto e sulla condivisione di visione.

Cosa significa focalizzarsi sulla persona?

La risposta arriva dall’analisi di quelle che vengono definite le quattro “A” della relazione di coaching.

Le quattro “A”

Accoglienza

L’accoglienza è uno dei quattro fili conduttori della relazione efficace, nelle relazioni tra gli individui.

L’accoglienza scaturisce da alcuni elementi che caratterizzano la relazione quali: assenza di giudizio, in quanto formulare un giudizio in qualche modo implica l’interruzione dell’ascolto per tirare le somme di quanto è stato analizzato; rapporto sereno e consapevole con il tempo; capacità empatica; accoglienza di sé in quanto la capacità di accogliere l’altro deriva dalla capacità che abbiamo di accogliere in prima istanza noi stessi.

Ascolto

La capacità di ascolto del coach è una competenza essenziale perché da un lato favorisce la raccolta delle informazioni, dall’altro consente di assumere il punto di vista della persona ed accettarlo nella sua specificità esistenziale senza preconcetti.

Le fasi prevedono: il silenzio, come parte integrante dell’ascolto; le domande, attraverso le quali il coach scopre ed approfondisce la conoscenza del mondo della persona; il feedback d’ascolto, utile a verificare, approfondire, confrontare, restituire e focalizzare il contenuto e le emozioni, partendo da quanto è stato comunicato; un raggiungimento della posizione “meta” dell’ascolto.

Alleanza

Nella relazione di coaching l’aderenza caratterizzata da un atteggiamento positivo e di fiducia incondizionata nella persona è un elemento imprescindibile.

Autenticità

Accoglienza, ascolto e alleanza per essere efficaci devono svilupparsi in un contesto di autenticità del coach.

L’ascolto del Coach

Uno degli strumenti più potenti a disposizione di coloro che utilizzano l’approccio del coach, è il cosiddetto ascolto attivo, vale a dire uno sforzo ad “ascoltare” non solo con le orecchie ma con tutto il suo essere.

Tutte le professioni che fanno dell’ascolto il punto centrale della loro attività hanno in comune l’assunto che per ascoltare gli altri sia necessario fare silenzio al proprio interno, diventare “egoless”.

Per ascoltare serve innanzitutto disponibilità verso l’altro, chiunque egli sia e di qualunque problema voglia parlarci. È pertanto richiesta un’apertura mentale che consenta di comprendere, accettare e non valutare.

La capacità di ascolto del coach è una competenza essenziale per favorire la crescita e lo sviluppo della persona, per facilitare la sua riflessione e creare lo spazio necessario affinché, da solo di fronte ai propri pensieri, possa avanzare nel suo percorso di sviluppo.

Essere ascoltati e ascoltare meglio permette di andare in profondità di noi stessi, di cogliere ciò che non vogliamo dire, di esplorare diverse possibilità e soluzioni di essere una volta ogni tanto protagonisti della scena, ci consente così di lasciare spazio a ciò che non fa rumore e riflettere su tutto questo, creando inevitabilmente consapevolezza.

Tra i requisiti preliminari dell’ascolto ci sono l’osservazione, la disponibilità e l’attenzione all’ambiente. Quando si sono “attuati” questi requisiti preliminari, si può arrivare agli atteggiamenti interiori propri dell’ascolto.