Gestione del Cheratocono: revisione delle modalità di trattamento degli ultimi 20 anni

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Preeji S. Mandathara, M.Sc., Fiona J. Stapleton, Ph.D., and Mark D. P. Willcox, Ph.D.
Eye&Contact Lens 2016;0: 1-14

In questo articolo di review, pubblicato su Eye&Contact Lens nel 2016, è stata effettuata una sistematica revisione della letteratura che si è occupata negli ultimi 20 anni della gestione del cheratocono. Sono stati valutati articoli originali che si sono occupati di trapianto corneale con cheratoplastica perforante o lamellare riportandone risultati, complicanze e l’evidenza scientifica degli studi. Dei 1147 articoli esaminati, solo 241 hanno soddisfatto i criteri d’inclusione.
La scelta della corretta gestione si basa sia sulla gravità dell’ectasia che sulla richiesta visiva del paziente. L’ottenimento di una riabilitazione visiva è considerato l’indicazione di trattamento più importante. Solo negli ultimi anni si è assistito all’introduzione di concetti come blocco o rallentamento del cheratocono attraverso il rinforzo della cornea con tecniche chirurgiche, o mediche. Gli ultimi anni, infatti, hanno visto lo sviluppo e la distribuzione di una nuova modalità di gestione delle cornee ectasiche.
L’avvento del Cross-linking (CXL) ha permesso di operare in maniera conservativa, favorendo un rallentamento della progressione del cheratocono.
La scelta non chirurgica viene preferita al trattamento chirurgico nei primi stadi del cheratocono. La correzione con occhiali è presa in considerazione solo nelle primissime fasi. In seguito, la presenza di astigmatismi irregolari e Anisometropia rende la prescrizione oftalmica complicata e sfidante.
Negli stadi più avanzati, la lente a contatto, sia essa morbida torica, GP, applicata con procedura piggyback, ibrida o sclerale rigida, rappresenta il sistema di gestione principale.
Questo grazie alla qualità ottica superiore rispetto agli occhiali.
Le opzioni chirurgiche, siano esse di tipo ablativo come PRK, PTK o LASIK, o additivo come l’inserimento degli Intacs stromali (ICRS) o l’utilizzo di lenti fachiche, sono attuate con il doppio obiettivo: miglioramento visivo e supporto strutturale alla cornea. Le procedure ablative, indicate in alcuni casi come causa di ectasia iatrogena su cornee con sospetto cheratocono, sono comunque limitate alla sola correzione della componente miopica, preferibilmente associate a Cross-linking oppure nella rimozione di nubecole, o per migliorare la tolleranza alle lenti a contatto.
La cheratoplastica perforante o lamellare viene considerata solo dopo il fallimento delle opzioni precedenti.
Negli studi presi in considerazione, si è osservata una prevalenza di complicanze non severe e reversibili nei portatori di lenti a contatto rispetto ai soggetti che hanno subito un trattamento di tipo chirurgico (vedi tabella).
Discomfort, intolleranza alle lenti a contatto, congiuntivite papillare gigante, abrasioni, erosione epiteliale, vascolarizzazione corneale, scarsa qualità visiva e fragilità della lente, sono state osservate in prevalenza in soggetti che utilizzavano lenti ibride, specialmente a basso Dk. Staining corneale e uso discontinuo, sono appannaggio delle lenti Rigide GP.
Un arrossamento congiuntivale e limbare è stato osservato nei portatori di lenti sclerali rigide.

Allegato:
gestione-del-cheratocono-revisione-delle-modalita-di-trattamento-degli-ultimi-20-anni_platform_optic_novembre_2016.pdf