Giuseppe Basile – Ottica Basile – Alla maniera di Giuseppe
di Paola Ferrario
La chiave vincente per un centro ottico è riuscire a coniugare expertise e capacità di innovarsi.
“Il nuovo che avanza” potrebbe essere il claim per definire il progetto manageriale di Giuseppe Basile che da 14 anni affianca il padre Angelo e la sorella nella gestione di Ottica Basile di Giarre, in provincia di Catania.
Il suo progetto riflette l’evoluzione dei moderni centri ottici. Ne abbiamo parlato con lui durante lo scorso Mido.
Rappresenti nel tuo punto vendita la seconda generazione.
Quali sono gli aspetti innovativi che hai fatto tuoi e che rappresentano il nuovo modo di vivere un moderno centro ottico?
Sostanzialmente ho puntato su una maggiore digitalizzazione e una maggiore attenzione al data base e al sell out. L’arma vincente è il mix tra questi elementi unendoli ai cardini che hanno caratterizzato e portato al successo la gestione intrapresa da mio padre, Angelo. Fil rouge tra le due gestioni è l’apertura mentale all’innovazione che ci ha sempre contraddistinto e che dovrebbe rappresentare a mio parere la chiave vincente dei centri ottici.
La digitalizzazione è un argomento hot anche nel settore dell’occhiale: a che punto siamo?
All’inizio – sicuramente – ma rappresenta un trend in crescita, soprattutto per le aziende leader che fungono da elemento trainante per l’intero comparto.
La digitalizzazione tocca il settore in tutte le tue sfaccettature: non solo nel mondo delle lenti, ma anche in quello degli occhiali con realtà che offrono a noi ottici sempre più strumenti in questa direzione.
Ci faresti un esempio?
I mini televisori che proiettano video focalizzati non solo sulle campagne ma anche sull’aspetto produttivo.
Dove porterà questa digitalizzazione?
Porterà a un protocollo che colpirà tutte le fasi della vendita. Credo che ci sarà uno stravolgimento del classico protocollo che ad oggi parte dalla sala rifrazione per poi terminare con la montatura.
In che senso?
Faremo esattamente il contrario: partiremo dalla montatura per arrivare alla lente.
Stravolgere il protocollo di vendita potrebbe risultare la mossa vincente.
C’è qualcuno che lo fa già: in Olanda, ad esempio, ci sono alcuni centri ottici che utilizzano strumenti di vendita caratterizzati da ausilii sensoriali per la scelta della montatura per poi condurti alla sala rifrazione. Tutto ciò porta indubbiamente ad una velocizzazione del lavoro.
Ci parlavi che la digitalizzazione implica anche coinvolgere il consumer mostrandogli l’aspetto meramente produttivo.
Ci chiariresti questo passaggio?
Oggi più che mai si parla di storytelling e avere degli strumenti per raccontare un prodotto può essere un valore aggiunto. L’esperienza empirica (video che fa vedere l’artigianalità) può essere un aiuto nella scelta della montaura e nella giustificazione del prezzo.
Quindi, storytelling e digitalizzazione vanno pari passo.
Mi fa piacere che oggi finalmente tutte le aziende leader credano in questa forma mentis di vendita e stiano indirizzando anche noi ottici.
Cosa ne pensi della fiera e Mido come vetrina delle novità?
La mia famiglia fa parte del settore da 50 anni.
Mido è sempre stato l’evento per eccellenza che racchiude il nostro mondo nella sua totalità.
I messaggi che veicola a tutte le categorie del settore sono fondamentali per trasmettere le novità al cliente finale.
C’è qualcosa che si potrebbe migliorare nel settore?
Sì, auspico una maggiore collaborazione tra l’ottico optometrista e l’oftalmologo. L’indirizzo che stanno prendendo le associazioni di categoria porterà sicuramente a un maggior equilibrio tra le categorie.