I 4 fattori della diseguaglianza dei redditi nel Mondo.

CLIMA, URBANIZZAZIONE, DIGITALIZZAZIONE, MIGRAZIONI.

Stiamo vivendo tempi drammatici e in rapida evoluzione, dall’attuale pandemia e al suo impatto sulla crescita economica, dal cambiamento climatico alle aspettative della società per eliminare le disuguaglianze, che richiedono un accento più forte nelle nostre scelte strategiche. Ridurre le diseguaglianze è uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile che l’Onu si è data per il 2030, ma purtroppo per come stanno andando le cose sarà difficile centrarlo.

Il World Social Report pubblicato a gennaio, mostra che dal 1990 al 2016 la diseguaglianza del reddito, calcolata con il coefficiente di Gini1, è aumentata in 49 nazioni, diminuita in 58 e rimasta stabile in 12. Gli aumenti si sono registrati in alcuni dei Paesi più popolosi del mondo, inclusi la Cina e l’India, con il risultato che due terzi della popolazione mondiale vive in Stati in cui la diseguaglianza è aumentata.

La diseguaglianza tra nazioni è invece diminuita in termini relativi, ma aumentata in valori assoluti. Lo studio dell’Onu usa un metodo diverso da quello dall’Oxfam2: guarda agli indicatori di reddito, non di patrimonio e segue il tradizionale metodo della ricerca economica. La diseguaglianza di reddito è un problema mondiale, ricordano i ricercatori, perché alti livelli di disparità ostacolano l’emancipazione dei poveri dal loro stato di bisogno, frenano la crescita economica e creano divisione sociale che può portare anche a conflitti molto violenti.

Le disuguaglianze nel mondo sono a livelli storicamente elevati e in forte crescita. Una situazione che soffoca la regolare crescita economica e che può sfociare in instabilità politica. Più di due terzi della popolazione mondiale vive in Paesi dove sono aumentate la disparità, che stanno nuovamente peggiorando anche dove erano diminuite negli ultimi decenni, come Brasile, Argentina e Messico, sottolinea il rapporto dell’Onu. Più disuguaglianze, meno crescita. Ricchezza e redditi sono sempre più concentrati al top.

La quota di reddito che va all’1% più ricco della popolazione mondiale è aumentata in 46 Paesi sui 57 per i quali sono disponibili i dati 1990-2015, mentre il 40% con i redditi più bassi ha guadagnato il 25% in meno in 92 Paesi. Le società dove sono maggiori le disuguaglianze sono meno efficaci nel ridurre la povertà e crescono molto più lentamente. Di fatto chiudono la porta al progresso economico e sociale. Sia al Nord che al Sud del mondo, ci sono proteste di massa, alimentate da un insieme di difficoltà economiche, disparità crescenti e insicurezza nel lavoro.

“Le disuguaglianze di reddito e la mancanza di opportunità stanno causando un circolo vizioso di disparità, frustrazione e scontento tra generazioni”, sottolinea il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Le tendenze alla disparità sono influenzate sempre più rapidamente da nuove forze. Il cambiamento tecnologico, è di per sé un motore di crescita economica, ma può esacerbare le disuguaglianze nei salari e causare la perdita di molti posti di lavoro, soprattutto tra i lavoratori con competenze medio-basse.

L’Onu individua quattro fattori che stanno modificando la diseguaglianza globale. Il primo è la cosiddetta Digitalizzazione o meglio “rivoluzione tecnologica”. Della digitalizzazione dell’economia e dell’applicazione industriale di robotica e di intelligenze artificiali beneficiano solo i lavoratori più specializzati aumentano così il loro vantaggio su quelli meno formati.

Nello stesso tempo i progressi e i vantaggi dell’evoluzione tecnologica spesso sono beneficiati solo da un numero molto ristretto di aziende. Il secondo fattore è il Cambiamento Climatico. Gli effetti del riscaldamento globale non sono omogenei e colpiscono più duramente le popolazioni dei Paesi più poveri, perché spesso sono indifesi.

Senza interventi, il cambiamento climatico può creare milioni di nuovi poveri in questo decennio. Il terzo fattore è l’Urbanizzazione. Da un lato le grandi città sono più diseguali, ma hanno anche meno povertà rispetto alle città più piccole: il processo che porta sempre più persone a spostarsi verso le metropoli deve essere gestito con migliore programmazione, perché i vantaggi di vivere nelle grandi città potrebbero non essere sostenuti se non si riducono le diseguaglianze al loro interno.

Il quarto fattore è la Crescita Sociale causata dalle migrazioni. Qui la questione è delicata e controversa. Se le migrazioni aiutino o meno a ridurre la diseguaglianza dipende dalle caratteristiche delle nazioni di partenza e di quelle di arrivo e soprattutto dalle condizioni in cui le migrazioni avvengono. In generale, comunque, le migrazioni possono ridurre le diseguaglianze tra nazioni e all’interno delle nazioni quando avvengono in modo regolare, ordinato e sicuro, quando i migranti possono usare in maniera produttiva le loro esperienze e le loro capacità e quando tutto questo produce ricchezza che viene ridistribuita in modo equo.

Il World Social Report 2020 ha lanciato un messaggio chiaro: il corso futuro di queste sfide complesse non è assolutamente irreversibile. Il cambiamento tecnologico, la migrazione, l’urbanizzazione e persino la crisi climatica possono essere sfruttate per creare un mondo più equo e più sostenibile, oppure possono dividerci ulteriormente.