Il 2021 dell’occhialeria italiana.
L’occhialeria italiana in sofferenza guarda ai primi segnali del 2021 per rilanciarsi: lo rivelano i dati ANFAO riferiti al 2020.
Il 2020 ha visto significative ripercussioni della pandemia sull’economia mondiale, con la Cina in parte coinvolta già da fine 2019 e i Paesi del resto del mondo implicati progressivamente e in modo parallelo al diffondersi del contagio a livello mondiale, per la durata di almeno 10 mesi su 12.
Pertanto, globalmente, l’impatto è stato fortemente asimmetrico sia a livello geografico, sia sui diversi segmenti economici e produttivi sulla base della posizione all’interno della catena dell’essenzialità. Se, alla comparsa dell’emergenza sanitaria mondiale, le due economie alla guida della crescita erano USA e Cina, la diffusione del Covid-19 ha segnato ancor più le distanze e ha, per esempio, ampliato il divario di crescita tra l’Europa e gli Stati Uniti, come anche tra l’Italia e il cuore dell’Europa.
Allo stesso tempo sono emersi importanti differenze tra tutti i player del settore manifatturiero in particolare, sulla base della capacità di integrare trasformazioni trasversali, dal digitale all’automazione, dalla protezione della salute alla sostenibilità ambientale.
In Italia, già il 2019 presentava una critica tendenza al ribasso della crescita economica mondiale e nel 2020 le difficoltà sono ulteriormente cresciute: le attività manifatturiere hanno subito un forte rallentamento e un impatto immediato e violento dalla pandemia.
Nel settore industriale, in particolare, l’andamento è stato irregolare, con un trend a V e una speranza di ripresa solo nel secondo semestre del 2021; invece, la previsione di rientrare ai livelli pre-Covid, al momento, si allunga al 2022.
In questo contesto difficile, non fa eccezione il settore dell’occhialeria, in cui produzione ed esportazioni sono tornate ai livelli del 2013: la produzione nel 2020 è stata di 3.089 milioni di euro, con un calo del 22,6% rispetto al 2019, le esportazioni hanno chiuso a 2.882 milioni di euro, con un crollo di circa il 26% rispetto al 2019. In un solo anno si sono bruciati circa 1.000 milioni di euro sia in termini di produzione che di export.
Durante i periodi di lockdown legati alla pandemia, le aziende dell’occhialeria, che producono dispositivi medici (gli occhiali da vista) e di protezione individuale (gli occhiali da sole), una volta messi in sicurezza i propri siti, hanno potuto proseguire la loro attività poiché considerate filiera essenziale, produzioni di beni di prima necessità. Allo stesso modo anche gli ottici, effettuate le operazioni di adeguamento alle normative anti-covid, sono stati autorizzati a poter riaprire i propri negozi.
Nonostante ciò il settore ha sofferto moltissimo a causa della scarsa mobilità internazionale che ha frenato le esportazioni e a causa della flessione generale dei consumi che ha penalizzato le vendite, soprattutto dell’occhiale da sole.
Una vera analisi sul tessuto produttivo e sugli occupati potrà essere fatta solo successivamente al ritorno graduale alla normalità con l’allentarsi degli ammortizzatori sociali e il venir meno delle misure emergenziali come il blocco dei licenziamenti. La ripartenza delle esportazioni dovrebbe consentire il mantenimento occupazionale precedente.
Le esportazioni 2020
Le esportazioni di montature, occhiali da sole e lenti, che rappresentano circa il 90% della produzione del settore, si sono attestate a 2.882 milioni di euro, con un crollo di circa il 26% rispetto al 2019. Il segmento che ha perso maggiormente è quello degli occhiali da sole (-27%) fermo a 1.871 milioni di euro. Le esportazioni di montature hanno segnato, invece, un calo del 22%, scendendo
a un volume di 936 milioni di euro circa. A livello mensile le esportazioni hanno mostrato il trend a V: andamento fortemente critico dall’inizio dell’anno, con i dati che sono crollati repentinamente fino a raggiungere il punto minimo ad aprile 2020 (-70%), per riprendersi a livelli accettabili, ma comunque al di sotto del 2019 solo a partire da luglio.
Le esportazioni per aree geografiche e paesi
Considerando i due macro-segmenti di prodotto nel loro complesso, occhiali da sole e montature, relativamente alle aree geografiche in dettaglio, possiamo osservare che:
• area di riferimento per le esportazioni dell’occhialeria resta sempre l’Europa (nel 2020 vale il 51% di tutto l’export del settore) e nel Vecchio Continente il settore segna un calo medio del 23%, con un impatto maggiore sugli occhiali da sole.
• in America (destinazione di circa il 33% dell’occhialeria italiana) nel 2020 l’export crolla di oltre il 26%, con una perdita ancora più importante per gli occhiali da sole.
• in Asia, raggiunta nel 2020 da oltre il 14% delle esportazioni italiane, il calo è stato di circa il 34%, con l’impatto più grave sul segmento occhiali da sole.
• l’Africa si conferma un mercato piccolo per il settore, con l’1,3% dell’export, sebbene nel 2019 si fosse rivelata un’area in crescita e con un buon potenziale.
• in Oceania, che resta un’area molto marginale con una quota pari allo 0,5% del mercato italiano, le esportazioni nel 2020 rivelano un calo di poco più importante rispetto all’anno precedente (-14,5%).
Dal punto di vista dell’analisi per singoli Paesi di esportazione si può evidenziare:
• gli Stati Uniti rappresentano la maggiore quota di mercato (oltre il 28%), ma con un crollo dell’export complessivo di oltre il 21%.
• seguono, sul podio delle maggiori quote di mercato, due Paesi europei: la Francia, dove il calo dell’export si rivela del 23% circa e la Germania dove le esportazioni italiane calano nel 2020 del 15,6%. Seguono ancora altri Paesi europei con cali molto importanti: il Regno Unito (-29%) e la Spagna (-40%).
• concludiamo con l’andamento delle esportazioni dell’occhialeria nei BRIC’s che, insieme, assorbono oltre il 10% delle esportazioni del settore, con un Paese, la Cina, che da sola vale il 4,3% del mercato.
Nel 2020:
• Brasile -49%
• Russia -22,7%
• India -49,5%
• Cina -35,4%.
Il mercato interno
Considerando i dati di vendita del canale ottico, monitorati da GfK Italia, il mercato interno del 2020 ha risentito di una forte flessione: – 14,4% in valore rispetto al 2019 per complessivi 2.500 milioni di euro. Una perdita di circa 400 milioni. Il calo più importante è stato nelle vendite degli occhiali da sole (-32%), a seguire le montature (-8,5%) e infine le lenti oftalmiche (-7,9%) ovviamente più legate a un effettivo bisogno di adeguare il proprio difetto visivo e meno procrastinabile come acquisto.
Outlook 2021
Il 2021 è iniziato nel pieno della terza ondata pandemica e, contemporaneamente, con l’arrivo dei vaccini e con l’auspicio della ripresa nazionale e internazionale.
Tuttavia, il riavvio della produzione non ha coinciso con il rilancio dell’export, a causa della limitata mobilità internazionale, né con la ripresa di tutti i consumi ancora troppo avvolti dal clima di sfiducia e incertezza. Nello specifico del settore occhialeria poi ha inciso anche il posticipo dei controlli medici che ha frenato la ripresa anche del comparto vista oltre che di quello del sole più legato all’ambito fashion. Le esportazioni nella prima parte dell’anno sono rimaste ancora sotto tono, troppo legate alla scarsa mobilità internazionale.
Nel mercato interno si è notata, invece, una leggera ripresa rispetto al 2020 soprattutto per montature e lenti oftalmiche, che sono tornate vicino ai livelli del 2019. Il primo trimestre del 2021 nel complesso, quindi, è stato molto delicato. Ad aprile finalmente alcuni segnali positivi per l’economia italiana si sono intravisti grazie al cambio di marcia imposto al piano vaccinale e al piano di aperture progressive che hanno dato una spinta alla fiducia di consumatori e imprese. Il mondo invece sembra in ripresa e il commercio mondiale cresce già al di sopra dei livelli pre-covid.
Questa crescita resta guidata dai paesi asiatici, su tutti la Cina e dagli Stati Uniti. Sulla base delle evidenze del momento abbiamo stimato che esportazioni del settore registreranno un incremento in valore del 10% sul 2020 nel primo semestre e del 19% nel secondo. Conseguentemente avremo a fine anno una crescita complessiva dell’export del settore del 15% rispetto al 2020, ma ancora sotto di 14 punti percentuali rispetto al 2019. La vera ripresa con il raggiungimento dei valori pre-pandemici sarà con ogni probabilità accolta nel 2022.