Intuizione girevole.
Il coraggio di pensare fuori degli schemi ha portato Giuseppe Pizzuto e i co-founders Filippo Pagliacci e Diego Ponzetto a creare un nuovo concept di occhiale girevole.
Nel 2016 il mondo dell’occhiale ha assistito a una piccola, grande rivoluzione: la nascita di un inedito sistema che consente alla montatura di ruotare su sé stessa, permettendo alle aste di coprire e proteggere completamente le lenti. Dall’intuizione di tre visionari – Giuseppe Pizzuto, Filippo Pagliacci e Diego Ponzetto – nasce così il brand Movitra. Scopriamo dalle parole del suo direttore creativo, Giuseppe Pizzuto, la filosofia e il percorso progettuale di questa innovazione.
Giuseppe ci racconteresti il tuo percorso nel mondo del design?
Direi che il mio percorso nel mondo del design nasce dall’infanzia. Fin da piccolo ho sempre amato disegnare, le moto e i prodotti iconici di design italiano in particolare. Mio padre che mi conosceva, mi regalava oggetti come la Cubo di Brionvega o la Valentine di Olivetti. Dopo la maturità classica però ho deciso di dedicarmi alla grafica e mi sono laureato inizialmente in Graphic Design e successivamente in Art Direction. Ho lavorato per oltre dieci anni in diverse agenzie di pubblicità di Milano come Direttore Artistico. Personalmente però ho sempre coltivato la mia passione per la grafica pura e per la progettazione di prodotto. Finché ho deciso di fare il grande passo, mollare il mondo dell’advertising e dedicarmi in tutto e per tutto al prodotto.
Come sei approdato nell’eyewear?
Per caso… Abbiamo avuto questa intuizione legata agli occhiali e ci siamo buttati in questa avventura senza pensarci due volte. In realtà senza saperlo ero già da ragazzo un grande cultore dell’oggetto “occhiale”. Ho sempre portato occhiali da sole: fin da bambino amavo indossarli. Non ho mai portato occhiali da vista, eppure se guardo le foto della mia infanzia e giovinezza, l’occhiale da sole è un elemento ricorrente e sempre presente.
Il tuo brand presenta un concetto brevettato: come è nato?
L’idea nasce al mare. A un’amica di Filippo (il mio socio) sono cascati gli occhiali che erano poggiati sul vassoietto dell’ombrellone. Cadendo sui ciottoli, le lenti si sono graffiate. Da lì è nata l’idea di creare un sistema pratico e semplice per proteggere le lenti. Come ogni buona idea funzionale, nasce da un bisogno pratico. Andando avanti con il tempo poi ci stiamo sempre più rendendo conto che una parte dei nostri clienti apprezzano la nostra chiusura semplicemente perché unica e innovativa, amano la gestualità e si disinteressano dell’aspetto pratico. Avevamo sottovalutato l’aspetto ludico e sensoriale. Caratteristiche sulle quali invece stiamo rivolgendo molte attenzioni negli ultimi tempi, sia in termini di ricerca e sviluppo che di comunicazione.
Quali sono le fonti di ispirazione che ti hanno portato a creare un occhiale pieghevole?
Quello che ci ha portato a creare un occhiale pieghevole che non esisteva prima è stata l’idea legata al brevetto del sistema di rotazione. Al di là dell’aspetto puramente tecnico però, il grande sforzo che stiamo facendo nell’ultimo periodo è quello di cercare di dare una forte identità a tutte le famiglie di prodotto, cosa di cui sentiamo forte la mancanza in questo momento. All’interno del team che si occupa di prodotto abbiamo background, stili e passioni diverse. Le fonti di ispirazione per questo lavoro sulla nostra identità di prodotto sono molteplici. Stiamo analizzando diversi brand iconici (del tutto slegati dal mondo moda o occhiali) che hanno fatto la loro fortuna grazie a una forte innovazione di prodotto e stiamo cercando di fare nostre tutte le analogie e i punti di forza. Siamo fortemente convinti che facendo questo lavoro approfondito di analisi e ricerca, tutto il resto viene naturale e spontaneo.
Come si è evoluto il design del tuo progetto negli anni?
Nasce tutto dall’idea legata al brevetto. Inizialmente però abbiamo deciso di fare un occhiale in acetato. Questo ci ha dato non pochi problemi. Sia io che Filippo abbiamo sempre avuto una predilezione per gli occhiali in plastica rispetto a quelli in metallo e questo ha influenzato le nostre scelte iniziali. Con il tempo e con l’esperienza invece abbiamo capito che il punto di partenza corretto era il metallo. Abbiamo capito che dovevamo costruire l’occhiale intorno al meccanismo di rotazione, non viceversa. Per questo motivo abbiamo introdotto una struttura in metallo saldata al meccanismo di rotazione anche all’interno dell’occhiale in acetato. In due anni abbiamo fatto un salto incredibile sul prodotto. Chi ci conosceva con le prime collezioni e vede quelle attuali non crede possa essere lo stesso brand. Questo cambio così radicale e veloce è dovuto ad una costante e profonda analisi che facciamo costantemente sul brand e sul prodotto. Cerchiamo spasmodicamente di capire chi siamo e in che direzione vogliamo andare come brand e questo ci permette di trovare con maggiore lucidità e cognizione di causa tutte le soluzioni migliori che consentano di far coesistere alla perfezione la funzionalità e la nostra idea di estetica anche sul prodotto. Il nostro claim è “2 anime. 1 Brand.” proprio perché all’interno di un occhiale Movitra coesistono due anime, quella dell’innovazione tecnologica legata al nostro meccanismo brevettato e quella dell’artigianalità, della manualità. Tutto rigorosamente e orgogliosamente Made in Italy.
Come vedi il futuro dei tuoi occhiali?
Abbiamo creato un prodotto con un’innovazione davvero unica che non esisteva prima di 5 anni fa. All’inizio abbiamo avuto diverse problematiche tecniche sul prodotto… ma anche i primi Macintosh avevano tanti problemi! Tutti i brand e tutti gli occhiali sono unici a modo loro, ognuno ha qualcosa di diverso da raccontare. Ma solo il nostro, a differenza degli altri può girare su se stesso e chiudersi in questo modo. Può piacere o meno, può essere capito, apprezzato oppure no. Ma il nostro prodotto è oggettivamente diverso da tutti gli altri. Abbiamo l’ambizione di creare L’Occhiale Movitra. Ci saranno gli occhiali. E poi ci saranno gli occhiali che girano. I Movitra. Il futuro dei nostri occhiali è nelle nostre mani e lo stiamo costruendo oggi con un team di lavoro davvero fantastico. Sono profondamente convinto che le aziende siano fatte dalle persone, quindi non posso che essere estremamente ottimista sul futuro del nostro brand. Dobbiamo avere la lucidità di non perdere mai di vista la nostra identità, senza paura di cambiare direzione se le circostanze lo richiedono, come nel caso di questi ultimi due anni. Sempre con dedizione, coerenza e determinazione.
Quale direzione prenderà l’occhiale d’avanguardia?
Da quel che vedo i numeri li fanno sempre i big player del mercato. Ma le tendenze le dettano sempre gli indipendenti, gli altri seguono a ruota. L’occhiale d’avanguardia c’è, ci sarà sempre e sempre di più. Non a caso sono detti “d’avanguardia”. L’avanguardia è fatta da chi ha il coraggio di pensare fuori dagli schemi, da visionari, da coraggiosi. I big player hanno bisogno della nicchia per andare avanti, perché hanno talmente tante sovrastrutture, processi standardizzati e paletti, che difficilmente possono arrivare a concepire e realizzare qualcosa di veramente diverso e unico. Quando avevamo soltanto un’idea, dovevamo realizzarla e andando in giro dai vari produttori la prima domanda era: “com’è che nessuno ci ha mai pensato prima?”. Perché non avevamo nessuna contaminazione, nessun paletto, nessuno schema. Perché siamo degli outsider. E questo è uno dei mindset che non dobbiamo mai perdere!