La curiosità intellettuale di Giuseppe
Il mondo dell’ottica è molto articolato e complesso, costellato da storie di successo e professionalità. In questa intervista portiamo alla luce quella di Giuseppe Basile, titolare di Ottica Basile a Giarre (Catania), permeata da una visione all’insegna dell’innovazione.
Competenza, umiltà e curiosità intellettuale caratterizzano Giuseppe Basile, ottico optometrista che vanta una solida tradizione familiare. Non a caso, il motto che accompagna la sua società, Ottica Basile, è “Tra tradizione e spirito innovativo”. A dare il via all’impresa di Giarre nel lontano 1980 è Angelo Basile, padre di Giuseppe, che è riuscito a far confluire tutta la sua expertise nel centro ottico, affermandolo come punto di riferimento per la città e la provincia di Catania. Il potenziamento del ruolo di ‘esperti del benessere visivo’ ha portato il padre di Giuseppe negli anni Novanta a cercare una nuova sede più ampia, a pochi passi da quella storica. Proprio in questo periodo, nel 1998 per la precisione, è nata la partnership tra Basile e il gruppo di ottici-optometristi OXO, che ha generato una crescita costante, consolidando l’offerta di lenti a contatto e prodotti oftalmici. Il nuovo millennio si è aperto con una struttura commerciale ormai cementata con Angelo Basile saldamente al timone di comando, affiancato dai due figli Giuseppe e Federica, che nel frattempo hanno completato il loro percorso di studi, proseguendo “l’avventura” con lo stesso entusiasmo e la stessa umiltà degli anni precedenti. È proprio in questi anni che è nata una nuova collaborazione di lavoro, Ottica Basile diventa Centro specializzato DNEye Rodenstock, Hoya Center e centro per Ipovisione Fonda. Socio del consorzio di ottici e optometristi “OptoProject”, Ottica Basile presta anche attenzione alla moda e alla tecnologia. Approfondiamo l’evoluzione di questa realtà attraverso le parole del suo attuale timoniere, Giuseppe Basile.
FACCIAMO UN SALTO INDIETRO NEL TEMPO: COME SEI ARRIVATO A FARE L’OTTICO? HAI UNA TRADIZIONE FAMILIARE ALLE SPALLE O, COME TANTI TUOI COLLEGHI, SEI APPRODATO PER CASO ALLA PROFESSIONE?
Rientro tra gli ottici che hanno alle spalle un’esperienza familiare perché rappresento la seconda generazione di professionisti della visione. Ottica Basile è uno store storico, presente sul territorio dal 1980, quando mio papà lo aprì. Per oltre 50 anni si è occupato di ottica e non è l’unico in famiglia! Abbiamo altri parenti che vengono da questo settore, sempre nella provincia di Catania. Ognuno di noi è caratterizzato da un percorso soggettivo, dove non è tutto sempre tracciato in maniera lineare: ad esempio, nel mio caso, ho anche avuto la possibilità di conseguire una Laurea in Politiche e Relazioni Internazionali all’Università di Catania e un Master a Bruxelles in europrogettazione e appalti europei. Prima della laurea, sono anche diventato ottico e, successivamente, ho concluso il corso di optometria.
ALLA FINE, A FRONTE DI STUDI IMPORTANTI, CHE SICURAMENTE SONO UTILI PER LA TUA ATTUALE PROFESSIONE, SEI TORNATO A FARE QUELLO CHE PROBABILMENTE HAI ‘RESPIRATO’ FIN DA PICCOLO: È STATO UN DISCORSO PIÙ DI OPPORTUNITÀ OPPURE HAI VOLUTO PROVARE AD AVERE UNA FORMAZIONE DIVERSA ANCHE PER CAPIRE QUALE FOSSE VERAMENTE LA TUA VOCAZIONE?
Penso che la curiosità sia fondamentale in certi casi, per cui, per quanto mi riguarda, è stata la curiosità di voler approfondire alcuni argomenti e ampliare lo spazio delle competenze e delle conoscenze che mi ha portato un po’ fuori dal mondo dell’ottica per un periodo. Ovviamente, come tutte le seconde generazioni, anche io sono cresciuto a ‘pane e occhiali’! A volte racconto un aneddoto molto simpatico: da piccolini i miei genitori ci scaldavano il latte nel fornellino elettrico delle colorazioni. Il mondo dell’ottica è sempre stato all’interno della mia quotidianità; quindi, non poteva che essere la mia strada.
QUANDO SEI TORNATO NELL’AZIENDA FAMILIARE, COM’È STATO IL RAPPORTO E LA SUDDIVISIONE DELLE COMPETENZE CON LA PRIMA GENERAZIONE, CHE IMMAGINO SIA ANCORA IN NEGOZIO OPPURE NO?
No, mio papà è in pensione, poi, come puoi immaginare, nella nostra professione è impossibile staccarsi dalla propria quotidianità. Nel mio caso, sono stato fortunato perché mio padre ha sempre mostrato molta attenzione e apertura alle novità e altrettanta intelligenza per capire che il nostro è un mondo che ha subito un’evoluzione molto importante negli ultimi anni. Non bisogna dimenticare assolutamente la matrice da cui nasce il nostro settore, noi siamo artigiani, nasciamo artigiani e “bottegai” e quell’anima non deve essere dimenticata; però, come racconta anche il motto della nostra famiglia, ‘tra tradizione e spirito innovativo’, unire in maniera non dicotomica questa capacità di mantenere la tradizione di “bottegaio” alla crescita professionale del nostro settore nell’ambito sanitario (quindi con l’introduzione dell’optometria e di tutto quello che concerne l’Eye Care), rappresenta la strategia vincente. Probabilmente il mio percorso mi ha aiutato ad avere una visione della gestione del negozio come una vera e propria azienda, per cui ritengo fondamentale l’attenzione ai KPI, piuttosto che a tutta la parte del pre e post-vendita, alla comunicazione non soltanto nella parte della vendita, ma anche nella sala refrazione. L’attenzione a tutti questi particolari rappresenta un po’ l’evoluzione che, dal mio punto di vista, devono avere oggi gli ottici optometristi perché, se da un lato gli ottici italiani sono sempre stati molto valorizzati anche a livello internazionale, la storia oggi però ci sta proiettando in una direzione diversa e dobbiamo essere bravi a cavalcare questo cambiamento ed essere reattivi al momento giusto.
CI SONO STATI ALMENO 20 ANNI – GLI ANNI 80 E 90 E, FORSE, ANCHE L’INIZIO DEGLI ANNI 2000 – IN CUI IL MERCATO ERA PARTICOLARMENTE PROIETTATO AI CONSUMI. POI C’È STATA LA CRISI E SONO SUBENTRATE DIVERSE TRASFORMAZIONI, CHE SONO ANCORA TUTTORA IN CORSO… IN BASE ALLA TUA ESPERIENZA COME È CAMBIATO IL MODO DI FARE OGGI L’OTTICO E, SOPRATTUTTO, COME È CAMBIATO IL CONSUMATORE? IN CHE MODO QUESTA TRASFORMAZIONE IMPATTA SULLA VOSTRA PROFESSIONE?
I consumatori, come un po’ capita in tutti i settori, sono molto più informati rispetto al passato e non è più sufficiente il ‘passaparola’ per conquistarli; i clienti arrivano in negozio con qualche informazione in più perché ‘dottor Google’ spesso fornisce informazioni che comunque, in qualche maniera, ci permettono perlomeno di non parlare con una persona del tutto incompetente. È chiaro che spesso queste informazioni sono forvianti quindi, è fondamentale da parte nostra essere in grado di comunicare correttamente il messaggio, magari non usando necessariamente un linguaggio troppo tecnico. Da questo punto di vista, per esempio, ritengo fondamentale il lavoro che abbiamo fatto grazie a mia sorella nella comunicazione digitale: essere presenti su tutti i canali social ci permette di coprire tutte le fasce di età. Parallelamente, lo sviluppo del sito internet ha rappresentato un tassello imprescindibile della nostra strategia di comunicazione; si tratta di una vetrina importante perché quasi quotidianamente, abbiamo clienti che vengono in negozio perché hanno visto un determinato prodotto sui social, si sono incuriositi dalla comunicazione digitale…
SPOSTIAMOCI ORA SUL RUOLO ISTITUZIONALE CHE RICOPRI COME PRESIDENTE DI OXO PERCHÉ QUESTE TEMATICHE CHE ABBIAMO INTRODOTTO HANNO MOLTO A CHE FARE CON IL GRUPPO, PRESENTE DA MOLTI ANNI E CHE ATTUALMENTE RACCOGLIE CIRCA 400 PUNTI VENDITA INDIPENDENTI. CI RACCONTERESTI COME FAR PARTE DI UN GRUPPO COME OXO POSSA AIUTARE L’ATTIVITÀ DEL SINGOLO PUNTO VENDITA, PUR MANTENENDO LA PROPRIA IDENTITÀ?
Optocoop Italia è stata fondata 1993 e noi ne facciamo parte dal 1998, ritengo che i fondatori di questo importante gruppo siano stati grandissimi pionieri, basti pensare all’inserimento all’interno del nostro simbolo della dicitura ‘ottici-optometristi’; se ci pensi è molto avveniristica per quei tempi e ritengo che oggi debba essere altrettanto pionieristico da parte nostra sia in qualità di amministratori di OXO e sia da parte dei nostri ottici capire l’evoluzione in atto. Abbiamo accolto questo cambiamento trasformandoci da gruppo di acquisto a una vera e propria società di servizi. E sono i servizi a fare la differenza, quindi, tutto quello che noi riusciamo a proporre ai nostri associati deve essere un valore aggiunto all’interno del centro ottico; deve essere chiaramente ‘a cascata’, ossia rappresentare un valore che possa portare chiaramente un upgrade all’interno del centro ottico. Penso all’offerta nel comparto assicurativo, in cui siamo leader di mercato senza dubbio. Tra gli altri servizi abbiamo introdotto anche il concetto di ‘personal branding’ attraverso la nostra campagna istituzionale degli ultimi due anni ‘Eye am unique’, in cui i protagonisti degli shooting sono i visi dei nostri ottici optometristi. Per noi OXO deve essere sì un gruppo di riferimento ma con una finalità sempre più ottico centrica. Anche la formazione per noi è un asset fondamentale e negli anni si è evoluta. Non possiamo sostituirci alle università e alle scuole, però crediamo che rispolverare certi concetti di carattere professionale sia importante. Tutto ciò è possibile anche grazie a tanti nostri associati che sono professori universitari. Ciò ci permette di accrescere il servizio che noi diamo ai nostri clienti e, mi ripeto, deve accompagnare non in maniera dicotomica ma assolutamente parallela la parte imprenditoriale. La capacità di crescere anche da quel punto di vista è fondamentale; quindi, anche la formazione manageriale, sulla quale negli ultimi anni stiamo battendo tanto, deve includere anche la capacità di capire l’andamento del proprio negozio, dobbiamo capire qual è il comparto dove dobbiamo lavorare di più… Il tutto offrendo chiaramente dei prodotti di alto livello ai nostri clienti.
ANALIZZANDO LA PROFESSIONE DELL’OTTICO QUAL È L’ERRORE O QUANTOMENO LA DISATTENZIONE CHE PER AFFRONTARE UN MERCATO COSÌ COMPETITIVO NON SI PUÒ PIÙ PERMETTERE?
È una bella domanda! Il più grande errore è rimanere all’interno della propria zona di comfort, bisogna allargare le proprie visioni, anche solo per capire anche come funzionano le altre realtà. La quotidianità ci tiene all’interno delle nostre quattro mura però far parte di un gruppo, poter confrontarci con i nostri colleghi e sfruttare la comunicazione dei canali social è fondamentale.
Ph. Roberto De Riccardis
Paola Ferrario