L’ambiente e l’occhio

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In collaborazione con Società Optometrica Italiana SOPTI

Cosa include il termine ambiente? “L’ambiente è tutto ciò che non sono io”, è una definizione spesso attribuita ad Albert Einstein. L’ambiente può essere pensato anche come tutto ciò che incide sulla causa o sull’esito di una malattia non genetica. Pochissime condizioni sono del tutto genetiche, o del tutto ambientali. Questo articolo ha selezionato alcuni esempi nei quali l’ambiente può influenzare, o essere la causa diretta di molte malattie oculari.
Molte cause ambientali coinvolgono l’occhio:
• aspettativa di vita e popolazione -riscaldamento globalev • radiazione UV e strato d’ozono
• ambiente domestico
• ambiente culturale.
I loro possibili effetti sono collegati alle più comuni cause di cecità del mondo moderno: la cataratta (50% della cecità globale), il tracoma (approssimativamente 9%) ed il glaucoma, quest’ultimo quasi certamente la seconda causa di cecità nel mondo (approssimativamente 14,5%). Se calcoliamo il fattore ereditario, entrambi i tipi di glaucoma coprono l’80% dei casi, unitamente ad importanti rischi dovuti a fattori ambientali.

Aspettativa di vita e popolazione
Molte delle malattie croniche oculari come la degenerazione maculare (ARMD), la cataratta ed il glaucoma, sono relazionate all’età. Alcune ricerche si occupano di identificare una relazione tra età, degenerazione maculare e fattori di rischio ambientali. L’aumento medio dell’aspettativa di vita cresce costantemente, questo incide soprattutto sull’aumento dell’incidenza delle cataratte. C’è una letteratura robusta sui fattori di rischio della cataratta legata all’età. L’associazione tra cataratta ed età è però molto complessa. Due domande rimangono irrisolte: perché le disabilità visive dovute alla cataratta vengono riscontrate prima nei paesi in via di sviluppo, particolarmente in India, e perché sono prevalenti in questi paesi rispetto ai paesi industrializzati? Molti studi hanno trovato consistenti associazioni tra cataratta e indicatori socio-economici generali che riflettono su aspetti ambientali. Questi includono basso stato economico sociale, basso livello di educazione, vita in ambiente rurale piuttosto che in città, bassa statura e peso e indicatore di massa corporea. Ipotizzando che l’età media di insorgenza della cataratta in una popolazione può essere correlata con l’aspettativa di vita media, potremmo essere in grado di predirre l’età di inizio della problematica visiva dovuta alla cataratta.

Riscaldamento globale
Quali sono gli effetti del riscaldamento globale sulle malattie oculari?
Cheratite fungina
Relativamente a tutti gli altri casi di cheratite suppurativa, quelli causati da funghi aumentano in maniera inversamente proporzionale alla latitudine. Con un aumento medio della temperatura ambientale di 3°C è possibile che l’incidenza della cheratite fungina possa crescere.
Tracoma
Il tracoma è favorito da ambienti caldi secchi e polverosi. Ipoteticamente questo clima potrebbe estendersi, con il riscaldamento globale.
Cataratta e aumento della temperatura
Molta attenzione è stata data all’azione della radiazione ultravioletta sul cristallino, associando la cataratta con la luce del sole, tralasciando però un significativo effetto dato dall’aumento di temperature.

Radiazione ultravioletta e strato d’ozono
Argomento molto attuale, è il potenziale aumento della radiazione (UVR) che raggiunge la superficie della terra, a causa dell’assottigliamento dello strato di ozono dell’atmosfera. Le differenti strutture oculari assorbono i raggi UV in modo disparato, relativamente alla lunghezza d’onda. Le radiazioni d’onda più corte sono le più attive biologicamente e vengono ampiamente assorbite dalla cornea. Le radiazioni più lunghe per il 50% sono assorbite dal cristallino. È probabile che alcune forme di cheratopatia, lo pterigio e la cataratta siano causati almeno in parte dagli UVR, ma sono necessarie prove ulteriori a sostegno di questa ipotesi.
Cataratta ed esposizione agli UV
Il Chesapeake Bay Watermen Study è stato il primo a confrontare un modello di esposizione UVB oculare con la presenza ed il grado di cataratta. Ne risulta che vi è un maggior rischio di opacità corticale, ma non nucleare, con l’aumento medio annuale di esposizione della superficie oculare ai raggi UVB. In più recenti studi, il rischio di cataratta dovuta all’esposizione ai raggi UVB è stato ridimensionato. Secondo un recente studio del VIP study di Melbourne il rischio di cataratta corticale all’esposizione media ai raggi UVB è del 10%, circa il 5% delle cataratte totali che potrebbero essere prevenute riducendo l’esposizione ai raggi UVB. Considerando che il buco nell’ozono si sta riducendo, le notizie allarmistiche su un numero extra di casi di cecità da cataratta da UV sono probabilmente sovrastimate.

Ambiente domestico
L’ambiente domestico influenza alcuni tipi di patologie oculari soprattutto per quel riguarda le condizioni igieniche. Un esempio ci è dato dal tracoma. Il tracoma è un’infezione cronica della congiuntiva causata dalla Chlamydia trachomatis. I fattori di rischio del tracoma includono povertà, affollamento, caldo secco, ambienti polverosi, scarsa igiene e insetti. Il tracoma è essenzialmente causato da un batterio e la cecità conseguente può essere scongiurata dal cambio di abitudini igieniche.

Ambiente culturale
L’ambiente culturale influenza direttamente alcune patologie.
Un esempio è dato dalla cataratta. Il problema dovuto al fatto che i pazienti attendano molto tempo per l’intervento di cataratta sono universali e soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Lo status sociale ed i privilegi influenzano questo tipo di necessità.
In conclusione, in riferimento alle malattie oculari e ambiente è importante conoscere l’effetto della temperatura sul cristallino e l’effetto della radiazione ultravioletta sulle strutture oculari, ma l’aspetto genetico non dovrebbe essere trascurato.
A fare la differenza nei casi di cecità nel mondo, la ricerca più efficace sarà diretta all’ambiente domestico e nella conoscenza antropologica dei diversi ambienti culturali. Questo genere di ricerche sono sconosciute alla maggior parte degli oftalmologi. In ogni malattia oculare è fondamentale conoscere completamente l’ambiente fisico, biologico, domestico e culturale.