L’artigiana disegnatrice

Sono tre gli elementi che delineano gli occhiali disegnati da Benedetta G. Caputo: creatività al di fuori dagli schemi, artigianalità e Made in Italy. Scopriamo questa giovane designer in questa intervista.

La scorsa estate mi sono imbattuta nel profilo LinkedIn di Benedetta G. Caputo e sono rimasta positivamente impressionata dai suoi occhiali perché riuscivano ad andare oltre l’omologazione, pur avendo una componente progettuale molto legata alla realtà. Incuriosita dal suo approccio, l’ho contattata e ho scoperto il perché di questo connubio che affonda le sue radici nella storia della sua famiglia attingendo da un percorso accademico interessante. Benedetta, infatti, oltre a essere ottico-optometrista, ha frequentato il Politecnico Internazionale dell’occhiale.

QUAL È STATA LA TUA FORMAZIONE ACCADEMICA?
In realtà il mio approccio al mondo dell’ottica o, meglio, la mia ‘immersione’ nell’occhiale, è avvenuta da bambina: sono cresciuta in un negozio di ottica, nella mia famiglia rappresento la terza generazione di ottici! I miei studi si sono focalizzati e orientati inizialmente verso l’ottica e l’optometria. Ma mi sono accorta che non mi sentivo totalmente appagata, la mia vocazione era un’altra. Quindi, ho frequentato il Politecnico dell’Occhiale in Cadore.

COSA CI RACCONTI DI QUESTA ESPERIENZA?
È stato un percorso formativo molto costruttivo, focalizzato sull’inserimento al lavoro.

QUANDO L’HAI TERMINATA?
Nel 2022.

COSA TI HA DATO A LIVELLO CREATIVO?
La creatività è innata nella persona, nella mia famiglia hanno sempre utilizzato la creazione. Più che a livello creativo, mi ha insegnato i vari aspetti relativi alla progettazione dell’occhiale e a vederlo in maniera più funzionale.

QUAL È IL TUO RUOLO OGGI?
Mi definisco un sarto dell’occhiale, ho una sartoria ottica, La Bottega dell’Occhio nel borgo medioevale Pisciotta (Salerno); sono una disegnatrice e sognatrice di occhiali.

ABBIAMO PARLATO DI CREATIVITÀ: COME LA SVILUPPI PER LE TUE MONTATURE?
Parte da un’immagine che abita la mia mente. Nella mia sartoria ottica realizzo occhiali per i miei clienti insieme agli stessi. La mia idea di occhiale si focalizza sull’espressione d‘identità del cliente. Inoltre, disegno per alcuni piccoli brand indipendenti emergenti che non vogliono omologarsi al senso estetico dettato dalle regole. Questo lavoro parte da un moodboard nel quale ci sono varie idee e arriva fino alla prototipazione del prodotto. Tengo molto a sottolineare che tutte le mie creazioni per lo store e gli occhiali di questi brand sono Made in Italy. Nel mio lavoro, tengo a indirizzare il cliente verso una produzione realizzata totalmente nel bel Paese e, devo dire con orgoglio, che in Campania ci sono eccellenze artigiane in grado di produrre occhiali di qualità.

QUANTO TI INFLUENZA LA TUA TERRA?
Tantissimo. Vivevo in città ma l’ho abbandonata. Qui tutto ha un ritmo autentico, siamo in un paese di 1500 anime in cui la simbiosi con la natura è forte e influenza molto il mio lavoro. A Pisciotta riesco a essere un artigiano perché ritrovo il piacere del fare, il tempo per dedicarmi alla cura dei dettagli. Lo scorrere lento del tempo si sposa bene con il mio lavoro di artigiano. Secondo me, disegni bene solo se la tua creatività si inserisce nella realtà.

QUANDO HO VISTO I TUOI SCHIZZI SULLA TUA PAGINA DI LINKEDIN, SONO RIMASTA COLPITA DALLA TUA CREATIVITÀ CHE VA AL DI LÀ DELL’OMOLOGAZIONE…
Credo che la mia creatività sia innata, fa parte di me fin da piccola. È vero, ho sempre avuto un orientamento fuori dagli schemi, che riflette molto la mia personalità. Sono sempre stata affascinata dagli occhiali Made in Italy del passato e faccio molto ricerca visiva in ogni campo, dalla moda al design.

CHI SONO I TUOI ‘MAESTRI’?
Sono realmente affascinata dai disegni di Andrea Finotti, che è stato il mio professore di disegno al Politecnico. Ha un tratto e una mano che dovrebbe mostrare di più! Mi piacciono molto le linee fluide di Yohji Yamamoto, dall’estrosità di John Galliano, dalle iconiche silhouette di Martin Margela e dalle vecchie collezioni di Balenciaga. Nell’arte sono affascinata da Dalì. Cerco di cogliere l’essenza dei vari artisti.

COME DEFINIRESTI LE TUE CREAZIONI?
Domanda difficile… Non convenzionali, che non devono necessariamente piacere a tutti. Ma anche eleganti.

UTILIZZI L’AI? COSA NE PENSI?
No, non la utilizzo perché non la conosco. Mi vorrei avvicinare a questo mondo perché mi affascina e mi piacerebbe capire come usarla ma preferirei continuare su questa inversione di marcia dell’artigianato. La trovo sterile e mi fa un po’ paura: guardo delle immagini e mi pongo delle domande sulla veridicità delle cose. Non so più quale sia il confine tra realtà e finzione.

COM’È LA TUA GIORNATA?
Molto lunga, anche se passa velocemente, in primis come ottico perché siamo un negozio di ottica e poi come designer.

QUANDO TROVI IL TEMPO DI DISEGNARE?
Nel retro del negozio c’è il mio laboratorio con il computer dove disegno e la macchina per tagliare gli occhiali. È uno studio, un laboratorio e un negozio ottica. Ci tengo molto a dire che il negozio è stato realizzato da mio papà Giuseppe.

COSA VEDI NEL TUO FUTURO PROFESSIONALE?
Ho delle grandi ambizioni e, anche se dicono di non svelare i propri desideri perché rischiano di non avverarsi, lo faccio! Vorrei creare occhiali per i film di Tim Burton! Per riuscirci, dovrei arrivare ad avere capacità impeccabili… Di mio ci metto tanto, tanto impegno. Mi vedo come un’artigiana-disegnatrice!