L’Ottico del Quadrilatero
Quella di Alessandro Aliprandi, titolare di Aliprandi Ottica, nel cuore di Milano, è una bellissima storia di imprenditoria.
Due anni fa, durante un evento del Fuorisalone organizzato da Silhouette Italia, abbiamo incontrato per la prima volta Alessandro Aliprandi, nel suo store nel Quadrilatero milanese della moda. Questa volta lo abbiamo invitato e intervistato nella nostra sede in Brera. “Aliprandi Ottica è un luogo dove passione e professionalità si incontrano. Ogni volto, e occhio, ha bisogno di cura e attenzione ed è nostro intento dare al cliente un servizio unico ed esclusivo”, dichiara sul suo sito Alessandro e, il suo racconto, lo rispecchia perfettamente. Il suo percorso professionale è scandito da tanti sacrifici ma anche da tante soddisfazioni e, soprattutto, da scelte strategiche allineate all’evoluzione del mercato dell’ottica e del contesto geografico particolare in cui si trova, a pochi passi da via Montenapoleone.
L’OTTICA È UN SETTORE POCO CONOSCIUTO E LE TESTIMONIANZE DI VOI OTTICI SONO IMPORTANTI PER FAR CAPIRE UN COMPARTO CHE HA ANCORA MOLTO DA ESPRIMERE. CI RACCONTERESTI COME SEI ENTRATO IN QUESTO MONDO?
Per caso! Ho iniziato a fare la scuola di ottica senza crederci molto; invece, dopo il primo anno, mi sono appassionato perché è un’attività che ricopre a 360 gradi tutto: dall’aspetto della moda a quello professionale, dall’aspetto tecnico al banale montaggio degli occhiali, fino alla visita che ti permette di prenderti cura dei tuoi clienti… una responsabilità non da poco. Poi, alla fine, c’è la ricerca dell’occhiale che rappresenta sicuramente la parte più divertente. È una professione complessa perché comprende un ventaglio di skill sia divertenti sia molto impegnative e mi piace molto poter seguire il cliente e fidelizzarlo in base alle mie capacità e conoscenze.
QUINDI DOPO UN INIZIO CASUALE, TI TROVI INVECE COINVOLTO IN UNA PROFESSIONE CHE NON IMMAGINAVI… QUALI SONO STATI I PRIMI PASSI NEL MONDO DEL LAVORO?
Durante la scuola, ho iniziato a lavorare come magazziniere in un negozio di ottica, poi appena mi sono diplomato mi hanno assunto immediatamente. Mi ricordo ancora le date: il 29 giugno mi sono diplomato e il 2 luglio mi hanno assunto. Poi, dopo questa esperienza, sono andato a lavorare per un altro negozio dove ho approfondito la parte professionale e, come ultimo passo, ho deciso di mettermi in proprio. Quindi ho aperto il mio primo store a 50 metri da quello attuale. Nel 2022 ho avuto l’opportunità di aprire un centro ottico più grande, più visibile e, dopo 18 anni, ho creduto fosse necessario migliorare.
IL TUO CENTRO OTTICO È SITUATO IN UNA ZONA IN CUI CI SONO VETRINE IMPORTANTI E UNA CLIENTELA INTERNAZIONALE D’ALTO LIVELLO. IN QUESTO CONTESTO, SAREBBE UN PO’ DISTONICO NON AVERE CURA DEL LAYOUT. QUANDO NASCE LA TUA ATTIVITÀ A MILANO?
Il negozio si trova in via Borgospesso, nel centro del Quadrilatero della moda e, proprio per non creare una distonia con il contesto che mi circonda, è stato progettato dallo Studio Premoli Silva di Milano; lavoro ormai da quasi vent’anni in quella zona e il punto vendita è nuovo e quando ci siamo incontrati mi ero appena trasferito.
È UNA ZONA IN CUI C’È ANCHE MOLTO FLUSSO TURISTICO… COME GESTISCI QUESTA CLIENTELA?
Sì, sicuramente però anche coi turisti riesco a creare un legame. Ci sono stranieri che tornano più volte e quando vengono a Milano vengono a trovarmi.
ENTRIAMO ORA NELLA DINAMICA PROFESSIONALE. LA NOSTRA MISSION È CERCARE DI RACCONTARE STORIE DI OTTICI INDIPENDENTI, SI TRATTA QUINDI DI UNA SCELTA IMPORTANTE PERCHÉ DA UNA PARTE SIETE SOLI SUL MERCATO, NEL SENSO CHE LE DECISIONI NON LE POTETE CONFRONTARE E QUINDI AVETE UNA MAGGIORE RESPONSABILITÀ, DALL’ALTRA AVETE ANCHE PIÙ LIBERTÀ, NEL SENSO CHE COMUNQUE SVOLGETE LA VOSTRA ATTIVITÀ SECONDO I VOSTRI CRITERI. QUAL È L’ELEMENTO FONDAMENTALE PER POTER RIMANERE IN QUESTO MERCATO COSÌ COMPETITIVO? CIOÈ, QUAL È QUELLA QUALITÀ O QUELLE QUALITÀ CHE, SECONDO TE, SONO PROPRIO IMPRESCINDIBILI PER POTER ESSERE E RIMANERE OTTICO E INDIPENDENTE?
Potrei dirti la passione, ma è abbastanza banale… però alla fine è quello! Credo che anche il rapporto umano che crei con il cliente sia fondamentale, oltre la scelta dei brand.
QUESTO, AD ESEMPIO, È UN ALTRO CRITERIO, NO?
Sì, negli anni ho fatto dei cambiamenti perché il mercato è mutato ma ho sempre cercato di lavorare soprattutto con brand appartenenti all’occhialeria.
SPIEGACI MEGLIO PERCHÉ NON È UNA SCELTA BANALE… HAI DECISO, QUINDI, DI NON INDIRIZZARTI VERSO LE GRIFFE, OSSIA I MARCHI IN LICENZA AI PRODUTTORI DI OCCHIALI?
Sì, esatto. Ho scelto marchi che nascono all’interno del comparto come Silhouette, Persol, Ray-Ban ma anche brand più di ricerca, dai marchi giapponesi ai brand indipendenti Made in Italy che, secondo me, sono dei prodotti interessanti. Essendo circondato dalle boutique delle griffe più importanti, non avrebbe avuto senso mettermi in competizione con loro. Ho fatto questa strategia di differenziazione che credo sia sensata per il contesto dove sorge il mio store.
PARLAVI DI MADE IN ITALY: È UNA LEVA CHE IL CONSUMATORE RICHIEDE O DEVE ESSERE SPIEGATO?
Per quanto riguarda gli stranieri, direi che è abbastanza scontata la richiesta; ho notato ultimamente che richiedono tanto il Made in Italy di brand indipendenti, di aziende piccole magari… I clienti fidelizzati si fidano molto di quello che consiglio. Per loro si tratta di una scelta più di estetica.
QUINDI C’È LA NECESSITÀ DI AVERE L’OCCHIALE UNICO?
Esattamente, cercano i marchi che magari non trovano nei vari corner degli aeroporti o in giro per il mondo.
COME AVVIENE LA TUA RICERCA DI QUESTI BRAND?
Attraverso il web, controllo le varie pagine social dei miei colleghi e prendo ispirazione. Ritengo le fiere importantissime perché ti permettono anche di ‘annusare’ come è la situazione e la direzione del mercato. E poi, ripeto, il gusto; purtroppo, ci sono delle cose che non mi piacciono e non le prendo perché poi non riuscirei a venderle. L’aspetto negativo di essere indipendente è quello che il negozio diventa proprio a tua immagine e somiglianza.
BEH, PERÒ È ANCHE QUELL’ELEMENTO FORSE CHE FIDELIZZA, NO?
Sì!
IL LAVORO IN UN NEGOZIO È IMPEGNATIVO PERCHÉ TI ASSORBE SEI GIORNI ALLA SETTIMANA…
Sì, il lunedì, con il negozio chiuso, lo dedico in esclusiva agli appuntamenti. Ho creato questa fascia dove se il cliente vuole essere maggiormente seguito, gli dedico delle ore. Anche perché durante la settimana non riesco a prendere appuntamenti, c’è sempre un gran via vai.
COME SI COMUNICA ALIPRANDI OTTICA?
Ultimamente ho una collaboratrice che mi aiuta sul discorso dei social, del sito e della comunicazione in generale.
TROVI CHE LA COMUNICAZIONE TI ABBIA AIUTATO IN QUALCHE MODO? HAI AVUTO BENEFICI A LIVELLO COMMERCIALE?
Abbiamo iniziato da un anno e mezzo e per questi progetti ci vuole un tempo fisiologico affinché riescano a dare dei risultati concreti. Secondo me sì e poi con una comunicazione strutturata e curata sei anche più appetibile per le aziende con cui lavori. Devo anche capire quanto abbia aiutato anche la nuova location che è più visibile rispetto a quella precedente e ha anche più passaggio. Sicuramente il nuovo negozio ha portato a un aumento della vendita dell’occhiale da sole.
IL TUO NEGOZIO HA DUE VETRINE: CHI LE CURA? È SICURAMENTE UN COMPITO DIFFICILE VISTO IL CONTESTO IN CUI TI TROVI.
Sono sempre io ma le ho realizzate con l’aiuto dell’architetto e abbiamo studiato una tipologia di esposizione che prevede solo l’inserimento degli occhiali. È stato un modo per semplificare il mio lavoro. Probabilmente è un sistema che in futuro dovremo cambiare in base alle nuove esigenze del mercato.
LE AZIENDE ALCUNE VOLTE DOPO ANNI DI LAVORO INSIEME SI TRASFORMANO IN PARTNER. TI È SUCCESSO?
Sì, ad esempio (e qui mi ripeto) ho iniziato con Silhouette quando ho aperto il mio primo store e ho fatto eventi con loro e con altre realtà. Ci permettono di dare vitalità al negozio.
Ph. Guido Stazzoni
Paola Ferrario