O-Six va nel futuro


di Paola Ferrario

La tecnologia brevettata Cube, il 3D in acetato, porta il brand oltre la consueta stampa 3D.

Un tempo quando ancora venivano definiti “occhiali di nicchia”, quando c’erano poche voci fuori dal coro, O-Six rappresentava una tra le più autorevoli sul mercato internazionale. Forte di un design originale abbinato ad artigianalità e Made in Italy, aveva portato alla fine degli anni Ottanta un tocco di originalità destinato a scrivere una pagina nella storia dell’occhiale. Negli anni, il marchio non ha perso il suo DNA, anzi, si è evoluto puntando anche su innovative soluzioni tecnologiche, tra cui l’evoluzione di taglio in 3D dell’acetato: Cube. Massimo Mancini, Chief Designer e Brand & Product Manager di O-Six, ci spiega la filosofia e le novità del brand.

Ci delineerebbe le tappe principali di O-Six?
Il marchio è stato fondato nel lontano 1989 ed è stato rilevato nel 2016 da Thema Optical, realtà con due sedi, una a Domegge di Cadore e una a Miami.
In concreto a Domegge abbiamo due location operative: quella storica, in cui c’è la parte produttiva e un mini museo dell’occhiale, e quella aperta circa quattro anni fa che ospita su 3000 mq gli uffici e il magazzino.
In totale abbiamo 70 collaboratori. Tornando a O-Six, abbiamo voluto mantenere la filosofia di “outsider” dell’occhiale adattando le proposte alle esigenze attuali del mercato. In più, abbiamo due elementi che giocano a nostro favore: l’aspetto tecnologico e la velocità nelle consegne.

Cioè?
Per quanto riguarda la tecnologia, abbiamo lanciato l’evoluzione del taglio in 3D dell’acetato, proponendo Cube. Quindi, non utilizziamo le classiche stampanti, ma un macchinario ad hoc brevettato che lavora direttamente su un blocco in acetato in 3D.

In quanto tempo riuscite a consegnare all’ottico gli occhiali realizzati con questa nuova tecnologia?
In soli cinque giorni. Come ti dicevo, la consegna, oltre che degli occhiali in 3D, è uno dei nostri capi saldi.

Anche attraverso questa tecnologia riuscirete a garantire la qualità del Made in Italy?
Assolutamente sì, in più siamo i primi a proporla sul mercato, quindi garantiamo anche l’unicità del prodotto unendo tradizione e tecnologia.

Il tutto proiettando l’occhiale nel futuro. O-Six però è anche legato al mondo dell’arte. Come si sta sviluppando questo percorso?
Siamo partiti con il concorso “O-Six for Art” dedicato a giovani artisti e designer che ha visto partecipare più di 60 progetti. I sei giovani artisti vincitori della prima edizione sono stati premiati durante la Biennale d’arte di Venezia lo scorso maggio.
Le opere finaliste, selezionate e prodotte in serie limitata, sono esposte anche al Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore (Belluno) e a Palazzo Mora fino alla chiusura della Biennale. Il concorso è nato con l’intento di dare maggiore visibilità ad artisti italiani e stranieri, attraverso la realizzazione di disegni originali che avessero come tema la forma dell’occhiale. La partecipazione di innumerevoli ragazzi da tutto il mondo ha consolidato il legame tra arte e il nostro brand, ed è nostra intenzione proseguire questo interessante percorso anche per le prossime edizioni.