Ottica Caradonna – Nico Caradonna – Un ottico very social
“Il mio blog ha l’obiettivo di ispirare i miei colleghi ottici nella realizzazione di attività strategiche di marketing per i loro negozi e per lo sviluppo del proprio personal branding.
La vera chiave di successo per il mercato di ottica moderno”.
di Paola Ferrario
Classe ‘81, appassionato di tecnologia, Nico Caradonna fonda nel settembre 2014 il suo blog di ottica e occhiali di design. Attualmente gestisce insieme al fratello Alessandro il centro ottico fondato dal padre nel 1995 a Modugno (Bari), Ottica Caradonna. Inoltre collabora con blog di ottica, costruisce piani editoriali e sviluppa strategie per il marketing digitale di negozi di ottica.
Con lui abbiamo affrontato l’impatto dei social media sui centri ottici “carpendo” anche qualche consiglio.
Quali sono i social più utilizzati dai centri ottici?
Sicuramente Facebook. Ma negli ultimi due anni Instagram è sempre più utilizzato come vetrina per il centro ottico perché permette di ottenere maggiore visibilità ed è più immediato.
Quanto è consapevole l’ottico italiano dell’importanza dell’utilizzo dei social media come strumento di comunicazione?
Rispetto agli altri settori, come ad esempio la moda e il design, non siamo perfettamente in linea, anche se di poco. Molti ottici non hanno ancora compreso la potenzialità dei social ma ci sono ampi spazi di miglioramento e di crescita. In generale direi che manca la consapevolezza di considerare la “vetrina” dei social tanto quanto quella del negozio.
Solo quando arriveremo ad equipararle potremo dire di essere a buon punto.
Quali sono le difficoltà iniziali nel momento in cui un ottico decide di utilizzare questi strumenti?
La prima difficoltà è comprendere a quale pubblico si vuole comunicare: molti pensano di poter parlare alle stesse persone che arrivano nel centro ottico, ma non è così. Sui social il pubblico è diverso per interessi, gusti e fascia di età. In più, varia anche da social a social: i follower di Facebook sono diversi da quelli di Instagram, ad esempio. Di conseguenza, è importante sapere utilizzare un linguaggio consono, sapere modulare il nostro modo di comunicare in base al social che stiamo utilizzando.
Quali gli strumenti dovrebbe utilizzare un ottico?
Esistono centinaia di tools da utilizzare per produrre contenuti, monitorare il nostro pubblico e pianificare azioni sui social. Tuttavia, credo che la cosa più importante sia la conoscenza o per meglio dire una buona base di cultura digitale da acquisire. L’ottico e tutto il suo team di collaboratori dovrebbero essere ben informati su come comunicare attraverso i social, proprio come si lavora in tal senso nei negozi.
Quali sono invece gli sbagli da non commettere?
Gli sbagli sono necessari: chiamiamoli “test” però che ci fanno capire cosa funziona e cosa non. Quando dobbiamo raccontare quello che facciamo attraverso i social dobbiamo porre attenzione a non diventare autoreferenziali: alla gente interessa capire se ci sono delle soluzioni per i loro problemi visivi. Non bisogna usare i social come strumenti di vendita ma come luoghi di narrazione per la nostra professione, cercando di raggiungere il maggior numero di clienti o potenziali.
Avrebbe qualche consiglio da fornire?
Sì, avere un’immagine coerente a livello grafico tra sito, social e blog. Stesso identico discorso per le tempistiche: devono essere omogenee.
Perché ha deciso di aprire un blog e qual era lo scopo?
Nel 2014 ho iniziato un percorso di personal branding attraverso il mio blog poi, successivamente, ho avviato anche quello legato al mio centro ottico. È un quaderno digitale dove racconto il lato professionale e bello della mia attività lavorativa. Ciò che ho espresso nelle pagine del blog è autentico e ha portato ad una redemption positiva all’interno del mio centro ottico. Il digitale rappresenta una grande sfida che bisogna saper cogliere!