Ottica Gecele – Guido De Martin – It’s only rock’n roll
Attraverso la musica la sua mente esplora nuove sensazioni lasciando spazio ai sogni.
Nella vita professionale Guido De Martin è un contattologo molto apprezzato. Attualmente è Responsabile dell’ambulatorio di contattologia dell’Ottica Gecele di Trento, centro ottico che lo vede attivo da ben 31 anni in seguito ad una breve esperienza a Venezia (città che gli è rimasta nel cuore e dove si reca appena ha un paio di giorni liberi). Parallelemente, svolge l’attività di consulente per alcune realtà produttive di lenti corneali occupandosi della valutazione clinica di nuovi materiali e della stesura di protocolli applicativi relativi alle lenti a contatto. La sua specializzazione l’ha portato inoltre ad essere relatore presso alcuni importanti congressi sul territorio nazionale e alcuni suoi studi sono stati pubblicati su importanti riviste scientifiche. Nella vita privata è un uomo nelle cui vene scorre il rock, da sempre mezzo per evadere dalla realtà e trovare una dimensione all’insegna del relax.
La chitarra e la musica in generale sono entrati a far parte della sua vita fin dai primi anni della sua infanzia come ci ha raccontato. “A soli 10 anni mi divertivo a suonare la batteria in una cantina che alcuni ragazzi più grandi mi lasciavano utilizzare durante il pomeriggio. Quattro anni dopo ero il chitarrista in un gruppo che avevo fondato con alcuni amici”. La musica lo accompagna tuttora e, in un certo senso, sfiora la sua vita professionale: “Mi capita di tornare dai congressi e di dover guidare di notte, al buio. Per tenermi sveglio e per darmi la carica, alzo il volume della radio e ascolto i miei autori preferiti, anche se amo sentirli con le cuffie che mi permettono di estraniarmi da tutto e da tutti”. Lo abbiamo accolto nel nostro Hangarcreativo di Milano con la sua chitarra e il suo chiodo. Il risultato? Lo potete vedere attraverso le immagini dello shooting. Senza dubbio l’anima da rocker c’è. E si vede!
Qual è stato il suo primo lavoro come ottico?
La mia prima esperienza lavorativa è avvenuta nella magica Venezia, vicino al Ponte di Rialto. Era il lontano 1984 e mi ero trasferito da Treviso; il punto vendita per cui lavoravo aveva allora l’insegna “Ottica Citton & Castro” ed era un negozio storico.
Quali sono le emozioni più forti legate a questa esperienza?
Sicuramente abitare a Venezia mi dava fortissimi emozioni. È un luogo magnifico che mi è rimasto nel cuore… appena posso ci ritorno! Un altro elemento importante degli anni veneziani è stata l’esperienza lavorativa accanto a Giuseppe Reccafina che mi ha fatto innamorare della contattologia. Ero talmente preso che non mi fermavo mai, nemmeno la sera.
La contattologia è poi diventata con gli anni la sua specializzazione. Cosa l’attirava di questo segmento dell’ottica?
Il mio interesse durante gli anni che ho trascorso a Venezia è coinciso con la nascita dei primi materiali dell’era moderna: tutto era molto stimolante perché abbiamo assistito nel giro di poco tempo ad un enorme sviluppo. Ero molto giovane, da subito mi sono incuriosito e buttato anima e corpo in questa specializzazione.
Quali sono gli aspetti positivi della contattologia nella sua vita professionale?
Il rapporto che si crea con il paziente. È molto diretto e mai distaccato; in più, ti permette di dare la soluzione più adatta perché, a parte coloro che soffrono di difetti visivi molto lievi, ci sono persone che con la contattologia rivivono. Ti permette di migliorare la qualità della vita della persona. E non è poco!
La mia professione mi ha portato ad affrontare molto spesso casi clinici con pazienti molto piccoli dove spesso ho riscontrato le situazioni estreme più particolari.
Qual è stato il caso clinico più difficile?
Una delle prime pazienti pediatriche, una bimba adottata che arriva dalla Russia con dei disagi comportamentali e visivi notevoli. Nel suo paese d’origine ha vissuto per tre anni sdraiata su un letto in un istituto; una situazione tremenda, dove l’unica cosa che vedeva era il soffitto. Le ho riscontrato una miopia elevatissima e a quattro anni siamo riusciti a metterle le lenti a contatto. Adesso ha sedici anni e ha notevolmente migliorato il rapporto con la vita.
È autonoma. Tra l’altro ha il pallino della meteorologia e tutte le volte che deve nevicare passa del negozio per avvisami. E ha sempre ragione!
Quale direzione ha preso questa sua competenza?
Da 31 anni mi occupo esclusivamente ed attivamente di contattologia, sia rigida che morbida. Attualmente opero come Responsabile del centro di contattologia e optometria dell’Ottica Gecele di Trento, uno dei più grossi del Nord Italia. Inoltre dal 2002 collaboro attivamente come opinion leader con importanti aziende produttrici di lenti corneali per la valutazione clinica di nuovi materiali e la stesura di protocolli applicativi delle lenti a contatto. Nel 2002 ho vinto il premio “Master Fitter” Italiano promosso da Baush & Lomb per lo studio clinico e la relazione sui polimeri al silicone.
A livello professionale quali sono i suoi skill ulteriori?
Da 25 anni mi occupo della gestione e dei mezzi di correzione della visione in patologie o alterazioni funzionali retiniche congenite o acquisite tramite l’uso di lenti corneali con particolare attenzione all’età pediatrica. Dal 2003 mi dedico alla formazione per ottici e oculisti con seminari in contattologia clinica; inoltre ho partecipato a diversi seminari in qualità di relatore. Dal 2009 fino al 2013 sono stato Faculty Member del “The Vision Care Istitute” di Milano.
Nel 1985 entra in Gecele Trento, aperto nel 1947 da Gisella Boso, la prima ottica donna in Italia. Ha avuto l’occasione di lavorare con lei?
Sì, agli inizi. Era un presenza molto influente in negozio. Una signora alta molto magra, precisissima! Le faccio un esempio: se un cliente arrivava alle 19.01 lo mandava via perché era in fase di chiusura. Anche al mattino era la prima ad arrivare.
C’è qualcosa in particolare che l’ha colpita?
Era un grande donna dalla forte personalità. Mi ricordo che mi disse che tra i suoi professori ci fu Margherita Hack.
Ci racconterebbe i suoi primi anni in questo storico punto vendita?
Il negozio aveva una superficie espositiva di un terzo rispetto all’attuale. A Gisella è subentrato il figlio Fabio che si è occupato dell’ampliamento; è stato molto lungimirante perché l’ha trasformato in uno dei centri più grandi del Nord Italia. Ora è subentrat la nuova generazione Gecele con i filgi Paolo e Elena che hanno il compito di proiettare verso il futuro questa storica realtà.
Com’è strutturato?
È dislocato su due piani: il piano terra è diviso in tre tipologie di ambienti diversi, pensate per tre target differenti, da quello più classico a quello più moderno a quello più giovane. Nei piani superiori ci sono gli studi per l’esame della vista e per la contattologia.
Quale tipi di prodotti avete?
La nostra filosofia è la qualità, non siamo scontisti. Vogliamo prodotti di alto livello e la nostra clientela sa che ha un servizio estremamente professionale. Lo staff è addestrato in tal senso.
Com’è proseguito il suo percorso lavorativo?
Avrei dovuto fermarmi a Trento per poco tempo ma ci vivo e lavoro da 30 anni! Ottica Gecele è un luogo stimolante in cui la qualità fa da padrona. Ho la possibilità di uscire dal punto vendita per cercare stimoli che mi permettono di arricchirmi, sia dal punto di vista professionale che personale attraverso la collaborazione con le aziende e occupandomi anche della formazione.
Cosa rappresenta per lei la musica?
Un’evasione, un’arte come la poesia e la pittura. Dà la possibilità alla mente di espandersi in spazi armonici. La ascolto spesso con le cuffie per sentirmi più libero e non condizionato dai rumori esterni.
Quando è nata questa passione?
Fin da piccolo mi sono sempre divertito a strimpellare qualsiasi strumento trovassi. Dai 10 anni in poi, dopo la scuola, andavo a suonare una vecchia batteria che mi era stata messa a disposizione in una cantina da alcuni ragazzi più grandi di me che si esercitavano alla sera; nel frattempo, regalarono a mio fratello una chitarra classica su cui mi sono esercitato. A 14 anni ho formato assieme ad altri tre amici il mio primo complesso musicale dove ero ovviamente il chitarrista.
Qual è il genere che preferisce?
Il rock a 360°.
E il cantante o il gruppo che ascolta?
Il rock inglese, adoro Mark Knopfler dei Dire Straits, Eric Clapton, Philip Collins… Mi piacciono molto anche i Dream Theatre che li ascolto quando ho bisogno di carica, soprattutto la sera tardi per non addormentarmi in macchina!
Un’altra sua passione è il mare…
Il mare è sinonimo di vacanza, innanzitutto.
Quali luoghi marini le piace visitare?
Mi reco sempre in vacanza in posti caldi e assolati, ma sempre in zone dove vi sia un contatto con la popolazione e con la natura autoctona. Alle spiagge affollate e chiassose o ai grandi villaggi turistici preferisco realtà più piccole e immerse nell’ambiente circostante.
Il suo ultimo viaggio?
A Zanzibar in un villaggio turistico che accoglieva solo 40 ospiti; un posto incantevole e incontaminato lontano dalle zone turistiche, forse troppo visto i rischi legati alla sicurezza che potrebbero incorrere strutture così isolate. È stata una vacanza un po’ da pazzi perché il villaggio a 20 km dopo è stato assaltato.
Qual è il suo rapporto con la montagna?
Provenendo da Venezia ed essendo trevigiano, ho sempre avuto un rapporto più forte con il mare. All’inizio è stato amore-odio. Negli ultimi due anni ho iniziato ad apprezzarla girandola con le ciaspole.
Ha altre passioni?
Sì, le macchine d’epoca. Dico sempre: una macchina che nasce bella è paragonabile a una signora che nasce bella e rimane tale anche quando sfiorisce con l’età.