Self Control


di Roberto Rasia Dal Polo
Tratto dal libro di Roberto Rasia dal Polo: “Conduci la tua vita!” in vendita su www.robertorasia.it

Amici di Platform Optic, insieme non abbiamo ancora affrontato un tema di grande attualità: il potere del controllo. È un argomento davvero affascinante e molto vasto. Occorre subito distinguere fra la capacità di controllarsi in una determinata situazione e il potere di controllo che si può avere sugli altri.
Sono due mondi separati e noi, oggi, ci occuperemo del primo di questi due. Anche se, al termine di questo articolo capirete che le due cose sono strettamente connesse.
Qualcuno potrebbe pensare che l’uomo, in quanto animale evoluto, abbia nei secoli – anzi nei millenni – sviluppato una notevole capacità di auto-controllo. Niente di più sbagliato.
Come se fossimo agli albori della nostra civiltà, il 95% degli uomini reagisce a uno stimolo in modo istintivo o, come si usa dire, di pancia.
Questa modalità è quasi sempre la peggiore, perché basata appunto sull’istinto del momento e non su un’analisi profonda che tenga conto delle reazioni a catena che una data azione può sviluppare.
Almeno se parliamo di rapporti fra persone, di vendita e di relazione.
Non si può dire lo stesso delle reazioni di fronte al pericolo, per le quali l’uomo ha invece sviluppato un’abilità di Roberto Rasia Dal Polo notevole.
Se pensiamo a una relazione familiare o anche a una negoziazione nel mondo del lavoro, oppure se ricordate un episodio in cui un vostro cliente si è imbestialito, perdendo il controllo, vi renderete subito conto che la reazione è stata quanto mai impulsiva e azzardata.
Se solo quella persona o quel cliente avesse atteso qualche minuto, se solo fosse riuscito appunto a controllarsi, tutto sarebbe cambiato. Bene, ho una notizia buona e una cattiva.
La cattiva è che questa attitudine nelle persone che ci troveremo di fronte nella vita non riusciremo a cambiarla.
La notizia buona è che possiamo prenderne atto e usarla a nostro vantaggio. Come? Con l’intelligenza predittiva. Per spiegarla mi rifaccio alla studiosa americana Leil Lowndes che, non senza una certa ambizione intellettuale, ha voluto teorizzare un passo avanti rispetto all’intelligenza emotiva sviluppata da Daniel Goleman nel 1995 sugli iniziali studi a questo proposito del 1990 dei professori Peter Salovey e John D. Mayer.
Andiamo per ordine: per Goleman la capacità di riconoscere, analizzare e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri si definisce “intelligenza emotiva” e può essere utilizzata per migliorare le proprie performance relazionali e aziendali. Ed è assolutamente vero.
La dottoressa Lowndes, invece, sostiene che oltre all’intelligenza emotiva, l’uomo possa spingersi con il proprio comportamento e il proprio linguaggio addirittura oltre e possa riuscire a prevedere le emozioni degli altri, delineando così la teoria dell’“intelligenza predittiva”.
Il concetto è affascinante, ma come tutti gli studiosi meramente intellettuali, mancano poi gli esempi pratici, quelli concreti e veri della nostra vita quotidiana. Proviamoci noi, ma senza alcuna ambizione intellettuale, sebbene armati di tutta la nostra capacità di concretezza.
Riuscire a prevenire le emozioni degli altri vuol dire innanzitutto avere il perfetto controllo delle proprie. Perché sono proprio le nostre emozioni e le nostre azioni che possono determinare nell’altro una reazione.
E siccome abbiamo visto prima che la reazione delle persone di solito è istintiva, impulsiva e di pancia, se siamo furbi, possiamo determinare noi (almeno in parte) le loro reazioni.
Se io riesco a controllare, gestire e magari a impostare strategicamente una mia parola, una mia azione o una mia emozione, riuscendo nel contempo a immaginare quale possa essere la reazione dell’altro, ecco che il gioco è fatto. Sembra facile, ma sappiamo tutti che non lo è.
Anche se ho in serbo per voi un esempio che vi chiarirà il concetto in un batter d’occhio. Purtroppo per noi, però, è un esempio negativo ovvero un esempio che ci insegna cosa non fare.
Tornate con la vostra mente a un periodo sentimentalmente infelice, in cui non riuscivate ad andare d’accordo con il vostro partner. Litigi frequenti e brutali. Discussioni inevitabili e ben poca soddisfazione sentimentale.
Visualizzate nei dettagli una di quelle scene.
Bene, vi siete coperti di negatività a sufficienza? Ok, adesso immaginate di essere di fronte a quel partner e intuire che sta per scoppiare l’ennesima sfiancante discussione. State per parlare, state per rispondere a una sua domanda. State per usare l’impulso e la pancia. Fermatevi un attimo e fate due ipotesi: la prima in cui direte una cosa che lo farà imbestialire. Toccherete il tasto che sapete vi scatenerà addosso tutto l’odio del vostro partner.
La seconda in cui vi controllate, pensate e provate a dialogare cercando un punto di contatto, in modo da calmare l’altro e portarlo dalla vostra parte. Ok, onestamente ora rispondete a questa domanda: è o non è vero che la prima ipotesi è di gran lunga la più facile da realizzare? Se, in questo caso, conoscete bene una persona, è facilissimo farla arrabbiare.
Vero? Ne conoscete i punti di forza e i punti deboli. Sapete che una cosa detta in un modo o nell’altro scatenerà l’inferno. Ecco, avete appena capito cosa sia l’intelligenza predittiva.
Peccato che sia necessario utilizzarla al contrario ovvero non per creare barriere, ma per abbatterle.
E, questa è la seconda notizia negativa, è molto più difficile. Ma non impossibile.
Per riuscirci occorrono due abilità: l’auto-controllo, spesso basato su una serenità di base (immaginate come possa rispondere un commerciante sereno a un cliente maleducato e come invece risponda un commerciante già frustrato di suo…) e la seconda abilità l’ascolto assoluto dell’altro.
Per conoscerlo, analizzarlo e dunque prevederlo. Abbiamo parlato tanto di Ascolto da queste pagine, recuperate un paio di numeri arretrati e vi potrete rinfrescare la memoria.
La capacità di influenzare gli altri passa anche per l’auto-controllo, una pratica da covare giorno dopo giorno.
E per coltivare un buon auto-controllo nulla è più efficace della volontà, la capacità di porci dei limiti, di attendere a dire una cosa, di modificare un’azione e di non lasciare troppo spazio all’impulsività.
È possibile tutto questo, a patto di volerlo fare. Siamo sempre lì, voi ne avete voglia? Perché la posta in gioco è alta, si tratta di saper influenzare gli altri per migliorare la loro vita e la nostra.
Mica poco!
Comunichiamo Amici, non è mai abbastanza!