Un Vulcano di Idee

Appassionato di contattologia, tanto da essere tra i protagonisti della docuserie di assottica “We Have a Vision”, Stefano Orlandini ha aperto lo scorso ottobre un secondo centro ottico sotto la storica insegna Ottica umberto I a Cuniana.

Stefano Orlandini è una personalità poliedrica dalla simpatia travolgente. Lo abbiamo incontrato alla cena del gala del Convegno di Assottica insieme al figlio Riccardo e siamo stati colpiti dal suo fermento creativo e dalla sua passione per la professione. La sua storia parte dalla sua famiglia che aveva un negozio di fotografia, passa dal suo mentore Lucio Gorlato, dalla società con due colleghi, fino ad approdare all’apertura del suo centro Ottica Umberto I a Giaveno (Torino) insieme alla moglie Tiziana e alla recente inaugurazione insieme a parte della sua famiglia nella sua città di origine: Cuniana, sempre nel torinese. Stefano racconta la sua storia in queste pagine e ci svela i gusti e i desideri della realtà in cui vive e lavora.

PERCHÉ HAI INIZIATO IL TUO PERCORSO NELL’OTTICA?
Sono “figlio d’arte”: i miei genitori possedevano un negozio di fotografia ed era loro preciso desiderio che seguissi la loro strada… Mi sono iscritto al corso di ottica all’IRSOO di Vinci, poi, in seguito, ho conseguito anche il diploma in optometria.

QUANDO SEI ENTRATO NEL MONDO DEL LAVORO?
Dopo il diploma sono stato chiamato per lavorare con un paio di realtà, ma la vera esperienza formativa importante è stata la collaborazione di quattro anni con Lucio Gorlato.

PERCHÉ LUCIO È STATO IMPORTANTE PER TE?
Lucio è stato il mio maestro e il egame che ho instaurato con lui è continuato anche dopo che ho concluso la mia esperienza lavorativa presso il suo negozio. Gli devo molto… Mi ha insegnato tutto! In quegli anni si lavorava tantissimo e quell’esperienza mi ha permesso di imparare i segreti della nostra professione.

QUANDO HAI DECISO DI APRIRE IL TUO CENTRO OTTICO?
Nel 1995 ho aperto Ottica Umberto I a Giaveno. Desideravo realizzare un progetto nuovo. All’inizio ero in società con due amici che hanno studiato con me optometria e avevano alcuni negozi a Torino. In realtà la gestione era tutta nelle mie mani perché per loro era un investimento. Per realizzarlo ho lavorato ininterrottamente per due mesi, dal mattino alla sera. Ho creato tutto, dal bancone alle nicchie. Nulla debordava dal muro, era tutto incassato: gli occhiali erano esposti all’interno di nicchie illuminate e i cassetti erano incastrati nel muro.

ATTUALMENTE QUAL È LA TUA ATTIVITÀ?
Nel 2005 mi sono trasferito in una nuova sede nel centro storico di Giaveno. Si tratta di una realtà completamente diversa, più ampia con una zona dedicata alla vendita degli occhiali da sole, due sale visita, una sala per le lenti a contatto e un laboratorio. Oltre a questo negozio, lo scorso ottobre ho aperto un altro centro ottico a Cuniana in provincia di Torino, il paese di origine della mia famiglia. Ho acquistato questo negozio da un collega che è andato in pensione. Cuniana è un paese da 7000 abitanti e, grazie alla nuova attività, ho ritrovato i compagni di scuola, amici e conoscenti di vecchia data… In seguito a questa apertura, ho coinvolto tutta la famiglia: mio figlio Riccardo, mia nipote Chiara, mio nipote Mattia, mia cognata Loredana, oltre alla mia collaboratrice storica Barbara.

ANCHE PER QUESTO CENTRO OTTICO HAI COLLABORATO ATTIVAMENTE ALLA REALIZZAZIONE DEL LAYOUT?
Adoro l’arredamento e la progettazione: per Cuniana ho disegnato l’arredo e l’ho fatto costruire in parte… Mi sono cimentato in tanti lavori manuali.

COSA TI APPASSIONA DI PIÙ?
La contattologia.

CI RACCONTERESTI L’ESPERIENZA “WE HAVE A VISION”, LA DOCUSERIE DI ASSOTTICA DI CUI SEI STATO PROTAGONISTA?
Di questa esperienza ricordo che quando mi telefonarono mi dissero che sarei stato il primo! Insomma, avrei dato il via a questo progetto… In realtà sono abituato a stare di fronte a una telecamera perché realizzo video su YouTube dedicati al mondo dell’ottica. Ad esempio parlo di occhiali legati alle mie passioni come occhiali sportivi, per immersioni e, ovviamente, tratto la contattologia.

NEGLI OCCHIALI C’È UN’EVOLUZIONE? SE SÌ, VERSO DOVE?
I miei clienti sono molto attenti al bello, vogliono qualcosa che doni al loro viso e non badano al prezzo. C’è un’attenzione maggiore anche da parte dell’uomo. Ci chiedono anche lenti di alta tecnologia, che noi proponiamo sempre. Stamane è venuto un rappresentante di un brand di lenti e ha proposto lenti realizzate grazie all’utilizzo di nanotecnologie con un’altissima resistenza all’impatto e ai graffi. Pensa che lo stesso materiale viene utilizzato come parabrezza per lo Shuttle. In generale, proponiamo prodotti particolari perché danno un valore aggiunto. So già che a gennaio le venderò tantissimo!

COSA PENSI DELLE FIERE?
Mi piacciono tanto, sia le fiere sia i convegni. Cerco di partecipare… Non sono mai andato all’estero, ma solo a MIDO. I miei clienti non amano molto gli occhiali di design… Sono molto disposti a spendere per le griffe.

QUAL È IL BRAND A LIVELLO DI DESIGN CHE CONSIDERI TOP?
Trovo che gli occhiali Luxottica abbiano una marcia in più: c’è un’assistenza post-vendita pazzesca! Un’azienda con cui lavoro molto bene per l’uomo è Kador. Per il segmento femminile, in questo momento sto lavorando molto con Dior.

COSA VEDI NEL FUTURO DELL’OTTICA?
Mi aspetto una crescita nelle richieste di lenti a contatto multifocali per la fascia 40/50 anni. C’è inoltre voglia di utilizzare gli occhiali progressivi nei nuovi presbiti.