La voce: strumento magico!

Tratto dal libro di Roberto Rasia dal Polo: “Conduci la tua vita!” in vendita su www.LikeNOone.com

Uno degli strumenti più potenti che un venditore possa usare risiede nella nostra voce. Come diceva il mio maestro di teatro Aldo Amoroso, gran parte di noi pensa che il proprio centro di potere comunicativo sia la gola o la bocca. La voce, infatti, esce da lì! E invece no. È l’addome.
Lì risiede il vero potere di chi parla. Recentemente, infatti, sulle pagine di PLATFORM Optic abbiamo illustrato come avviene la Respirazione, soffermandoci su quella diaframmatica. Ci siamo, però, fermati nel momento della cosiddetta ‘apnea alta’ ovvero quando i polmoni sono pieni di aria inspirata, pronta a uscire dal nostro corpo emettendo un suono meraviglioso, la Voce. Ecco, è in quel preciso momento che possiamo agire a livello consapevole per migliorare la nostra fonazione. La fuoriuscita dell’aria dal nostro corpo non deve avvenire passivamente, bensì attivamente.
Non deve essere un movimento casuale, ma coordinato dal nostro cervello. Si contrae il muscolo del diaframma e gran parte della zona addominale e si spinge, convogliando l’aria, dunque l’energia incamerata, verso l’alto.
Ecco perché il centro di potere vero è nell’addome e non nella gola. Certo l’aria, raggiungendo le corde vocali, le fa vibrare, creando quel suono meraviglioso e in parte ancora misterioso che è la nostra voce.
Ci tengo a questo punto a proporvi un esercizio che facilita questo movimento a cui, purtroppo, nessuno da piccoli ci ha abituato: sedetevi sul bordo di una sedia e non appoggiate le spalle allo schienale. In questa posizione, fate un profondo respiro diaframmatico, riempiendo prima la parte addominale bassa con un movimento orizzontale e, solo successivamente, riempite il torace con un movimento verticale. A questo punto vi trovate in ‘apnea alta’. Siete pieni di ossigeno. Alzate ora di pochissimi centimetri i piedi da terra, in modo da costringere la vostra zona addominale a contrarsi. Ora espirate gradualmente facendo uscire l’aria dai vostri polmoni, emettendo contemporaneamente un suono, per esempio dicendo il vostro nome e cognome ad alta voce.
L’avete fatto? È sconvolgente, vero, la voce che esce dalla vostra bocca? È lineare, sicura, tesa e più ‘bassa’ di un paio di tonalità. Ecco, quella è la vostra voce diaframmatica.
Ora, è evidente che quella posizione è scomoda e non può essere utilizzata per parlare normalmente, ma serve unicamente per agevolarvi le prime volte nell’espirazione e nella contrazione del diaframma e della parete addominale. Provate a esercitarvi un po’, poi mettetevi in piedi e affrontate il medesimo esercizio senza l’ausilio dei piedi alzati da terra, ma stando ben dritti e appoggiando bene le gambe e i piedi sul pavimento.
Questo è, riassumendo, il metodo usato dagli attori e dai doppiatori per fonare, quindi per parlare. Lo usano da così tanti anni e così frequentemente, che per la maggior parte è diventato l’unico modo di parlare. Io non mi accorgo neanche più di metterlo in pratica.
E se non siete un attore o uno speaker vi servirà? Tantissimo! Non perché dobbiate registrare un comunicato, evenienza che può capitarvi una volta nella vita, ma per controllare consapevolmente la vostra voce. Ogni volta che affronterete il pubblico o una situazione ansiogena, respirare vi aiuterà a rilassarvi, mentre utilizzare la voce diaframmatica vi consentirà di evitare gli impappinamenti dovuti alla mancanza di ossigeno proprio nel bel mezzo di una frase, come avviene a quasi tutti gli speaker e venditori non preparati. Una voce chiara, sicura e senza ‘rotture’ improvvise, comunica al pubblico serietà, professionalità e competenza da parte del comunicatore.
Una volta l’amica Barbara Demi di ETLine mi ha sottoposto un caso davvero particolare. Un giovane manager stava facendo una carriera straordinaria all’interno di una multinazionale americana del settore finanziario. Il manager aveva, però, un problema che diventava di volta in volta sempre più grave. Parlava con un tono di voce alto, ma a bassissimo volume.
Praticamente non si capiva niente di quel che diceva. Quando mi presentai, rimasi sbalordito. Era un omone grande e grosso, apparentemente sicuro e l’effetto che la sua voce ‘sottile’ faceva era ancor più straniante. Capii subito perché quella voce fosse un problema per il manager: rischiava di essere preso in giro.
Lui mi spiegò che utilizzava quella voce con un volume così basso, affinché la gente di fronte a lui facesse silenzio e lo ascoltasse. Aveva provato ad andare da diversi specialisti e tutti gli avevano detto che la sua voce era normale.
Gli feci leggere un testo qualsiasi e gli feci fare l’esercizio che vi ho proposto poche righe fa. In un batter d’occhio, in meno di 20 minuti da quando ci eravamo conosciuti, gli uscì una voce definibile come ‘normale’. Lui sbiancò di colpo! Non la riconobbe e si spaventò. Mi resi subito conto che il problema non era imputabile alla sua voce o al suo apparato respiratorio. Era un problema psicologico.
Andammo avanti con gli esercizi e gli chiesi solo un po’ di pazienza per riuscire a fidarsi e abituarsi a quella nuova modalità. Pensate che shock, dopo aver provato per anni a cambiare la propria voce considerata ridicola, ci riuscì in 20 minuti e capì che il blocco dipendeva da qualcosa di molto profondo che andava rimosso.
Anzi, risolto. A proposito di Unicità, lo sapevate che anche la nostra voce è unica? Le sue caratteristiche sono state studiate lungamente e le principali sono: il tono, il volume, il colore, il timbro e, aggiungo, la velocità con cui parliamo, che talvolta ci consente di lavorare anche sul tipo di fonazione. La Voce è uno strumento meraviglioso che abbiamo tutti a disposizione e la sua importanza è oggi molto sottovalutata. Proprio per questo motivo, conviene doppiamente saperla usare. Questa consapevolezza, infatti, ci conferisce un indubbio vantaggio in qualsiasi negoziazione, non solo per controllare la nostra voce e non suggerire insicurezza agli altri, ma anche e soprattutto per riconoscere l’insicurezza o l’indecisione negli altri.
Come uno strumento di un musicista, però, anche la voce è delicata e va curata. Innanzitutto, va scaldata, soprattutto prima di parlare ad alta voce, cantare o peggio ancora urlare. Vi siete mai chiesti, infatti, come mai i tifosi più scatenati allo stadio in due ore di urla perdono la voce, mentre attori e cantanti ‘urlano’ per mestiere anche per due ore tutte le sere senza perdere un filo di voce? Perché “vanno di diaframma”, come si direbbe in gergo tecnico e non “di gola”.
Non schiaritevi mai la gola in pubblico all’inizio di un discorso. Oltre che fastidioso per chi ascolta, fa malissimo alle corde vocale che, mentre sono ancora a fredde, ricevono uno stress eccessivo. La voce o, meglio, le corde vocali si scaldano semplicemente parlando o facendo alcuni esercizi di fonazione, come sono soliti fare i cantanti o gli attori in camerino prima di esibirsi. È altresì consigliabile non bere mai bevande fredde prima di parlare in pubblico, ma un tè caldo o semplice acqua a temperatura ambiente.
Il freddo è uno dei principali nemici delle corde vocali, insieme all’aria molto secca. Sull’opportunità di bere prima di esibirsi in pubblico, così come di mangiare, ho però forti dubbi. Oltre a schiacciare il diaframma, infatti, non è carino digerire davanti a tutti, magari con l’amplificazione del microfono! Per i più tecnici, poi, consiglio un buon uso di miele, che per quanto mi riguarda, fatta eccezione per il caffè, ha da anni completamente sostituito lo zucchero. Oltre a fare bene a livello fisiologico, il miele funziona da olio per la nostra gola. Le corde vocali, se ben oliate, funzionano meglio. I cantanti più sfegatati, infine, non fanno mai mancare l’aglio e le acciughe crude in camerino.
Sembra che rilascino una patina oleosa che agevola lo scorrimento delle corde vocali, ma su questi due ultimi rimedi so che alcuni di voi tireranno in ballo il gusto personale.
Infine, abbiate cura della vostra voce, coccolatela e non maltrattatela mai. Vi servirà per tutta la vita. Comunicate, gente. Non è mai abbastanza!