Ottica Di Pilato Carlo – Carlo Di Pilato – L’ottico magico

Avreste mai pensato che potesse esistere una connessione tra i giochi di prestigio e l’ottica? Ebbene sì! Ce lo svela Carlo Di Pilato.

A Ottica-Di-Pilato-Carlo-Carlo-Di-Pilato-L-ottico-magico_POBisceglie, in provincia di Bari, ci sono 50mila abitanti e 15 ottici tra cui Carlo Di Pilato, il protagonista della nostra cover story. Di Pilato è un ottico speciale anzi magico, perché da qualche tempo si diletta a fare il prestigiatore e a portare l’arte circense anche nel suo punto vendita, Ottica Di Pilato Carlo, aperto nel 1991.
E lo fa con i bambini con problemi visivi che si rivolgono a lui e al suo staff (composto anche da sua moglie, sua figlia, suo cognato e due dipendenti). Attraverso i suoi trucchi riesce a trasformare un momento che può rivelarsi problematico in un gioco e a diventare ‘amico’ dei piccoli pazienti.
L’arte magica è solo una delle tante attività di Di Pilato che ha dimostrato negli anni di avere una forte sensibilità verso i disabili, a cui dedica anima e corpo durante gli Special Olimpics (gli ultimi sono stati quelli di La Spezia un mese fa), e verso chi ha bisogno (nel 2009 in Abruzzo ha effettuato screening visivi gratuiti a 100 terremotati).
A livello professionale ha sviluppato un forte interesse per la relazione tra sistema visivo e postura e per le allergie oculari. Negli anni, ha approfondito ambedue le problemat iche s i a partecipando ad alcuni congressi, sia organizzandoli in qualità di Vice Presidente di Federottica B.A.T.
C’è un’altra tematica importante che sta a cuore a Di Pilato: la collaborazione con gli oftalmologi. Egli crede che, per il bene del paziente, sia necessaria una continua interazione. Paradossalmente, come ci svela fin dalle prime battute della nostra intervista, da questo suo credo è nata la sua passione per l’ottica.
Nel 1988 consegue il diploma di Ottico. Cosa l’ha spinta verso il nostro settore?

Mio fratello Mauro è oculista e ho voluto fare un’esperienza parallela nel settore ottico.
Qual è il vostro rapporto professionale? È in atto una collaborazione?
Sì, certamente anche perché Mauro non è semplicemente un oculista rifrattivo ma anche chirurgo. C’è una forte e continua interazione professionale. Quando devo affrontare problematiche più patologiche gli mando i miei clienti, quando invece deve prescrivere gli occhiali ai suoi pazienti li indirizza al mio punto vendita.

La collaborazione tra la due categorie è un tema di estrema attualità. Qual è il suo parere a proposito?
Credo molto nella collaborazione tra le due categorie e la mia quotidianità è la prova lampante della necessità di lavorare insieme per il bene della salute dell’occhio del paziente. Ciascuna categoria ha bisogno dell’altra per essere completa. Bisogna sempre collaborare e confrontarsi per poter crescere, non bisogna “distruggere”. “Distruggere” è facile,”crescere” no.

Crede che in futuro ci sarà una maggiore convergenza e scambio?
Sì, se si vuole crescere insieme è necessario una maggior collaborazione da parte di entrambe le categorie. Ad esempio, lo scorso giugno ho partecipato agli Special Olympics a La Spezia dove 20 optometristi hanno lavorato accanto a 2 oculisti.

Come mai ha deciso di aderire a questa iniziativa così importante?
Volevo rendermi socialmente utile e la manifestazione mi offriva la possibilità di conoscere la disabilità in modo gioioso, di aiutare persone in difficoltà. In realtà non è la prima volta che partecipo: 10 anni fa ho aderito all’edizione romana e ho poi proseguito anche per i tre anni successivi. Successivamente mi sono fermato perché non avevo molto tempo a disposizione.
Quest’anno ha rappresentato un momento veramente speciale perché, per la prima volta, mia figlia, che è laureata in ortottica, mi ha accompagnato in questa magnifica ed intensa esperienza.

Cosa le ha dato a livello emotivo?
Un enorme accrescimento interiore: poter aiutare famiglie con figli con patologie complesse ti fa sentire utile e ti fa rendere conto della fortuna che abbiamo.

Ha conosciuto colleghi con cui ha maturato collaborazioni?
Sì, è stato un lavoro d’équipe. Insieme abbiamo approfondito i vari test effettuati per potere dare valori definitivi assolutamente precisi. Anche a livello professionale è stato molto utile: il lavoro con i disabili è delicato sotto diversi punti di vista e ti insegna molto.

Facciamo un passo indietro: dove ha iniziato la sua carriera professionale?
La mia prima esperienza lavorativa è avvenuta presso l’Ottica Massilli di Corato, in provincia di Bari.

Di cosa si occupava?
Ero agli inizi e quindi svolgevo le `mansioni base’ come la vendita, il montaggio delle lenti…

Dopo soli tre anni rileva un punto vendita. Quale concept ha sviluppato a livello di offerta merceologica e di design?
Ho rilevato un negozio di un ottico in età pensionabile. Erano gli anni delle prime griffes e vendevo le collezioni di Gianmarco Venturi, Versace, Gai Mattiolo… Il punto vendita aveva però ovviamente bisogno di un nuovo lay-out e quindi, appena entrato, ho provveduto al suo rifacimento. Credo che sia necessario rinnovarsi infatti, qualche anno dopo ho effettuato una vera e propria ristrutturazione e l’anno scorso ho fatto un ulteriore restyling.

Quali sono invece le caratteristiche attuali del suo punto vendita?
La parte anteriore è dedicata alla zona vendita, posteriormente viene ospitata la zona dedicata alla refrazione e il laboratorio. Ho scelto un design moderno ma allo stesso tempo classico e le tonalità del bianco latte, ciliegio e grigio.

Su quanti metri quadrati si sviluppa?
80.

Come si posiziona a livello di offerta merceologica?
Ho un’offerta ampia che va dalle proposte più economiche fino ai brand della moda.

E gli occhiali di design?
Sì, ovviamente! Rappresentano il 40% dell’offerta complessiva. Ho Etnia Barcelona, Okki…

Ci descriverebbe il suo cliente medio?
A Bisceglie ci sono 15 ottici per 50mila abitanti. I miei clienti spaziano dal contadino al professionista, non ho un target preciso. Nel suo negozio sua moglie la affianca… Sì, mia moglie Angela lavora con me insieme a mio cognato e a due addetti.

Qual è il loro ruolo?
Mia moglie Angela è responsabile della contabilità e si occupa anche di vendita, mio cognato Ettore gestisce la vendita e gli ordini. Dal 2013, dopo la Laurea in Ortottica, sua figlia è entrata nel suo team… Tre giorni alla settimana lavora in negozio occupandosi delle visite ortottiche, gli altri tre è in studio da mio fratello.

Quale tipo di novità ha portato nel vostro punto vendita?
Direi che ha attirato la clientela giovane.

Tra i suoi interessi c’è la relazione tra il sistema visivo e la postura. Cosa la affascina di questo tema?
MI affascina il fatto che variando anche il valore astigmatico e refrattivo dell’occhiale si può variare la postura della persona.

Come ha sviluppato questo interesse negli anni?
Ho seguito un corso di Visual Training a Lecce del Dott. Vittorio Roncagli e ho collaborato con alcuni osteopati. Un altro tema a lei caro sono le allergie oculari… Sì, mi intessa a 360°, non solo in relazione all’occhio. Credo che sia un fenomeno che si stia sviluppando a macchia d’olio a causa del cibo, dello smog, delle onde elettromagnetiche… Si sta creando uno scompenso a livello cellulare del corpo umano che sta portando il sistema immunitario a non rispondere più in maniera corretta.

Negli ultimi due anni copre il ruolo di Vice Presidente per Federottica B.A.T.. Quali sono le problematiche più importanti che state affrontando?
Le tematiche che affrontiamo quotidianamente sono il comportamento scorretto di alcuni colleghi che applicano sconti esagerati, la selezione sbagliata degli ottici a cui affidare i propri brand da parte delle aziende… Stiamo inoltre cercando di realizzare congressi per essere sempre aggiornati.A tal proposito, ritornando al tema della collaborazione tra ottici e oculisti, abbiamo fatto alcuni congressi a Bisceglie insieme ad alcuni oftalmologici degli Ospedali di Andria e di Barletta. Abbiamo anche realizzato un congresso sulla postura in collaborazione con la clinica oculistica di Bari.

Passiamo ad un argomento più leggero: nel suo tempo libero si diletta a fare il prestigiatore…
Sì, è nato tutto quattro anni fa a Torino grazie a un mio amico prestigiatore che mi ha coinvolto. A dire la verità non è stato difficile: era il mio sogno sin dall’infanzia! Ho iniziato a frequentare i congressi dedicati al mondo magico insieme ad un amico di Bisceglie. Mi ha insegnato alcuni trucchi che poi ho messo in pratica allenandomi la sera e nei giorni festivi.

Spiegherebbe a noi neofiti del mondo magico come si sviluppano questi congressi?
Ci sono colleghi che svelano i segreti per realizzare alcuni giochi di prestigio, alcuni invece vendono addirittura le loro invenzioni. Alla fine ci sono meravigliosi spettacoli di prestigiatori da tutto il mondo.

A quali congressi ha partecipato?
Ad Abano, Bologna e Saint Vincent.

Ha mai fatto eventi legati a questa arte in negozio?
Ogni tanto quando effettuo la misurazione della vista dei più piccoli faccio qualche gioco.

Divertente! Quali giochi in particolare?
Faccio sparire la monetina o il gioco del fazzoletto che si brucia e poi in realtà torna `intero’.

La aiuta con il paziente?
Sì, non mi vedono più come una persona con il camice bianco ma come un amico.

Si è mai esibito in pubblico?
Sì, ho fatto una serata con Ciba ed Essilor a Borgo Egnazia: ho intrattenuto i loro ospiti per ben 45 minuti!

Da giovane suonava la batteria. Come è nata questa passione?
A 14 anni ho fatto un corso da un professore che viveva a Bisceglie ma ho imparato soprattutto ad orecchio.

Ha mai suonato in qualche band a livello amatoriale?
Sì, in due band del luogo: Deep Deep e Incogniti.

Quanti anni aveva?
Ho iniziato a 18 anni, mi sono fermato per un po’ di tempo e ho ripreso a 35.

Cosa suonavate?
Musica italiana anni `60 e `70.

Suona ancora?
No, purtroppo non ho più tempo.

Il pezzo che preferiva suonare?
“Emozioni” di Lucio Battisti.

Perché?
Mi ricorda la mia infanzia.

Concludiamo la nostra chiacchierata con il gioco del “Se fosse…”: se fosse un batterista chi vorrebbe essere?
Toni Esposito!