Liò Factory – Etica non convenzionale

Uno dei suoi marchi, Io – Ethical Italian Eyewear – è balzato sotto i riflettori internazionali con la vincita del Silmo d’Or 2017 nella categoria “Miglior design – occhiali da vista”, catturando l’attenzione di un vasto pubblico e… la nostra.

Portare l’italianità e l’artigianalità nel mondo rimanendo fuori dagli schemi pare essere la missione di Adriano Lio, fondatore e designer dell’italianissima Liò Factory.
Adriano ci ha anche dichiarato con orgoglio di avere una “creatività innata”, che esprime attraverso due brand: io – unconventional italian eyewear e Liò, e di avere intrapreso un percorso etico con al centro il Made in Italy e l’artigianalità. Questi temi e molto di più li abbiamo affrontati in questa intervista.

Qual è il tuo background come designer?
Da piccolo avrei voluto fare il liceo artistico, ma la mia famiglia non poteva permetterselo: mio padre lavorava in fonderia ed eravamo sette fratelli. Dopo la scuola professionale sono andato a lavorare, ho fatto il militare (esperienza molto utile per comprendere l’importanza delle regole se si vuole convivere in tanti) e poi, al ritorno, a 19 anni, con l’aiuto dei miei fratelli, ho creato la mia piccola impresa, nata come terzista per le aziende di Segusino e del comparto. Facevamo la pulitura, lavoro umile ma necessario, che nessuno voleva fare.
La creatività, che in me è innata, la voglio esprimere negli occhiali, un prodotto che amo profondamente.

Qual è stata la filosofia che ha portato alla creazione di Liò Factory?
La Liò Factory nasce nel 1989 come un piccolo laboratorio artigianale per la lavorazione e la produzione di occhiali, minuterie ed accessori vari in metallo, plastica rame e acciaio, destinato a trasformarsi continuamente nel corso degli anni. La nostra attività, infatti, si è sviluppata sensibilmente, grazie al boom dell’occhialeria e del relativo indotto che ha portato alla nascita di tante imprese artigianali, spesso a carattere familiare. Poi, la crisi ha fatto selezione e l’abbiamo superata puntando sulla tecnologia, ma senza mai rinunciare alla cura artigianale nelle lavorazioni, che è il nostro marchio di fabbrica.
Le nostre parole d’ordine, che si traducono poi nei nostri occhiali, sono “hand made in Veneto” ed “ethical eyewear”. Le nostre linee sono il risultato di competenza creativa, tecnica e produttiva totalmente realizzata sul territorio italiano, nella fattispecie bellunese. Quindi: attenzione artigianale, quasi maniacale, sia nella scelta dei materiali che delle lavorazioni, dando un sostegno economico al territorio in cui siamo intensamente radicati, che amiamo e rispettiamo e permettendo a diversi lavoratori, che amano la loro terra, di rimanere a lavorare qui.

Con quali marchi siete presenti sul mercato?
I nostri due marchi sono “io – unconventional italian eyewear” e “Liò”.

Quali sono le loro caratteristiche?
La collezione “Io” nasce dalla convinzione che “le tendenze partono da noi, ogni persona deve avere un suo gusto personale, anche se tutto nella nostra società tende a massificarci. E noi allora reagiamo cercando di essere protagonisti. Ed il nostro motto è unconventional eyewear, fuori dagli schemi”. Poi c’è la collezione “Liò”. Una linea popolare, più semplice, ma fatta bene. Prevalente da vista, ma anche la proposta sole sta crescendo bene. I materiali sono sia il metallo che la plastica, e tutto è prodotto qui. Abbiamo una sessantina di addetti, ma prima della crisi eravamo più di cento; poi tirata la cinghia: abbiamo tagliato qualcosa, risparmiato, ci siamo tolti il pane dalla bocca per mantenere in piedi l’azienda e mantenere qui la produzione.

Hai ripetuto il concetto “non convenzionali” per le tue collezioni e mi sembra che calzi perfettamente…
Una delle passioni dominanti in quest’azienda è quella per le persone, la loro unicità, il loro io. “Chi sono io?” Un sassolino in una spiaggia immensa. Per chiedere chi sono, non basta esistere. Ed è per questo che, a volte, bisogna remare controcorrente, e ritagliarsi un proprio spazio in un mondo sempre più globalizzato, che ci vuole tutti omologati nel pensiero e nel costume. Questa è la missione di Liò, la sua battaglia personale che porta avanti ormai da quasi trent’anni.

Qual è il plus che differenzia i tuoi occhiali da quelli presenti sul mercato?
Quello che ci contraddistingue è il nostro prodotto, unico, speciale, qualitativamente elevato e soprattutto esclusivamente made in Italy (oltre che scriverlo lo facciamo realmente). Oggi l’offerta è tanta e diventa quindi fondamentale trovare la propria nicchia, grazie ad occhiali pensati e studiati su misura. Da qui nascono le linee produttive che caratterizzano il marchio “io unconventional italian eyewear” e “Liò”.

Siete stati tra i vincitori del Silmo D’Or 2017: cosa ha significato per voi e qual è stato l’impatto sulle vendite del modello vincitore?
Essere premiati sul palco del Silmo d’Or, al Grand Palais nel cuore di Parigi, alla presenza di designer e stilisti di tutto il mondo, ci ha fatto vivere un’emozione che non dimenticheremo. Gli applausi di tutta quella gente ci hanno resi orgogliosi del nostro lavoro e di quello in cui da sempre crediamo.
L’impatto sulle vendite è stato senza dubbio positivo ma questo non ci ha fatto sentire arrivati bensì ci ha caricato ancora di più e stimolato ad inventare cose sempre più belle!

Se dovessi scegliere tra le tue collezioni l’occhiale che più hai amato o ami, quale sarebbe e perché?
Non c’è un occhiale al quale sono più legato degli altri perché ciascuno di essi rappresenta un’idea ed un progetto portato avanti con passione e grazie alla professionalità tipica di una mano artigiana esperta. Alcuni modelli sono stati ispirati dai materiali “poveri” offerti dalla natura: fil di ferro, juta, buccia d’arancia e rōe. Una collezione su tutte ha lasciato un segno deciso, la Skeleton: una montatura di soli 60 gr che ha lanciato una vera e propria tendenza nel mondo dell’occhialeria grazie anche alla sua linea svuotata e bizzarra, senza dubbio uno dei design più copiati degli ultimi tempi.

Il tuo futuro sarà ancor all’insegna del “non convenzionale” o hai in serbo alcuni cambiamenti?
Continueremo senza dubbio a portare avanti quello in cui crediamo: all’importanza dell’”io” e del “farci notare per farsi notare” che rappresenta tanto il punto di partenza e contemporaneamente di arrivo tanto per l’azienda che per il cliente finale.
Nel nostro prossimo futuro cercheremo attraverso il percorso etico intrapreso, di informare sempre più a fondo l’utilizzatore finale dei nostri occhiali circa l’intera tracciabilità dei materiali che sono stati utilizzati nella loro produzioni per garantire una sempre maggiore e completa informazione sulla qualità degli stessi. Perseguendo l’idea che prima di essere imprenditori siamo noi stessi dei consumatori e dei padri di famiglia, ed un padre di famiglia deve sapere cosa sta dando da mangiare ai propri figli!