Voglia di ripartire

Quali i termini e le condizioni per una restart in sicurezza? Lo abbiamo chiesto ai vertici di Rodenstock Italia.

A metà maggio abbiamo interpellato Michele Villotti – General Manager di Rodenstock Italia e il suo Direttore Vendite, Luca Sangalli per capire come la filiale di una multinazionale attiva in tre segmenti dell’ottica-occhialeria (lenti, strumenti e occhiali) abbia affrontato e stia affrontando l’emergenza COVID-19.

Dalla nostra chiacchierata è emerso che il comparto sta cercando di fare sistema.

Come ha vissuto la vostra azienda la fase 1?

MV – Per noi è iniziata prima del DPCM di marzo, per l’esattezza durante gli ultimi 10 giorni di febbraio. Prima di MIDO avevamo avuto già una serie di avvisaglie da parte colleghi del Far East e abbiamo quindi iniziato con il distanziamento sociale, le informative e il presidio medico. Pur mantenendo i servizi dei laboratori attivi, abbiamo iniziato ad attuare lo smart working: la logistica, l’assistenza e l’ufficio marketing sono così riusciti a non fermarsi.

Dal 13 di marzo non c’è stata più nessuna persona necessaria dal punto di vista fisico in ufficio.

Abbiamo cercato di anticipare certe precauzioni mantenendo il servizio per i nostri clienti e “guardando avanti” siamo riusciti a non essere schiavi dell’urgenza.

Invece ci raccontereste la vostra “fase 2”?

LS – Esternamente la gente la sta vivendo un po’ come un “liberi tutti”, ma noi stiamo pianificando un rientro alla normalità in funzione dei volumi che avremo nelle prossime settimane.

MV – Abbiamo sempre mantenuto i contatti con i nostri ottici, che a loro volta erano in contatto con i loro clienti. Stiamo lavorando molto sulla sicurezza: visitiamo solo su appuntamento i centri ottici.

LS – Le attività interne vedranno un rientro differenziato e graduale. Oggi (ndr. 14 maggio), per la prima volta, la dirigenza è in azienda per coordinarsi e organizzarsi.

Attualmente la presenza in ufficio è turnata solo per esigenze di carattere tecnico.

Parlavate di avere realizzato alcuni webinair…

LS – Sì, è stata la nostra prima esperienza strutturata: li abbiamo proposti durante tutto l’arco della giornata per poter far partecipare tutti i dipendenti del centro ottico.

MV – La prima parte dei nostri webinair si è concentrata sul lancio delle lenti biometriche intelligenti, lancio per altro che avevamo previsto per MIDO.

In un mondo sovraffollato di webinair dedicati alla sanificazione, come vendere nel digitale, come essere social proactive, abbiamo deciso di focalizzarci sulle regole per costruire un nuovo rapporto sociale con il cliente.

Abbiamo contattato il Dott. Massimo Folador, docente di Business Etic alla LUIC di Castellanza, il quale ha illustrato come costruire la ripartenza.

La partecipazione è stata elevata: 290-310 persone a sessione. È stata una bella sorpresa!

Proseguiremo le attività webinar in un modo più moderno, pur mantenendo anche la domiciliazione delle Academy, i nostri eventi in cui c’è la trasmissione di valori tecnici e commerciali.

L’importante è trovare un giusto equilibrio con le esigenze del centro ottico: vogliamo venire incontro a tutti. Potremmo definirci “analogico-digitali” e non vogliamo perdere il valore umano del contatto fisico.

Quali sono gli attuali umori degli ottici?

LS – C’è una grande voglia di ripartire accompagnata da una certa apprensione per la nuova modalità di relazione con il clienti che vanno nel centro ottico ad acquistare l’occhiale. Gli ottici auspicano la sicurezza per i loro clienti. Avendo tre divisioni – lenti, strumenti, montature – riusciamo a gestire la relazione con il cliente a distanza, l’eyewear ha complicazioni diverse. Nel mese di giungo avremo delle novità che ci permetteranno di avere un asso nella manica.

Interessante… ci dareste qualche anticipazione?

MV – Stiamo lanciando un progetto relativo alla sanificazione degli oggetti. Abbiamo inventato una piattaforma innovativa che permette di interagire con il cliente, offrendogli una serie di informazioni che non annulla il rapporto con l’azienda (che è fondamentale) ma integra in modo efficiente questa attività.

Lavorare a distanza significa anche dare il tempo all’ottico di svolgere la sua vita professionale, concentrare le visite con gli agenti su tematiche che apportino sempre più valore. Il distanziamento sociale implica una maggiore efficienza ma speriamo non renda sterili i rapporti umani. Abbiamo in cantiere una serie di attività per i nostri clienti cercando di dare loro supporto, soluzioni e possibilità. Fondamentale è realizzare la frequenza nei centri ottici in base ai parametri di sicurezza.

Come sta andando il progetto-occhiale?

MV – Abbiamo sviluppato un progetto di occhiale completo e stiamo cercando di trovare soluzioni che offrano le competenze sulle lenti e sulle montature ai centri ottici. Ovviamente il peso finanziario è legato al magazzino delle montature e stiamo sviluppando una serie di proposte commerciali per venire incontro ai nostri partner in questo senso.

La sicurezza è stata la tematica ricorrente di questa nostra intervista. Come ha reagito il comparto?

LS – Tutti i centri ottici si sono allineati alle norme di sicurezza ed è importante che il cliente finale lo sappia. In generale, c’è stato un grandissimo sforzo da parte di tutto il comparto per garantirla. C’è un’avvisaglia che si cerchi di fare sistema.