La connessione tra territorio e design.

Ciro Lago ed Ernesto Gravante di Original Vintage Sunglasses hanno realizzato il progetto Prochyta, che vede l’inedito utilizzo di un elemento del territorio campano: il Cammeo.

Quest’anno l’isola di Procida è stata scelta come “Capitale italiana della Cultura”. L’evento rappresenta l’occasione per Original Vintage Sunglasses per concludere un percorso iniziato fin dalla sua fondazione: farsi portavoce delle tradizioni artistiche e culturali del proprio territorio in modo da portarle all’attenzione del grande pubblico. Fautore dell’idea è il fondatore dell’azienda, Ciro Lago, che ha trovato lo stesso legame con il territorio in Ernesto Gravante, l’interprete artistico di tutte le sue collezioni. Dopo 18 mesi il loro lavoro si è concretizzato nel modello Prochyta, il cui stile si rifà all’estrosità estetica tipicamente partenopea ed è impreziosito da elementi che esaltano la tradizione orafa e artigiana della regione; in particolare, vi è l’inserimento del Cammeo in una montatura in acetato.

Quanto è importante per voi la valorizzazione del territorio?
Ernesto. Fondamentale! In un mondo sempre più omologato, dove si fa fatica a differenziarsi gli uni dagli altri, le tipicità del territorio possono essere non solo d’ispirazione per la nascita di nuovi prodotti, ma possono diventare l’elemento caratterizzante di un’azienda. Abbiamo la fortuna di essere nati nel paese con il più grande patrimonio culturale al mondo, un paese ricco di tipicità, e queste tipicità devono essere rispettate e valorizzate affinché non vadano perse.
Ciro. Il nostro territorio è parte del nostro DNA, sia come azienda che come persone. Farsi portavoce delle tradizioni e delle espressioni artistiche e culturali della nostra terra è per noi un grande onere, oltre che un onore. Comunicare il territorio, significa comunicare noi stessi.

È vero che il vostro incontro professionale parte proprio da questo legame con la vostra terra?
Ciro. Si, è proprio così. Quando ho fondato l’azienda, oltre all’ispirazione ai modelli storici dell’occhialeria, ho sempre cercato di trovare un legame con la mia terra. Difatti, fin dal principio, ogni occhiale prendeva il nome da una famosa località campana. Poi qualche anno fa ci contattò Ernesto, appena laureato; nel suo portfolio spiccava la sua tesi incentrata sulla Costiera Amalfitana e sulla maiolica vietrese. Pensai immediatamente che era il designer che facesse al caso nostro per crescere ulteriormente dal punto di vista progettuale e comunicativo.
Ernesto. Sono sempre stato attratto dalla possibilità di convogliare nei progetti metodologie industriali e tecniche artigianali dal grande valore culturale. Intravidi nell’occhialeria la potenzialità di valorizzare tecniche a torto considerate “minori”, e da lì sviluppai la mia tesi di laurea. Con Ciro c’è stata subito intesa perché entrambi volevamo andare nella stessa direzione.

Quindi il progetto del modello Prochyta è la naturale consecutio? Perché avete scelto come punto di partenza proprio l’isola di Procida?
Ciro. Assolutamente! Tuttavia progetti complessi come quello della tesi di Ernesto necessitano non solo di un lungo sviluppo, ma anche del pubblico adeguato e della giusta occasione per essere comunicati e percepiti correttamente. Quindi per tanto tempo abbiamo lavorato a diverse idee tenendole nel cassetto e aspettando il momento opportuno per il lancio. Quando Procida è stata scelta come Capitale della Cultura Italiana, abbiamo immediatamente pensato che era la nostra opportunità. Proprio per la volontà, attraverso il progetto, di farsi portavoce di valori culturali.

Quali elementi avete scelto per esprimere la tradizionempartenopea?
Ernesto. Primo fra tutti l’uso, forse inedito, del Cammeo di conchiglia applicato ad una montatura in acetato.
Un prodotto dalle origini antichissime, di elevata complessità produttiva, che in Europa viene realizzato unicamente da maestri artigiani di Torre del Greco. Inoltre sono presenti degli elementi in metallo placcato in oro 24K che sottolineano il legame con la tradizione orafa della regione. Ed infine lo stile della montatura, dagli spessori bold e dalle forme barocche, che enfatizza l’attaccamento al DNA partenopeo e a quell’estrosità che da sempre contraddistingue questo popolo.

Probabilmente siete i primi nell’occhialeria ad avere introdotto l’elemento del Cammeo… ci approfondireste questa scelta?
Ciro. Avevo voglia di utilizzare il Cammeo nell’occhialeria sin dai primi anni di Original Vintage Sunglasses, poiché sono sempre stato affascinato da questo gioiello, che ho sempre visto adornare il collo di donne colte ed eleganti. Mi piaceva proprio questo suo aspetto, quel carattere di distinzione, oltre alla possibilità di raccontare una storia attraverso la scultura di una conchiglia. Difatti il Cammeo da noi usato raffigura il nostro logo: il Vesuvio che si specchia nel mare, ed è circondato da fregi barocchi, che richiamano il magma in eruzione e le onde marine. Simboli di una terra sospesa tra fuoco e acqua. Questa è la stessa simbologia che ritroviamo
nella Mitra di San Gennaro. Inoltre, attraverso questo progetto volevamo valorizzare questa antichissima arte che rischia di scomparire se non adeguatamente valorizzata. E in tal senso svecchiarla donandole un utilizzo ed un ambito nuovo. Ma come detto, un progetto di questo calibro necessita del dovuto palcoscenico. Aspettavo il momento giusto e il designer giusto. Ora questo momento è arrivato.

Avete incontrato delle difficoltà nell’applicazione di questo gioiello?
Ciro. Moltissime! La fase di ricerca, sperimentazione e sviluppo è durata circa 18 mesi ed è stata particolarmente dispendiosa necessitando dell’elaborazione di diversi prototipi e di rivalutazioni in corso d’opera. Le principali difficoltà sono state dovute proprio alla natura stessa della conchiglia adoperata che presenta un fondo irregolare e necessita quindi di un castone di spessore considerevole. Queste problematiche hanno notevolmente influito sulla progettazione delle aste. Avremmo potuto ovviarli realizzando aste da stampo per iniezione, ma volevamo un prodotto totalmente tradizionale. Quindi siamo ricorsi ad una complessa doppia anima ed una lavorazione manuale per le aste che le rende scultoree.

Come si posiziona sul mercato questo progetto?
Ernesto. Tutto il progetto, così come il design della montatura, è frutto di scelte “controtendenza” nel vero senso della parola. Ovvero si tratta di un prodotto, non pensato per un target specifico e che non tiene conto e non segue alcuna tendenza di mercato. L’intenzione è stata quella di comunicare qualcosa che andasse oltre il semplice occhiale, ed è quindi rivolto a chi sa cogliere questo messaggio e si rispecchia nei valori di unicità di questo prodotto.