Luca Benzoni – Ottica Benzoni. Il mondo di Luca attraverso l’obbiettivo

All’inizio, ben 96 anni fa, fu l’intuito di una grande donna a gettare la basi dell’attuale “Ottica Benzoni”: Giuseppina Bianchi Luraschi Benzoni. Era il lontano 1919 e più che un centro ottico era una posteria, quelle attività che sopravvivono ancora oggi nei più piccoli centri abitati dove si può trovare ogni genere merceologico. Così, accanto ai libri, alle cartoline, ai giochi… era possibile acquistare anche occhiali da lettura.
I tempi cambiano e per poter sopravvivere anche i negozi devono sapere plasmarsi in base alle esigenze del mercato. Così, dagli anni Trenta, grazie al figlio Luigi, il primo vero ottico di famiglia, una parte del negozio si trasforma in un centro specializzato nella visione.
Alberto, la terza generazione dei Benzoni, sancisce definitivamente la mission del punto vendita che diventa un negozio di ottica a tutti gli effetti.
Luca, il protagonista della nostra cover, eredita un compito difficile: essere all’altezza delle tre generazioni precedenti che a Malnate – ridente cittadina del varesotto – hanno scritto importanti pagine per la visione. Non solo, suo padre rappresenta con la sua intensa vita associativa un pilastro per tutto il settore.
Il confronto è difficile e quando Luca si iscrive al testi di ammissione al Corso di Laurea in Ottica e Optometria a Milano e arriva primo, le malelingue si scatenano. In realtà, la sua passione per la materia e il know how acquisito, fanno sì che ottenga brillantemente la laurea e che dal 2009 sia docente a contratto presso la stessa Bicocca. Oltre ad avere l’ottica nel DNA, Luca ha sviluppato negli anni la passione per la fotografia.
Il suoi soggetti preferiti sono i viaggi e insieme a sua moglie Silvia, che fa parte da qualche anno del suo staff professionale, ha immortalato luoghi da sogno.

Il suo punto vendita compie quest’anno 96 anni! Da chi è stato fondato?
Dalla capostipite della famiglia: la mia bisnonna Giuseppina. Ha avviato la sua attività nell’immediato primo dopoguerra, per l’esattezza nel 1919. Purtroppo nemmeno mio padre l’ha conosciuta. Dai racconti di famiglia emerge però che era una donna molto energica, in grado di mandare avanti la famiglia e il lavoro. Abbiamo una cartolina che la ritrae sulla porta del negozio mentre indossa il suo camice nero che ben esprime la sua tenacia.

Quali tipologie merceologiche vendevate?
Era una bottega d’altri tempi, il punto di riferimento del paese. Come era d’uso allora le attività commerciali erano a largo spettro, venivano trattate molte tipologie di merci per far fronte alle più varie esigenze della popolazione. Tra gli articoli venduti c’erano anche i primi occhiali da lettura ma anche testi scolastici, articoli per la casa, giocattoli, articoli sportivi…

Dopo Giuseppina chi ha proseguito l’attività?
Mio nonno Luigi negli anni Trenta. Era una persona eclettica, buona e sempre disponibile verso gli altri. Allo stesso tempo ha ereditato dalla mia bisnonna la tenacia. Dicono sia stato quello in famiglia con il più grande senso degli affari: è stato il primo ad intuire la potenzialità del mercato ottico dando un fortissimo impulso al negozio, che è diventato un punto di riferimento per i malnatesi.

Quali novità ha apportato il nonno?
Mio nonno è stato il primo ottico della famiglia, conseguendo il diploma per l’esercizio dell’arte di ottico nel 1939 alla scuola di Milano; ha introdotto uno spazio interamente dedicato all’ottica nell’attività di famiglia, con un reparto riservato agli occhiali da vista e da sole, un laboratorio per l’approntamento degli occhiali e un piccolo studio per gli esami visivi.

Poi è arrivato suo padre: qual è stato il suo approccio con il vostro centro ottico? Anche lui ha deciso di dare un suo imprinting al punto vendita?
Sì, ha apportato grandi cambiamenti separando l’attività di ottica-optometria perché riteneva ormai non più accettabile la commistione con altre tipologie commerciali. Ha deciso di dedicarsi esclusivamente a questa attività elevando la professionalità del servizio fornito. C’era un locale dedicato al laboratorio, uno studio e uno spazio per la vendita. Nel 1984 ha trasferito il punto vendita a poca distanza dalla sede iniziale, in una palazzina ristrutturata allo scopo, e sono stati allestiti due studi dotati delle più moderne strumentazioni per l’optometria e la contattologia.

Suo padre è una figura importante per il settore: ci racconterebbe qualcosa in merito?
Ha avuto un’intensa vita associativa. Nel 1970 è stato tra i fondatori dell’Assopto Varese, oggi Federottica Varese, di cui è stato presidente per 6 anni, dal 1982 al 1988. È stato membro del Comitato Scientifico che ha realizzato l’Aula tipo di Ispra. Dal 1980 è iscritto all’Albo degli Ottici Optometristi, di cui è stato presidente dal 2002 al 2008. Socio fondatore di Optometry Giving Sight Italia Onlus nel 2006. Premio Nazionale di Optometria “Francesco Ferrante” Optometrista dell’anno nel 2009.

Passiamo a lei. Come si è approcciato alla professione?
Piano piano, fin da bambino, frequentando il negozio di famiglia ho iniziato ad appassionarmi alla professione. Dopo la scuola andavo nel nostro punto vendita a fare i compiti e ho cominciato ad osservare il lavoro svolto dal nonno e dal papà e mi affascinava molto. Ero incuriosito dalle lenti ed in particolare modo da quelle a contatto, che si sono trasformate con il tempo nel mio principale interesse e passione.

È stato difficile entrare nel nostro mondo con alle spalle una storia così importante?
In alcuni momenti sì: non mi piace essere al centro dell’attenzione, ma vista l’intensa attività di mio padre, anche a scuola ero conosciuto. Ciò creava dei pregiudizi nei miei confronti. Il clou è stato quando mi sono iscritto all’università e ho passato il test di ammissione arrivando primo. Ci sono state persone che avevano dubitato di come avessi ottenuto il risultato. In realtà, come può immaginare, mi ero impegnato e avevo studiato.

Quali scuole ha frequentato?
L’Istituto Superiore di Scienze Optometriche ACOFIS di Milano dove nel 1997 mi sono diplomato in Ottica e nel 2002 ho ottenuto la specializzazione in Optometria. Nel 2006 mi sono laureato in Ottica e Optometria presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.

Chi di più tra suo padre, suo nonno e la sua bisnonna ha influito sulla sua decisione di diventare ottico?
Sicuramente mio padre trasmettendomi la sua dedizione alla professione, sia da un punto di vista prettamente tecnico che da un punto di vista sindacale. Fin da piccolo ho avuto occasione di frequentare colleghi amici di papà e anche loro hanno contribuito ad accrescere la mia curiosità verso l’optometria e l’ottica. I primi anni di lavoro a fianco di papà mi hanno permesso di imparare alcuni segreti della professione ma, soprattutto, di potermi dedicare all’attività specialistiche che preferivo.

Quindi, quali sono gli argomenti scientifici che più la appassionano?
La contattologia e lo studio del film lacrimale in particolare. Mi piacciono perché in alcuni casi saper interpretare le problematiche relative al film lacrimale possono risolvere alcune tra quelle applicative e impedire l’abbandono delle lenti a contatto.

È docente a contratto presso la Bicocca di Milano: quali materie insegna?
Sì, sono Docente a contratto di Contattologia, in particolar modo mi occupo di lenti a contatto rigide gas permeabili e lenti specialistiche.

Cosa vorrebbe trasmettere ai suoi studenti?
La passione per una professione che spesso è poco considerata ma che anche grazie al contatto quotidiano con la gente può risolvere problemi visivi anche seri.

Che tipo di insegnate si ritiene?
Molto severo ma disponibile al confronto. Cerco sempre di stimolare i miei studenti a un colloquio diretto.

Ricopre altre cariche?
Attualmente faccio parte del coordinamento nazionale dell’Albo degli Ottici Optometristi.

Qual è stato il suo approccio a livello professionale nel vostro punto vendita? Quali cambiamenti ha portato?
Ho cercato di continuare la strada iniziata da mio padre tentando di ampliare il servizio offerto in ambito contattologico. Fin da subito mi sono appassionato e specializzato in questo settore, tanto da arrivare ad avere la fellowship di IACLE e BCLA.

Come è strutturato il suo centro ottico? Quanti collaboratori ha?
Lo staff di Ottica Benzoni, oltre a me e a mio padre, è così composto: mia madre Giovanna, che lavora al fianco di mio padre dal 1973, Adele preziosa collaboratrice dal 1985, che con la competenza tecnica acquisita in tanti anni di esperienza guidano il cliente nella scelta della montatura più confortevole a adatta alle caratteristiche del viso. Mia moglie Silvia, che è entrata in azienda da gennaio 2013 supportando mia madre nella scelta dei campionari e delle collezioni per poter fornire ai nostri clienti sempre i prodotti migliori. Si occupa inoltre dei servizi di consulenza al cliente e del servizio di post vendita affinché gli utenti abbiano sempre la certezza di un punto di riferimento anche dopo l’acquisto. Con noi c’è anche Marta Farioli, ottico optometrista, laureata presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, che fa parte del team da febbraio 2014 e supporta me e mio padre nell’applicazione di lenti a contatto, nell’attività optometrica e nel servizio di consulenza per la scelta delle lenti oftalmiche più performanti per le esigenze visive del singolo cliente, anche attraverso il sistema di video-centratura computerizzato.

La sua passione è la fotografia: come è nata?
Anche questa fin da bambino con la mia prima Polaroid. Poi ho ereditato la mia prima reflex, una Nikon FE, con la quale ho potuto imparare le tecniche della fotografia in manuale.

Quali tipo di foto scatta?
Fotografie di viaggi, passione che condivido con mia moglie. Non appena è possibile cerco ancora di fare qualche fotografia sportiva, soprattutto le auto da corsa.

Preferisce il bianco e nero o scattare immagini a colori?
Oggi lavoro principalmente con la fotografia a colori, soprattutto quando immortalo paesaggi o la natura. Tuttavia non ho abbandonato il bianco e nero e la mia vecchia reflex spesso parte con noi con al suo interno un rullino in bianco e nero.

Chi sono i suoi maestri?
A parte i primi insegnamenti ricevuti da mio padre, sono un autodidatta.

Ha mai partecipato a concorsi?
Qualche volta, ai tempi della scuola.

La sua foto più riuscita?
Quella di mio figlio Giorgio appena nato in sala parto.

La foto che vorrebbe scattare?
Un paesaggio antartico.