Alessandro Forte e Stefano Ottone – La pazzia è un’arte

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In controtendenza con gli ultimi dettami della moda, hanno rivoluzionato il mercato proponendo montature ad effetto specchiato con lenti opache.

L’avventura di Glassing, il brand che porta la firma di Alessandro Forte e Stefano Ottone, parte dalla psichedelica isola di Ibiza. Nel 2010 i due, amici da sempre, decidono di aprire un negozio di occhiali vintage in Calle de la Virgen. Con il tempo, forti dell’esperienza maturata, creano la loro prima collezione composta da un unico modello declinato in 15 colori. Il successo è immediato grazie anche alla scelta di venderli esclusivamente attraverso i distributori automatici all’interno delle discoteche di Ibiza.
Il mondo della moda inizia ad interessarsi al marchio e nel 2011 vince il Vogue Talent con la collezione successiva, Music Skin.
In questa intervista Alessandro e Stefano, ormai lontani dall’atmosfera vacanziera di Ibiza, ci svelano la storia e la filosofia di Glassing, ora realtà a respiro internazionale.

La vostra storia nel mondo dell’occhiale parte da Ibiza: ci raccontereste gli albori di Glassing?
S. La nostra avventura è partita come una vacanza quando eravamo molto giovani e senza una lira. Avevo già la passione per gli occhiali ed ero convinto che ad Ibiza avrei trovato occhiali nuovi, diversi, invece non è stato così.
Volevamo rimanere sull’isola ma dovevamo trovare un modo per guadagnare e abbiamo quindi pensato di aprire un negozio di occhiali vintage. Abbiamo racimolato con qualche lavoretto i soldi che ci servivano giusto per iniziare e abbiamo aperto un punto vendita in Calle de la Virgen.
A. È stato in assoluto il periodo più divertente della nostra vita, eravamo spensierati e senza responsabilità; vendere ci piaceva e ci faceva guadagnare parecchio! Così, ho pensato di tornare in Italia e produrre la classica forma aviator – quella che vendevamo di più anche in negozio – in plastica in 15 colori, tutti fortissimi. Non avevamo idea di quanti ne avremmo venduti e, senza pensarci troppo, ne abbiamo ordinati 20.000 paia, una follia. Dovevamo venderli assolutamente, così ci siamo inventati l’idea del distributore automatico, che per fortuna ha funzionato.

Prima di “buttarvi” nel mondo dell’occhiale di cosa vi occupavate?
S. Eravamo poco più che ventenni, io gestivo la discoteca dei miei genitori.
A. Io ero iscritto allo IULM di Milano ma diciamo che non era esattamente la mia strada, io e la scuola non siamo mai andati troppo d’accordo.

Qual è la filosofia attorno a cui si sviluppa il vostro brand?
S. Cerchiamo di non perdere lo spirito dell’inizio, anche oggi che le cose sono molto diverse e le responsabilità molto più grandi. Lavoriamo quasi 24 ore al giorno, per cui dobbiamo trovare il modo divertirci anche lavorando e soprattutto cerchiamo di non prenderci mai troppo sul serio.
A. Abbiamo un pay-off che rappresenta molto bene il nostro spirito: “madness is an art”, che significa “la pazzia è un’arte”. Ciò significa che ci vuole testa anche per essere matti, se si vuole costruire qualcosa. La follia è necessaria, perché ti dà l’idea e il coraggio di realizzarla ma anche l’impegno, il lavoro e la disciplina hanno la loro importanza.

Quanto conta oggi la sperimentazione?
S. Tanto, è fondamentale per andare avanti e proporre al pubblico qualcosa di nuovo, non sopporto quando si dice che è “già stato visto e fatto tutto”.
A. Noi ad esempio abbiamo realizzato degli occhiali con la montatura specchiata e le lenti opache, gli Unico; sono esattamente il contrario dei normali occhiali da sole a specchio che si vedono tanto in giro ultimamente. Quando li abbiamo proposti in fabbrica si sono messi le mani nei capelli perché applicare lo specchio sull’acetato era impossibile, invece ce l’abbiamo fatta dopo mesi e mesi, e abbiamo creato un occhiale che piace tantissimo e di altissima qualità.

Nel 2013 è nata un’importante collaborazione con l’Istituto Marangoni: quali le fasi salienti e gli sviluppi di questo progetto?

A. Ci hanno affidato una classe di design del prodotto e l’obiettivo era dare ai ragazzi un concept e fargli disegnare una collezione di occhiali; parallelemente, dovevamo farli però scontrare con tutti i limiti della produzione e del mercato attuale come la fattibilità, i costi, le tempistiche. Sono stati felicissimi quando li abbiamo portati in fabbrica perché finalmente hanno visto come dai disegni venivano realizzati i prodotti.
S. Siamo rimasti molto colpiti dalla loro creatività, due di loro lavorano ancora con noi, Giulio Masciocchi, che collabora con me sulle nuove collezioni, e Lev Veber, che sta facendo un lavoro grandioso sulle nostre prossime immagini pubblicitarie e sul sito. Anche Taco Langius, il loro professore, lavora con noi, è il designer degli interni dei nostri negozi.

Qual è il vostro obiettivo?
A. Quello di diventare il brand di occhiali più importante al mondo naturalmente!
S. Lo so che è assurdo, ma noi ci crediamo veramente! Quando l’abbiamo detto all’inizio a uno dei nostri agenti ci ha risposto: o vi drogate o siete matti, se siete così matti voglio essere con voi e vedere come va a finire. Risultato: è l’agente che vende di più in Italia.

Come è strutturata la distribuzione?
A. Stiamo creando un bel team di agenti e distributori sia per l’Italia che per l’estero, non è facile trovare persone che condividano le tue strategie commerciali, di cui fidarsi e che vendano il brand come se fosse loro. Abbiamo più di 1300 punti vendita nel mondo tra ottiche e boutique di moda, ma c’è ancora tanto da fare.
S. Quest’anno abbiamo aperto i nostri primi due flagship store di cui siamo molto orgogliosi. Uno è a Milano, l’altro a Portofino; è bello ogni tanto passare e tornare a vendere al pubblico come una volta, per noi designer poi è importante vedere chi è il tuo cliente finale.

Cosa presentate a Silmo 2014?
S. Innanzitutto presenteremo una nuova collezione vista in cui crediamo molto. Poi Unico, con nuovi modelli e in nuove varianti.
A. Proporremo anche una rivisitazione della nostra ormai storica collezione Naked Black e dei nuovi modelli in cui saranno combinati la plastica e il metallo.