Per Rosario Toscano l’occhiale di lusso non deve essere un semplice money maker ma bisogna elevarlo qualitativamente e creare una distribuzione selettiva. Partendo da questo concetto, è nata nel 2019 la sua società (che detiene le licenze di Valentino Eyewear e Balmain Eyewear) e il suo house brand Akoni Eyewear. Scopriamo dalle sue parole come si sta evolvendo il suo inedito modello di business.
Circa un anno fa ci siamo incontrati sulle pagine del nostro magazine per raccontare la nascita e la mission di Akoni. Come sta procedendo la sua società?
Il 2024 è stato considerato uno degli anni più difficili, soprattutto per il mondo della moda e del lusso; sono stati sicuramente 12 mesi intensi, in cui il mio team si è interfacciato con le grandi difficoltà che possono emergere quando si comincia a diventare un’azienda importante e strutturata come la nostra. Oggi posso affermare che siamo cresciuti e abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati. In questo percorso, i miei collaboratori hanno svolto un ruolo fondamentale, devo dare loro merito per avere raggiunto i traguardi che avevamo stabilito.
Quali sono le previsioni per il vostro 2025?
Il 2025 si preannuncia per noi un anno in cui poniamo ulteriori aspettative. Il comparto dell’eyewear non è quello della moda che, come dicevo, ha registrato perdite importati, è invece un mercato abbastanza ‘tutelato’ perché gli occhiali sono a tutti gli effetti dei medical device e traggono vantaggio dal fatto che siamo una popolazione che sta ‘invecchiando’ e che quindi ne avrà sempre più necessità. Per noi è importante continuare a poter scalare questo contesto in cui l’occhiale continua ad avere rilevanza anche in termini di estetica. Se guardiamo l’anno appena passato, non possiamo che essere positivi, anche se il raggiungimento degli obiettivi non è stato facile per nessuno; sono molto felice e soddisfatto delle nostre performance e per questo motivo non dobbiamo demordere e continuare a crescere anche nel 2025.
Tra le particolarità del 2024 c’è stato il rebranding del marchio aAkoni Eyewear. Ci racconterebbe il concept dietro questa scelta?
C’è una frase bellissima di Jack Welch, tra i più longevi Amministratori Delegati di General Electric, che dice “Cambia prima di doverlo fare”. Cambiare è importante non quando sei obbligato, perché non rappresenta un vero cambiamento: bisogna cambiare anche quando non c’è bisogno. Akoni avrebbe dovuto essere lanciato nel 2020 poi, per ovvie ragioni, abbiamo slittato la presentazione nel 2021. In alcuni casi, dopo solo 3 anni, è un po’ prematuro realizzare un rebranding… Perché abbiamo deciso di procedere in questa direzione? Nel 2021 il nostro obiettivo era creare un marchio che fosse quasi tailor made per gli ottici optometristi top a livello internazionale; abbiamo canalizzato tutti i nostri sforzi nell’aspetto legato all’occhiale. Credo che siamo riusciti nell’intento di porre l’occhiale al centro. Nel 2023 abbiamo notato che cominciava a esserci un disallineamento tra quella che era la qualità del prodotto e tutti i vari altri asset che rendono il brand vivo. Abbiamo dato il via a un percorso che ci ha portato a ottobre dell’anno scorso a unificare e allineare tutti gli asset di Akoni Eyewear ai nostri occhiali. Abbiamo continuato a utilizzare il verde ma cambiandolo perché, in base a lunghi studi effettuati, abbiamo scoperto che la versione precedente comunicava un messaggio più ‘urban’ rispetto al nostro prodotto. A noi piace parlare di ‘honest luxury’, perché, secondo me, la parola luxury è un po’ abusata. Ad esempio, basta porre su una ciotolina per il cane il logo di un marchio del lusso e trasformarla in un prodotto di lusso! Noi parliamo di lusso in un altro modo e quindi il nostro obiettivo di brand evolution era fondamentalmente per dare un messaggio chiaro.
È mutato negli anni il concetto di “honest luxury”?
Quando abbiamo cominciato a lavorare al progetto Akoni Eyewear nel 2019 non si parlava ancora di honest luxury o quite luxury. Subito dopo il Covid è esploso il concetto di lusso che non grida. In un certo senso, siamo stati fortunati perché abbiamo iniziato a creare il quite luxury prima che esistesse! Tornando alla domanda, il nostro prodotto si continua a evolvere e a ogni collezione il team R&D apporta qualcosa di nuovo. Le faccio un esempio che sintetizza, secondo me, cosa vuol dire per noi honest luxury: siamo forse l’unica azienda al mondo che utilizza in naselli in ceramica, mentre tante altre realtà del nostro mondo scelgono quelli in titanio. Qual è la differenza? Il costo di produzione è di 10 euro, che è spropositato perché, se trasferiti all’utente finale diventano 100 euro. Questo piccolo dettaglio fa capire che per noi il concetto di honest luxury si concretizza nel momento in cui il valore del prodotto è più importante del prezzo. Considerando la qualità dei nostri prodotti, in base al mark-up del mercato, dovremmo posizionarci in una fascia altissima, di circa 3000 euro. Ma, ovviamente, è impossibile. Il cambiamento verso l’allineamento con gli altri accessori del lusso dovrebbe venire da tutti gli attori del comparto.
Ci spiegherebbe meglio questo concetto?
Penso che siamo in assoluto il prodotto più povero in termini di lusso rispetto alle altre categorie. Per me l’occhiale è sottoperformante perché non riusciamo a fare un prodotto che si allinea all’aspettativa del mondo del lusso moderno e questo è il motivo per cui Akoni Eyewear esiste. In realtà, brand come il nostro nel mercato del lusso non dovrebbero esistere perché, se il consumer va a ricercare un prodotto come il nostro è perché, probabilmente, non si ritrova nei brand che utilizza nel quotidiano.
Accennava alla crescita dell’ultimo anno: siete cresciuti anche nella distribuzione?
Assolutamente sì, siamo cresciuti sia in termini di revenue, abbiamo fatto più 30% e in termini di door, credo che, a livello di numeri, siano stati circa in 200. In totale la nostra clientela è composta da 1000 centri ottici in tutto il mondo.
Passiamo a MIDO: come si articolerà la vostra presenza?
Da italiano è un grande orgoglio per me avere l’opportunità di partecipare a una fiera così importante come MIDO e come imprenditore è un grande successo esserci. Secondo me, abbiamo anche stabilito, un benchmark molto elevato a livello di presenza di stand nel mondo e siamo molto orgogliosi dalla nostra struttura espositiva. Akoni Eyewear ha in serbo tante novità per MIDO… stiamo lavorando anche a un progetto un po’ più tailor made, che sto testando personalmente: una capsule di occhiali in corno. Questo materiale incarna in assoluto il concetto di quite luxury e nasce dall’idea di creare un progetto ad hoc per gli akoniani, per chi desidera un prodotto di altissimo livello che può anche customizzare. La capsule vedrà protagonista una stella del brand: il modello Cosmo in versione Crafted Cosmo. Ogni occhiale avrà un abbinamento di dettagli di metallurgia in titanio che varieranno dal nero striato all’oro. La capsule sarà disponibile nei negozi selezionati worldwide da aprile 2025 e, successivamente, ci sarà un servizio speciale made to order con la possibilità di personalizzazione che sarà lanciata online su akoni.com. L’idea è di proseguire anche per il futuro con questo concept. Per quanto riguarda le nostre licenze, Balmain Eyewear e Valentino Eyewear, saremo a MIDO con una collezione straordinaria. Oltre alla nostra presenza in fiera, daremo il via a un progetto di Akoni per espandere la personalizzazione presso gli ottici cominciando proprio da uno store appena aperto nel quadrilatero della moda, Oonconventional, in corso Matteotti. L’evento si svolgerà la sera dell’8 di febbraio e il corner Akoni sarà visibile tutta la settimana di MIDO con le ultimissime novità.