Passione di famiglia

Intervista a Danilo Erdas

ph. Roberto De Riccardis

Dal 1988 Danilo Erdas è a capo di Ottica Erdas, realtà che con i suoi tre store ha fatto dell’attenzione personalizzata verso ogni cliente e dello spirito pioneristico verso le novità tecnologiche le sue peculiarità.

Nel panorama ottico sardo, Danilo Erdas rappresenta un esempio di continuità familiare e visione imprenditoriale. Entrato nel settore alla fine degli anni Ottanta grazie all’intuizione del padre, fotografo molto conosciuto nella zona, ha saputo trasformare quella spinta iniziale in una realtà solida e strutturata. Oggi Ottica Erdas conta tre centri ottici – due a Oristano e uno a Ghilarza – diversi per impostazione ma uniti da un unico obiettivo: offrire un servizio di qualità fondato su competenza, ascolto e attenzione al cliente. Appassionato di design e di montature d’avanguardia, Erdas coniuga artigianalità e innovazione, valorizzando il Made in Italy e mantenendo uno sguardo aperto alle nuove tecnologie, comprese le montature “smart”. Al suo fianco lavora la figlia Martina, che prosegue la tradizione di famiglia portando un approccio giovane e dinamico, soprattutto nella comunicazione digitale.

Per Erdas, la chiave del successo risiede in tre parole: cura, attenzione e ricerca – principi che guidano ogni scelta professionale e che rendono la sua attività un punto di riferimento per il territorio. Come per tanti professionisti del settore, per Danilo Erdas l’ottica è ‘una questione di famiglia’, un mondo conosciuto grazie alla figura del padre che ha visto in lui e nel futuro della professione un grande potenziale:

Virgolette sinistra

“Ho iniziato nel lontano 1988: mio padre, che era un fotografo molto conosciuto nella zona, era amico di alcuni ottici e mi ha spinto a entrare in questo mondo. Da lì ho cominciato a formarmi, in particolare nel campo delle lenti a contatto, e via via ho ampliato le mie competenze. Oggi possiedo tre centri ottici: due a Oristano e uno a Ghilarza. In totale siamo dodici persone”.

Ottica Erdas si è affermata sul territorio grazie alla segmentazione dei prodotti e a una visione lungimirante. Danilo è infatti riuscito a realizzare tre realtà capaci, nella loro diversità, di essere complementari. Tutto ciò è stato reso possibile grazie a un’organizzazione intelligente e ben strutturata:

“In molti mi chiedono come faccia ad avere due punti vendita nella stessa città, ma in realtà sono completamente diversi. Quello principale, qui a Oristano, è focalizzato sulla vista e sui servizi: applicazione di lenti a contatto, controlli visivi e posturali. L’altro, invece, si trova in un centro commerciale: è più orientato alla vendita, in. particolare di occhiali da sole. Manteniamo comunque un collegamento costante: se nel centro ottico del centro commerciale serve un controllo o un intervento tecnico, il cliente viene indirizzato qui. Il negozio di Ghilarza è una sorta di ‘versione in miniatura’ di quello principale: lì lavora una mia storica collaboratrice, con me da oltre trentacinque anni, che gestisce tutto in autonomia. Io la raggiungo due o tre volte alla settimana per verificare l’andamento e risolvere eventuali problematiche”.

Entrando nello specifico, Danilo Erdas pone l’enfasi sull’importanza della ‘cura’ del cliente, dell’attenzione ai suoi bisogni e analisi delle sue esigenze visive e personali come elemento distintivo della sua attività. Peculiarità per lui imprescindibili, indipendentemente dallo store in cui avvengono:

“Nei negozi di Oristano e Ghilarza puntiamo molto sulla vendita assistita. C’è una piccola area espositiva, ma il fulcro è il servizio al cliente: sediamo insieme, presentiamo le montature, spieghiamo le tipologie di lenti e accompagniamo la scelta passo dopo passo. Nel punto vendita del centro commerciale, invece, la vendita è più libera: l’esposizione è ampia e il cliente può scegliere in autonomia, anche se l’assistenza è sempre garantita, soprattutto per l’occhiale da vista. Per l’occhiale da sole lasciamo maggiore libertà, ma se serve supporto siamo sempre a disposizione”.

Tra le passioni del nostro ottico c’è il design delle montature e la ricerca di prodotti d’avanguardia come segno distintivo ma anche come simbolo di attenzione all’evoluzione del mercato:

“Ho sempre amato le montature particolari e fuori dagli schemi. Mi piacciono sia quelle più “nerd”, sia le più estrose e colorate. Amo l’acetato di cellulosa, quello vero, con il suo odore inconfondibile: quando mi presentano i campionari, spesso li annuso! Gli agenti scherzano, ma per me è un modo per capire se il materiale è di qualità. Le montature artigianali, in acetato di cellulosa, conservano ancora quel profumo autentico che le plastiche moderne non hanno più”.

Senza dubbio tra gli asset fondamentali c’è la qualità del ‘bello e ben fatto’ espressa dal Made in Italy:

Pongo un’attenzione particolare alle montature artigianali e al Made in Italy; questi due elementi per me vanno di pari passo. Poi, naturalmente, subentra anche il gusto: cerco di mediare tra il design più particolare e le proposte più commerciali, per offrire al cliente un assortimento vario e adatto a tutte le esigenze”.

Le linee guida per la scelta delle montature sono leggermente diverse in base allo store e sono strutturate seguendo il flusso delle richieste della clientela:

“Non c’è differenza nei campionari tra Ghilarza e Oristano, a parte la quantità: qui abbiamo più passaggio, quindi una scelta più ampia. Il punto vendita nel centro commerciale, invece, punta di più sulle grandi aziende e sulle tendenze moda per l’occhiale da sole. Però mi piace comunque inserire qualche montatura di design più ricercata”.

Danilo Erdan ha un approccio futuristico e ben plasmato sull’evoluzione dei tempi anche verso le montature ‘smart’, ultima frontiera del nostro settore:

“Gli occhiali ad alto tasso tecnologico rappresentano una piccola opportunità in più per il cliente. Mi interessa soprattutto la possibilità di abbinare queste montature tecnologiche a lenti personalizzate: è lì che entra in gioco la mia parte professionale. Ricordo un cliente che voleva acquistare un modello con ausilio uditivo. Gli ho spiegato che, pur non avendo problemi visivi per lontano, avrebbe comunque avuto bisogno di lenti da vicino per leggere, vista l’età. Si è reso conto che, in effetti, un occhiale del genere può risolvere due problemi in uno: vista e udito”.

L’ottica per Danilo Erdas è ‘una questione di famiglia’: dopo essere stato instradato nel settore dal padre, ha trasmesso la sua passione alla figlia Martina, anch’essa ottico optometrista al suo fianco nell’attività:

“La passione per l’ottica prosegue con mia figlia Martina. Ha già conseguito il diploma di ottica e ora la sto formando nell’applicazione delle lenti a contatto. È un percorso lungo, ma la sto introducendo poco a poco, lasciandole libertà di trovare la sua strada. Negli ultimi anni io mi sono appassionato molto al tema del viso posturale, ma non la spingo: deve essere lei a scoprire cosa la entusiasma davvero!”.

Tra i compiti di Martina c’è la gestione dei social, dove è presente con post che non si limitano alla promozione. commerciale ma hanno anche un carattere divulgativo:

“Martina ‘ci mette la faccia’. Io sono appassionato di tecnologia, ma non amo stare davanti alla telecamera. Ho quindi pensato che potesse essere lei, più giovane e naturale, a rappresentarci sui social.Abbiamo una social media manager, una sua amica, con cui lavoriamo alla programmazione dei contenuti. Loro decidono i format e realizzano i video; io compaio solo ogni tanto, giusto per dare un piccolo contributo”.

Nella visione di Erdas la comunicazione in generale rappresenta uno dei cardini del suo business e, a suo parere, è parte integrante di un’azienda:

“È sempre difficile quantificare l’efficacia della pubblicità, ma essere presenti è fondamentale. Oggi, se non sei sui social, non esisti. Quando una persona ha bisogno di un servizio, ricorda più facilmente chi vede spesso online. Quindi sì, anche se non lo misuro in numeri, è sicuramente utile”.

Il futuro dell’occhialeria implica per il nostro ottico un divario crescente tra punti vendita che danno enfasi solo alla vendita pura e quelli in cui servizio e alla qualità rappresentano il core business:

“Penso che ci sarà una distinzione sempre più marcata: da una parte i punti vendita più commerciali, dall’altra quelli orientati al servizio e alla qualità. Io credo fortemente nel secondo modello. Quando vendo un occhiale progressivo, ad esempio, impiego anche un’ora per spiegare tutto al cliente. Non è tempo perso: è servizio. Il cliente deve capire cosa compra e perché”.

Un grande supporto verso questo tipo di tipologia di centro ottico è fornito, a parere di Erdas, dalla tecnologia:

“Le nuove tecnologie nelle lenti oftalmiche e a contatto sono un grande alleato per offrire un risultato migliore e personalizzato. Anche gli strumenti digitali di misurazione o di gestione ordini sono ormai indispensabili”.

Al centro del suo percorso c’è la formazione, asset fondamentale per la sua realtà:

“La formazione fa parte del mio modus operandi. Durante la pandemia ho sofferto molto la mancanza della formazione in presenza: preferisco di gran lunga il contatto diretto, perché il confronto umano è insostituibile. Ogni anno mi informo su corsi e scuole che offrono percorsi nuovi e innovativi. L’ultimo che ho seguito, sul visus posturale, è stato particolarmente interessante”.

Anche le fiere di settore rappresentano un momento imprescindibile per l’aggiornamento e la crescita professionale:

“Vado sempre a MIDO, a SILMO Paris e al Convegno biennale di Assottica. Sono occasioni preziose per aggiornarsi e scoprire nuove realtà. Stando in Sardegna, molte aziende particolari non vengono fin qui: devo essere io a cercarle”.

Per vendere un occhiale ad alto tasso di design è necessario un approccio particolare, studiato e customizzato. Erdas ha studiato un modo specifico di porsi al cliente nella vendita di questa tipologia di prodotti:

“Non inizio mai parlando del prezzo o della marca. Prima cerco di capire le esigenze del cliente, poi presento diverse opzioni, tra cui anche montature di design. Quando la scelta ricade su una di queste, spiego nel dettaglio le differenze: la costruzione, i materiali, la durata, le tecniche di incollaggio, la colorazione. Mi piace far capire che ogni pezzoè unico e non sempre replicabile”.

Interessante è la relazione dei clienti a dimostrazione della scelta azzeccata di Erdas:

“Le percepiscono come montature esclusive, di qualità e durature. C’è ancora chi cerca la griffe, ma sempre meno: oggi si cerca più la sostanza che il logo”.

La professionalità di Danilo Ergas trova nella contattologia un terreno fertile e dalla sua esperienza emerge che c’è ancora molta strada da fare per la penetrazione sul mercato.

“Le persone non sono ancora del tutto consapevoli delle potenzialità delle lenti a contatto. Molti pensano che basti una seduta per risolvere tutto, ma non è così: serve un controllo visivo approfondito e diverse prove. Spiego sempre che l’applicazione richiede tempo, attenzione e istruzioni precise sull’igiene e sulla manutenzione. C’è ancora molta disinformazione: alcuni le considerano un prodotto ‘usa e getta’ in senso assoluto, ignorando i rischi che un uso scorretto può comportare”.

Le fasce a cui applica le lenti a contatto sono eterogenee e dalle sue parole emerge che c’è un approccio differente in base all’età.

“Di solito non applico le lenti a contatto ai bambini, preferisco che siano prima visitati dall’oculista. In generale, molti oculisti sono restii a proporle ai più giovani per timore di scarsa igiene. Paradossalmente, però, trovo che gli adolescenti siano molto più scrupolosi degli adulti: seguono le istruzioni e fanno attenzione alla pulizia. Al contrario, alcuni adulti con esperienza tendono a sottovalutare le regole. Chi impara bene da ragazzo, invece, mantiene ottime abitudini nel tempo”.

Concludiamo la nostra chiacchierata con tre aggettivi che definiscono il lavoro di Erdas:

“Direi: cura, attenzione e ricerca. Cura verso il cliente, attenzione alle sue esigenze e ricerca costante di soluzioni per migliorare il servizio. Anche a costo di assumermi oneri che non mi spetterebbero, cerco sempre di risolvere ogni problematica e di condividere con le aziende eventuali feedback costruttivi, per crescere insieme”.

 

Virgolette destra

 

 

Paola Ferrario