Settore tessile, moda e accessorio: comparto in crescita e vocazione internazionale.
A cura di Confindustria Moda
IL SETTORE TESSILE, MODA E ACCESSORIO NEL 2018
Sulla base delle analisi effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda, il settore “Tessile, Moda e Accessorio” (aggregato, si ricorda, comprensivo dei settori “Calzature”, “Concia”, “Occhialeria”, “Oreficeria-Argenteria-Gioielleria”, “Pelletteria”, “Pellicceria” e “Tessile-Abbigliamento”) archivia il 2018 in territorio positivo con riferimento a fatturato e commercio con l’estero, pur evidenziando, a seguito del deterioramento del quadro congiunturale a livello internazionale, una decelerazione dei tassi di crescita rispetto alle ben più soddisfacenti performance raggiunte nel corso del 2017. Un cambio di passo si registra, invece, per il numero di aziende attive e di addetti, entrambi in lieve calo.
Come indicato in figura 1, il fatturato del settore contiene l’aumento al +0,7% su base annua, salendo a 95,5 miliardi di euro (le stime rilasciate lo scorso Gennaio, allorquando si era prevista una crescita pari al +0,9%, risultano, pertanto, lievemente riviste al ribasso).
Guardando al trade con l’estero, l’export, dopo la discreta crescita del 2017 (+5,2%), chiude il 2018 facendo registrare una dinamica pari al +2,7%; le esportazioni complessive dei settori rappresentati da Confindustria Moda si portano sui 63,4 miliardi di euro (ovvero 1,64 miliardi in più rispetto ai livelli raggiunti nel 2017).
Il 49,6% di tali flussi è assicurato dal tessile-abbigliamento, seguito da calzature e pelletteria rispettivamente con un’incidenza del 15,1% e del 12,9%; l’oreficeria-gioielleria copre il 10,2%, mentre occhialeria e concia risultano entrambe attorno al 6,0%, le pellicce nell’ordine dell’1,0%. Contestualmente, l’import segna un incremento su base annua pari al +3,6%, più sostenuto quindi rispetto a quello sperimentato dalle vendite estere, e si avvicina ai 35,3 miliardi.
A fronte di simili andamenti di export ed import, il saldo commerciale del comparto TMA oltrepassa i 28,1 miliardi di euro, guadagnando oltre 424 milioni nei dodici mesi (+1,5%). Il TMA si conferma, quindi, il secondo settore industriale italiano per avanzo commerciale dopo la meccanica (Fig. 2). Si sottolinea, peraltro, come la bilancia commerciale si sia confermata in surplus per tutti i 7 settori qui considerati. Passando ora all’esame della “geografia” degli scambi messi in campo dal complesso dei settori esaminati, nel 2018 la UE ha assorbito il 46,8% dell’export in valore, mentre ha generato il 45,4% delle importazioni. In termini complementari, le aree extra-UE, invece, hanno coperto il 53,2% delle vendite italiane, mentre hanno assicurato il 54,6% delle importazioni.
Analizzando più in dettaglio le performance sperimentate dai singoli Paesi dell’Unione, si confermano ai primi posti, quali partner d’elezione per le aziende del settore, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. In corso d’anno le vendite sul mercato francese, primo sbocco, crescono del +3,3%, mentre la Germania rimane stabile (+0,2%). Dinamica positiva interessa anche il Regno Unito, nella misura del +5,7%, mentre, al contrario, la Spagna flette del -1,9%.
Relativamente ai flussi diretti al di fuori dei confini comunitari, cresciuti complessivamente del +4,8%, va segnalata la Svizzera, in aumento del +14,1%, divenuta per molte delle merceologie qui considerate la principale piattaforma logistico-commerciale per la successiva riesportazione in altri mercati; assorbe, del resto, il 10,4% dell’export totale. Le vendite verso gli Stati Uniti, terzo mercato per valore assoluto dell’export settoriale, archivia una crescita pari al +2,3% e copre così l’8,8% del totale esportato. Con riferimento al Far East, Hong Kong sperimenta una flessione nell’ordine del -2,7%; di contro, le esportazioni dirette in Cina si mantengono vivaci, chiudendo l’anno al +15,2%. In crescita risultano anche il Giappone (+3,6%) e, su ritmi più vigorosi, la Corea del Sud (+12,7%).
Per la Russia, dopo il recupero messo a segno nel corso del 2017 (allorquando aveva accelerato al +12,4%), fa seguito una flessione pari al -2,5%. Restando nell’ambito dei primi 15 mercati per valore di TMA esportato dall’Italia, le vendite verso Romania e Polonia flettono entrambe del -5,2%, quelle dirette negli Emirati Arabi del -11,7%; i Paesi Bassi crescono, infine, del +2,2%.
Con riferimento ai main supplier, nel 2018 la Cina presenta una riduzione contenuta dei valori importati dall’Italia per le merceologie in esame, pari al -0,7%, coprendo comunque il 19,2% delle importazioni settoriali totali. Tale dato va letto, peraltro, alla luce delle dinamiche sperimentate da Paesi Bassi e Belgio, tradizionali teste di ponte per merci asiatiche, rispettivamente in aumento del +13,6% e del +5,1%.
Circa gli altri principali fornitori, abituali partner delle imprese del settore, si rileva un incremento dell’import proveniente da Francia e Germania, che crescono rispettivamente del +20,4% e del +8,4%, mentre quello dalla Spagna cede il -5,3%. Lieve dinamica positiva interessa, invece, la Romania (+0,4%), mentre la Svizzera presenta una variazione del +13,0%.
Tra le aree extra-UE, assistono ad un debole incremento i flussi da Bangladesh (+1,3%) ed India (+0,9%). Cala, invece, la Turchia (-1,2%).
Infine, nel caso dei Paesi accomunati da un import compreso tra i 500 e gli 800 milioni di euro, crescono Tunisia (+5,1%), Regno Unito (+8,5%) e Albania (+6,8%), mentre flette il Vietnam (-2,5%).
IL SETTORE TESSILE, MODA E ACCESSORIO NEL GENNAIO-MARZO 2019
Il commercio con l’estero
In queste prime battute del 2019, nonostante ci si attendesse un risultato peggiore a motivo di una serie di criticità politico-economiche che hanno condizionato e stanno condizionando il quadro congiunturale nazionale ed internazionale di riferimento, il complesso dei settori rappresentati da Confindustria Moda ha dimostrato, ancora una volta, una buona capacità di reazione e una discreta attrattività per la clientela straniera, proseguendo nel suo trend espansivo oltreconfine. Pur tuttavia, se ciò vale a valore, le analisi dei volumi denotano maggiori difficoltà operative.
In particolare, sulla base dei dati ISTAT ad oggi disponibili, nel primo trimestre del 2019 l’export del TMA cresce del +5,6%, per un valore complessivo di 16,6 miliardi di euro; l’import ammonta, invece, a 9,1 miliardi, grazie ad un incremento tendenziale del +2,3%.
Il settore del TMA presenta, dunque, un’accelerazione della crescita degli scambi con l’estero rispetto al primo trimestre del 2018, allorquando l’export si era chiuso con una variazione del +2,1% e l’import del +0,8%. Nel gennaio-marzo 2019 il saldo commerciale risulta pari a 7,4 miliardi, in virtù di un aumento del +9,9%.
Più in particolare, tra tutti i settori qui presi in esame, solo l’export della concia entra in territorio negativo; stabile sui livelli del primo trimestre 2018 si rivela la pellicceria, mentre gli altri settori evidenziano tutti una variazione di segno positivo compresa tra un +1,9% dell’oreficeria-gioielleria e un +26,6% della pelletteria, passando per un +6,1% delle calzature, un +4,9% dell’occhialeria e, infine, per un +2,4% del tessile-abbigliamento (Fig. 4).
Come anticipato, tuttavia, a volume le esportazioni risultano in calo (-0,9% i chili complessivi), a testimonianza di criticità in ambito produttivo e di un ri-posizionamento verso l’alto delle produzioni italiane.
Il tessile-abbigliamento sperimenta un calo dei volumi del -1,2%, la pelletteria del -2,8%, l’oreficeria-gioielleria del -15,0%.
Le calzature evidenziano un -1,2% in termini di paia esportate.
Nel caso dell’import, invece, risultano riflessivi a valore non solo la concia, ma anche l’oreficeria-gioielleria e la pellicceria. Contestualmente crescono le importazioni di tutti gli altri settori, ovvero si registrano dinamiche del +3,6% per il tessile-abbigliamento, del +2,7% per le calzature, del +6,0% per la pelletteria, e infine del +7,9% per l’occhialeria.
Passando all’esame delle macro-aree di sbocco, per il complesso del TMA, le vendite comunitarie, che assorbono il 46,1% del totale esportato, non vanno oltre al +0,5%, mentre le vendite dirette nelle aree extra-UE (53,9% del totale) segnano una variazione del +10,3%.
La Svizzera, in virtù di un ulteriore balzo dell’export italiano pari al +35,9%, passa in prima posizione, coprendo il 13,0% del totale. A tale performance contribuisce in primis la pelletteria; tuttavia, anche le esportazioni di calzature e quelle di occhialeria presentano un tasso d’incremento a doppia cifra.
In ambito UE, Francia e Regno Unito si confermano favorevoli, crescendo l’una del +4,9%, l’altro del +9,4%; di contro, flettono Germania (-2,9%) e ancora Spagna (-1,2%).
Gli Stati Uniti, terzo mercato come nel 2018, crescono del +10,6%, coprendo l’8,4% del totale. A tale risultato giovano, su tutti, tessile-abbigliamento (+15,3%), calzature (+15,7%) e pelletteria (+10,7%).
Tutta l’area del Far East si conferma favorevole al TMA: al di là di Hong Kong, che non va oltre al +0,3%, la Cina sperimenta una variazione del +9,1%, il Giappone del +7,0%, la Sud Corea del +13,9%.
Di contro, l’export verso la Russia resta in calo ed anzi perde il -9,0%. Rispetto al 2018, cambiano passo gli Emirati Arabi, tornando interessati da una dinamica espansiva (+20,9%).
Relativamente ai main supplier, nel corso dei primi 3 mesi del 2019 la Cina torna a crescere nella misura del +3,5%, portandosi a quota 20,2% del totale. Si mantengono peraltro in aumento anche i flussi da Paesi Bassi (+13,9%) e Belgio (+9,1%). Dopo il vigoroso ritmo sperimentato nel 2018, flette, quasi fisiologicamente, l’import dalla Francia (-5,2%). La Germania segna un timido +0,6%, mentre la Spagna torna positiva mettendo a segno un recupero del +6,3%. L’import del Bangladesh si incrementa del +7,3%, al contrario quello dall’India cede il -4,2%. Restando nell’ambito dei primi 15 fornitori, presentano variazioni positive Tunisia (+1,0%), Vietnam (+10,2%) e Pakistan (+10,6%), mentre calano i flussi provenienti dal Regno Unito (-11,1%).
Consumi interni
Un breve accenno viene ora proposto in merito all’andamento del mercato interno, che vede ancora una volta confermare il trend riflessivo. Sulla base delle rilevazioni effettuate da Sita Ricerca sugli acquisti delle famiglie italiane, nel primo trimestre del 2019 si registra una contrazione pari al -1,7% del sell-out del sotto-aggregato TA-Calzature-Pelletteria. La contrazione più accentuata interessa le calzature (-3,8% in spesa), mentre i consumi di pelletteria frenano al -0,5%. Il tessile-abbigliamento cala, invece, del -1,3%. A volume la flessione più accentuata interessa la pelletteria (-2,7%), seguita dalle calzature (-2,3%) e quindi dal tessile-abbigliamento (-0,3%). Poco brillanti anche i consumi dell’occhialeria: nei primi quatto mesi dell’anno il sell-out del settore in Italia cala infatti del -1,0% in valore.
(fonte: GFK, Panel Retail Optics)